domenica 27 luglio 2008

PAUSA / BLOG




Cari amici bloggers,e chiunque capiti in questo blog:
ho bisogno di fare una pausa.
Tranquilli, non scappo, non cambio fuso orario,forse neppure vado via da Rimini.
Ho solo bisogno di una blog/pausa per un po' di giorni.
Mi raccomando, continuate a dire la vostra, siete tutti bravissimi.
Un abbraccio,continuero' a visitare le vostre blog/case.
Un po' qua e un po' la'.
A presto.

sabato 26 luglio 2008

SUA EMERGENZA


A forza di imbastirci la testa con le emergenze non capiamo piu' se siamo su un pianeta o sull' arca di Noe'.
Almeno, sulla seconda, potremmo simulare una crociera, con toni apocalittici e amici animali compresi.
Emergenza, emergenza!!!
Emergenza sara' lei,direbbe il principe Toto'.
Cominciamo,anzi continuiamo.
Emergenza immigrati clandestini è quella di ieri, tanto per spararne una ovvia.
Vorrei, per favore, che i signori del Colle che diffondono il panico facessero, per legge, un parallelo rendiconto di DATI CERTI.
Numeri,paesi di provenienza, sbarchi, regolarizzazioni, morti in mare, dispersi.
Dati alla mano, per favore,non spariamo sugli italioti in vacanza, che bevono tutto quello che costa meno.
Di emergenze gridate siamo stufi,concentriamoci su quelle occulte,piu' difficili da districare.
Sull'emergenza 'disagio giovanile e infantile' è stata costruita un'industria, da anni. Oggi Vittorio Zucconi lo ripeteva in un elzeviro,finalmente qualcuno ci arriva.Con un po' di pazienza....
Emergenza pirati della strada,emergenza ......
-C'era una volta.......
-Un re!-diranno subito i miei piccoli lettori.
-No, ragazzi,avete sbagliato.C'era una volta un pezzo di legno-
E cosi' via.
Se proprio se la vogliono raccontare, che si raccontino un po' di favole, che fa bene alla salute, a quella di tutti.

venerdì 25 luglio 2008

LA BUONA COMPAGNIA


La buona compagnia è leggera,ti sta accanto ma non ti invade.
Neppure con i pensieri, che mai sono pesanti,scivolano via importanti e lievi ,come se sempre ci si incontrasse per caso.
Gli attimi sono eterni e brevissimi, in buona compagnia.
Si scherza del tempo e si vede il dramma di questa stagione.
Si vede tutto, ma ci si accorge solo di quello che puo' incoraggiare a tirar a sera.
Ci si stringe insieme, consapevoli che non potrebbe durare troppo,che ognuno deve correre per la sua libertà.
In buona compagnia si fanno progetti campati per aria, si fa tornare presente il passato,si ricuciono gli strappi del tempo,si fugge per l'estremo lembo del mondo e si ritorna il giorno dopo.
Si possono prendere le disgrazie per il naso, in buona compagnia, come suggeriva il gran guascone Cyrano.
-Vieni qui, che' ora ti acciuffo, non scappare via!-
La buona compagnia ha bisogno di uno spazio naturale che non sia torturato,di una citta' che abbia memoria, di un po' di requie, fuori dai clamori assordanti dei vuoti a rendere.
Ognuno sa dove è, la sua buona compagnia,durante lo scorrere del giorno.

mercoledì 23 luglio 2008

NONNA AZZURRA


Viva i nonni, sempre.
Alcuni tengono sulle spalle interi sistemi familiari e reggono.
Nonna Azzurra poi, regge anche intere reti di narrazioni,partecipa a sedute-anche scolastiche,'gratis et amore'- in cui è la regina delle fiabe.
Narra, racconta, pesca nell'immenso deposito immaginifico della sua memoria, delle sue letture.
Diciamo che Azzurra è anche la sorella del noto professor Antonio Faeti, ispirato docente di letterature per l'infanzia bolognese,ma per me Azzurra è soprattutto un'antica collega di mia mamma Lidia. Trentacinque anni di lavoro comune come telefoniste,categorie 'operaie', in realtà gran donne, intelligenti,con titoli di studio presi in condizioni eroiche,vivaci,alcune molto raffinate,donne da non scherzarci su.
Ho ancora i suoi bigliettini, quelli che mi mandava nella mia infanzia in occasioni diverse e alcune lettere magnifiche che mi scrisse quando la vita mi colpi' duro,una, in particolare, quando mia madre Lidia se ne ando' a fine maggio, quattordici anni fa.
Azzurra è una bellissima nonna, con i capelli bianchi e il fare ammaliatore ,la furbizia che non guasta e l'esperienza della vita reale che non l'ha mai spaventata..
E racconta, e racconta.
Questa mattina, nella saletta della 'Gambalunghiana', per il progetto 'Nati per leggere', aveva tirato fuori dalla borsetta due o tre storie dei Fratelli Grimm.
Di ' Tre occhietti, un occhietto, due occhietti', cioe' di due sorelle cattive che spacciavano per 'diversa' l'unica normale.
E i bambini-stamattina molto piccoli, in genere fascia possibile 0-16- partecipano, roba da non crederci, ma partecipano.
-Cosa ci mettiamo nel pentolone?-chiede Azzurra,tra una sequenza ed un'altra-
-Sassi, ma anche il pepe-dice un ricciolino, denti da scoiattolo e ricci di stoppa.
Si', nonna Azzurra,regina delle fiabe:non me la sono inventata.

martedì 22 luglio 2008

L'ESTATE DI GIOVANNINO




Chiamiamolo Giovanni, ma potrebe essere Giacomo, o Matteo , o Leonardo.
Lasciamo perdere la situazione familiare, tale e quale a tante altre.
Si è beccato tre debiti formativi e lasciamo anche perdere ogni indagine sul suo trascorso anno scolastico.Magari è stato 'graziato' e poteva andargli peggio.
Giovannino è un buon bambino. Cicciottello e molto pigro.
Gli piace leggere le storie di un pirata che si adatta al mondo come gomma, e gli piacciono perche' lo rilassano,non gli creano pensieri e lo divertono.
Segue le ultime mode di telefonini e va un po' in parrocchia al pomeriggio, a fare niente.Per il resto, su e giu' con il motorino. Poi va a mangiare dalla mamma,poi va a mangiare dal babbo, che lavorano in due luoghi diversi e sono separati.
Tutto tranquillo, una normale routine.
Solo che, casualmente, mi capita-mi sara' capitato due volte in trent'anni, l'estate-di sbirciare in un suo quaderno di scuola,su sua richiesta.
Non ci potevo credere.
In un elenco di venti titoli di temi , il piu' abbordabile recitava:
'L'Italia è all'ultimo posto in Europa per la donazione degli organi.Quale suggerimento di civilta' e di civile partecipazione a questo problema sapresti suggerire?'
Dunque.
Fermiamoci un attimo.
Poi c'erano gli altri 'titoli', un'accozzaglia di pretestuosita', retorica, luoghi comuni da vecchi frustrati.
Passiamo alla 'griglia' suggerita per lo svolgimento di un tema.
Grappoli logici, schemi retorici, intrecci di campi semantici precostituiti.
Ma.....e Giovannino?
Lui, dove si deve mettere, quando butta giu'queste due righe che gli permetteranno di sdebitarsi per poi sedersi tra i banchi un altro anno ?
Signora professoressa,collega carissima,non la conosco, non so nulla di lei,ma per favore....
quando le viene la tentazione di rimanere a scuola un altro anno ancora, per favore, si prenoti una crociera e la ripeta, un paio di volte.
Magari trova li' l'amore della sua vita e fa felici in un sol colpo lei stessa e tutti i Giovannino.
Che intanto, in questa sua Estate, potrebbe scrivere e scrivere degli amici qua sopra,visto che dice che li ama tanto.

lunedì 21 luglio 2008

EQUILIBRI


Come orientarsi in questo tempo sbandato, tra negatività, pessimismo e speranza?
Difficile mantenere l'equilibrio,specie se a governare il tutto c'è il grande burattinaio dei 'media'.
La realtà che percepiamo è mediatica, è difficile non cadere nel tranello,credere che la 'sistemazione' mediatica degli eventi corrisponda al reale a tutto tondo.
Ci è chiesto troppo.
Ci è chiesto di essere economisti, medici, psicologi, sociologi, analisti e spettatori.
Che fare?
Si arranca, è fondamentale il confronto onesto, spesso nel confronto la percezione dei dati si ridimensiona, trova una collocazione piu' consona.
Altrimenti sembriamo tanti fagioli, che bollono e bollono, ognuno nel suo pentolone,senza colpo ferire,metre la vita attorno corre,in fondo senza avanzare di un passo.Ci prendiamo degli abbagli, nel pensiero illusorio che possa esserci una storia precotta, aggiustata,ripulita dai guai.
E le giornate corrono.
Alla tristezza da tempo di crisi che si percepisce nei luoghi comuni del vivere-uffici, strade-fa da contraltare l'obbligo del divertimento sintetico,con le sue vittime.
Ai clamori fatti di lana caprina sul valore della vita, si oppone l'indifferenza ostentata verso la vita reale, cosi' come descritta da terribili episodi di cronaca.
All'ossessione della privacy e della tutela del territorio corrisponde il nonsense violento delle strade.
Eccetera.Tutto cambia perche' niente cambi.
Eppure,nel tramestio dell'incertezza, del vuoto a rendere delle esistenze giovanili che ingrigiscono in un precariato senza scadenza, si intravedono spunti di speranza.
Particolari, reti di rapporti tra due o tre persone, tentativi di scrivere, di fare, di esporsi,prefigurazioni di libertà possibili.
Questi blog ne sono un piccolissimo esempio.
Difficile l'equilibrio, ma le risorse non sono infinite.
Al male del mondo ci pensano abbondantemente i 'media'.
Per una sera, vorrei pensare a tre o quattro cose che mi rincuorano.
E mentre le cerco mi sembra che una folata d'aria fresca entri nella stanza.

sabato 19 luglio 2008

AMICI MIEI


Duro il mestiere dell'autarchica,quasi impossibile.
Mi pare di aver detto l'acredine piu' grossa del mondo e la C.,amica d'infanzia, fa:- -Ma a chi credi di far paura?-
Mi pare di emulare la famosa, tremebonda Elsa Maxwell, la bruttona terrore dei salotti newyorkesi con i suoi elzeviri , e c'è sempre l'antica collega che mi sorride con calore,nel traffico cittadino.
Proclamo almeno tre volte al giorno la mia autoarchia e c'è sempre qualcuno al cancello che mi chiede se puo' fare un salutino.
Mi sembra di aver scritto le cose piu' terribili e antagoniste sull'ultimo numero del quotidiano locale e il giorno dopo un lontano parente esclama:-Ma brava, la mia poetessa!-
Difficile fare i solitari, e pensare che ormai sul tema ho maturato un pensiero forte.
Con tanto di dati identificativi, etnici e familiari e anamnesi individuale.
No,fare i cattivi è impossibile, c'è qualcosa che non va.
Perche' solo gli antipatici veri sanno di sincerità.

Del resto, nel gioco delle conoscenze /amicizie,mi combino a meraviglia con i portatori di caratteri opposti al mio.
Analitici, terragni,coriacei,antagonisti reali,scomodi.
E,pensando che al mondo siamo in tanti miliardi, questi che mi trovo sul cancello di casa non sono poi cosi' tanti.

venerdì 18 luglio 2008

INTELLETTUALI


Ho spesso l'impressione di vivere dentro quella 'piece' teatrale di Achille Campanile,'Acqua minerale/naturale'.
Che recitava piu' o meno cosi':al tavolo di un bar arriva il cameriere e chiede ai quattro avventori cosa desiderino.
-Dell'acqua minerale-dice uno
-Si', minerale,naturale-dice l'altro
-Ma....-azzarda il cameriere-che comincia a capire che non ci avrebbe trovato il capo-naturale o minerale?
E via, per un'ora,sempre a giocare su queste due parole:' minerale', 'naturale'.

Cosi', quando il regno dell'ovvieta' è pressoche' una dittatura, non resta che ricordarsi che certe situazioni esistono proprio perche' possiamo diventare saccenti.Non è un gran peccato.
-Minerale o naturale?
Meglio una spremuta di pompelmo.
Forse andiamo cercando l'uovo di Colombo,ovvero sia tentiamo di scoprire l'acqua calda,credendo di far gli intellettuali.
Gira una cattiveria su una scuola che non nomino:l'allenamento del cervello degli studenti è tale, i metodi cosi' aggiornati, che quando uno,per andare a Milano, poniamo da Bologna, passo' da Bari, sembro' normale.
Cosi', se uno dice una frase del tipo:'Con gli anni si diventa saggi', pare che abbia detto una gran cosa.
-Ma sara' brava quella la'-dicevano le comari del villaggio di una che stava sempre al balcone,elegante e curata, a raccontar le sue fatiche.
Il guaio è quando gli 'intellettuali' si aggregano,ma almeno i bloggers questo rischio non lo corrono, lanciati come sono al vento .
Ci sono luoghi di raduni di 'intellettuali' veri e propri.
Alcuni bar sono 'convention' no-stop.
Ma ci vorrebbe la penna di un grande ritrattista per tirar giu' un bozzetto veritiero.
-Minerale o naturale?
E vien notte,ma tronfi come galletti hanno sistemato quelle due o tre urgenze , anche oggi,con l 'aplomb' da neospiritualisti della tagliatella,dei'pan' qualcosa di casa nostra,insomma.
Maitre-a-penser di nobile stirpe,non cercano consensi,splendono di luce propria.

giovedì 17 luglio 2008

CHE LA TERRA TI SIA LIEVE



Occhi e parole morbose attaccano il padre di Eluana e quello che rimane di lei.
Dignità vorrebbe che si scivolasse su di loro con occhio leggero, quasi distratto.
Cosa c'è di piu' grande, per un corpo che se ne sta andando,che forse se ne è già andato, del vento di libertà che se lo porta via?
Forse tutti questi monsignori non amano la vita, ecco qua.
Sono arrivata a questa conclusione,altrimenti non si accanirebbero su feti, stati vegetativi, zone d'ombra.
Penserebbero di piu' alla vita, a tutti quei giovani che ci rimangono ,sulle strade, all'esercito di bambini che subisce violenze,alla vita reale,alla carne e alle ossa vive e all'aria, alla terra reale, ad accudire il pianeta con allegria dove è possibile accudirlo.

C'è qualcosa di osceno nei ragionieri delle zone d'ombra.

Che la terra ti sia lieve, Eluana.

mercoledì 16 luglio 2008

FULL METAL JACKET


Vorrei scrivere d'altro,ma devo scrivere di Bolzaneto e della Diaz, della sentenza che ha alleggerito d'un colpo quel buco nero della nostra democrazia.
Luglio 2001.
Alla sera stavo stirando, nel salone, al fresco,sotto casa mia ,mentre la radio-in diretta Radioradicale, speciale nelle dirette- mi descriveva il finimondo.
Quel finimondo sotto gli occhi di tutti,descritto da giornalisti inglesi e tedeschi, poi; con terribili denunce di violazioni di diritti, di soprusi e di indebite, sadiche, efferate violenze perpetrate nel generale delirio dalle forze di polizia impazzite su giovani, suore, boy-scout, volontari della Charitas,insegnanti,intere case-famiglia, obiettori.
Tutto quel fiume di persone che poi si incanalo', mesi dopo, nel movimento per la pace,dopo l'inizio della guerra in Iraq.
Non voglio inseguire retoriche ,ne' guardo mai quelle immagini,riproposte nelle solite tiritere stantie del senno di poi, mi fanno troppo orrore.
Mia figlia avrebbe potuto esserci, ma era fuori dall'Italia per studio.
I figli di tanti che conosco erano la',in quei giorni.
Un'insegnante alle soglie della pensione, con la displasia all'anca di suo, è tornata con il volto tumefatto, erano tutti partiti carichi di entusiasmo e di ideali, ingenui e velleitari, criticabili e noiosi, ma assolutamente innocui.
Non sono stati protetti dalle poche centinaia di famigerati 'black-block'(ma chi erano? da dove venivano? perche' non erano stati individuati, con tutti i sofisticati mezzi di 'censimento' di cui le polizie europee dispongono? e dove sono scomparsi, ora?non sono piu' un pericolo?cosa fanno ora nella vita, le veline o i body-guard?)che spaccavano vetrine e incendiavano cassonetti.
Anzi, il tam-tam mediatico aveva acceso micce, fomentato paranoie, fagocitato violenze.
Ecco qua,un buco nero della democrazia che non è stato metabolizzato, ma è rimasto escrescenza aperta,fantasma che si aggira, accanto ad altri.

Quando un individuo è vestito di divisa e fornito per legge di mitraglietta e manganello double-face, dovrebbe essere pulito,generoso, saldo di nervi.
Come minimo.
Perche' i conflitti esistono, i disordini pure, le distonie sociali anche.
Chi decide di portare addosso armi,per mestiere, a tutela delle altrui vite, sa in partenza che non va a vendere viole mammole.
Tutti possiamo controllare le piazze- ricordo a due centimetri da 'Place de la Concorde, a Parigi, nella Francia dei diritti e dell'integrazione,
nel 2005, il pestaggio di un giovane magrebino , sbattuto a terra da due biondi e solerti angeli in divisa-e i raduni, dove ci sono cronisti e telecamere.
Le banlieus del mondo scoppiano, ma il mondo può vedere tutto in diretta.
Sono le Bolzaneto e le Diaz l'orrore,sintomo malato delle celle, del chiuso delle carceri, dei luoghi chiusi.
E' l'idea di 'irruzione' su corpi inermi che non è accettabile.
La possibilità di seviziare chi alza le mani in segno di resa e,anche se colpevole di qualcosa, si consegna inerme.
Anche se fosse un solo caso, una sola follia sfuggita al controllo di un attimo, è nostro diritto assistere ad una giusta,civile, sutura della ferita, non al suo insabbiamento.
Guantanamo è un fantasma inaccettabile.


*'Full metal jacket' è un vecchio film di Stanley Kubrick che analizzava le devianze che si possono nascondere sotto la divisa da 'marine' e dietro l'apologia della 'giusta' guerra.

martedì 15 luglio 2008

WRITING MANAGER


Cerco di mettere un po' di ordine sul tema della scrittura.
Scrivere in questo blog è stato divertente, mi ha aiutato a vincere quel filo di malinconia che mi accompagna sempre, le parole venivano da sole, e lo spazio libero e un po' 'ardito' mi ha aiutata a rincorrere con l'ironia gli argomenti.
Ho trovato una rete virtuale che un po' bazzico,del resto come si fa con la carta stampata.Dovro' imparare diverse cose tecniche e riimpostare tutto quanto, se continuo.
La scrittura narrativa è una cosa bellissima, anche questa viene da se',ma dal punto di vista degli esiti concreti ho fatto tre bei fallimenti.
L'ultimo, poi,('Pane a colazione',Giraldi editore): pareva avessi trovato una casa editrice di punta, di sostegno, di valorizzazione, e invece...no comment.
Ancora non ho capito se faccio bene a continuare o se farei meglio, ogni volta che mi viene la tentazione, ad andarmene a ballare il liscio,per dirne una.Il sostegno di qualche persona intelligente e colta non è sufficiente,avverto un ristagno, un po' di palude in questa attività,manca l'aria.
Ho in cantiere un quarto libro, una raccolta di storie illustrate dalla pittrice riminese Antonieta Bellini,tornero' per l'edizione, tra un anno forse, alla 'Società Editrice il Ponte Vecchio' di Cesena.Professionisti seri, di nicchia, ma onesti.
La diffusione?
Mah.
Il fatto è che uno non puo' neppure pensare che vada tutto alla sua città, al suo quartiere ,alla sua gente...
Ma a chi?
Non so cogliere le occasioni simil-riminesi, è probabile anzi che le sfugga,l'abito della manager di me stessa, poi,mi pare un po' ridicolo,mi mancano gli accessori..In teoria dovrei, ad ogni'evento'turistico, mettermi li' con il panchettino.Le altre occasioni-critici, riviste di punta...ecc- non so dove stiano, poi siamo in un tempo in bilico, che macina e distrugge,che ...ma bando alle malinconie, oggi il cielo è limpido e in un canto spunta anche la quinta idea, quella di un nuovo romanzo:questa volta, rigidamente apocalittico.Un'apocalissi di provincia.
Pero' una cosa è certa:le parole devono trovare un destinatario reale ,altrimenti diventano polvere.Brrrrr...che brivido.

Oggi ho letto di una storiella yddish , mi divertono sempre.(da un libruzzo di Moni Ovadia,'L'ebreo che ride',Einaudi Stilelibero)
Un tale accusa un rabbino di essere mancante,nella sua prospettiva religiosa, dell'enfasi sul paradiso.
Il rabbino gli fa:-Prepara la valigia che' ora ti ci accompagno,così vedrai.
E cammina e cammina, arrivano in un postaccio, tutto aria fetida, insettacci, umidità, con tante persone chine su dei rotoloni di carta, che li leggono-
-Bel postaccio -fa il tale- e questo sarebbe il tuo paradiso?
-Postaccio-ridacchia il rabbino-come la terra,ma almeno questi,qui, capiscono quello che leggono.-
Gia', capiremo, prima o poi.

lunedì 14 luglio 2008

A.A.A. CERCASI



Cercasi giovani, disperatamente.
Che dicano qualcosa,che si facciano sentire.
Siamo stanchi di vecchie lagne,cosi' il mondo muore.
I giovani assomigliano troppo agli stereotipi dei vecchi.
Non va bene cosi', quelli bravi si salvano eternamente scappando, quelli già sfatti in partenza o muoiono o vanno in massa nei 'call-center', o a fare la stagione da qualche parte, dove c'è qualche 'stagione'.
Non va bene cosi'.
La scuola è un elefantiaco macroprocessore di sfigati.
Se uno si salva dalla scuola, o se uno dalla scuola prende qualcosa, puo' capitare, allora arrivano le notti strafatte organizzate dagli amministratori palleperse che tirano a far legna.
O la sarabanda dei tour organizzati,ben venga la globalizzazione dei percorsi esistenziali, per carità,ma questo a casa mia si chiama mercificazione dello sbando.
Per non parlare poi degli Enti, dei Fondi, dei tutoraggi:cose sacrosante,ma vorrei vederci chiaro. Ho l'impressione che sia una gran carnevalata che lascia sulla strada cocci di bottiglia e mucchi di ossa rotte.
Magari ci scappa anche qualche bel progetto utile all'umanità e della bella felicità individuale,ma vorrei vederci chiaro.
Poi c'è l'aperitivo. Nell'universo degli 'enni' c'è sempre un aperitivo. Che vuol dire minimo cinque euro, ma ci mangi'qualcosa', guarisci le delusioni amorose, stai un po' con il tale o con il talaltro,tanto tutto passa e i genitori hanno fatto di molto peggio.
Mi viene in mente il verbo informatico'resettare'.
Bisognerebbe resettare, fare un fermo come si fa in agosto per la pesca nelle zone di mare,ne parlavo una decina d'anni fa con un amico orientatore.
Un bel fermo della 'dissipatio' ,un attimo di requie.Poi,creare un nuovo palcoscenico, con i giovani nelle parti di primiattori.
Ma perche' i giovani non parlano mai?
Solo qualche romanzetto-pattumiera,solo comparse utilizzate per lo 'share' ,solo vetrine da 'grandi-fratelli'.Mimesi di roba da vecchi delusi.
Non ci sono neppure piu' i preti, a dir loro due o tre balle contro cui ribellarsi,e almeno li sentiremmo ribellarsi. I preti hanno da fare con le cellule staminali altrui e con i propri panni sporchi.
Altroche' sgambate in bicicletta e avemaria, come usava nelle parrocchie dell'altra era!
Eppure,se un giovane parla ,con le possibilità di utilizzo attuali, puo' fare il botto.
Un esempio è quel Roberto Saviano, con il suo 'Gomorra'.
Per favore, fatemi sentire qualche bel botto, e che non siano i soliti fuochi d'artificio che festeggiano l'idiozia in tarda serata, chè con quelli son costretta a chiudere le finestre.

sabato 12 luglio 2008

LE TAZZE DI MORANDI




Ne l''oggetto metafisico' del pittore bolognese Giorgio Morandi trovo rispondenza e tranquillità.
Al di la' di percorsi critici in cui non mi avventuro, ho sempre amato quella pittura 'di casa', ma carica di linguaggi, con quei bianchi e quei pastello,quei silenzi.
L'oggetto sulla tela potrebbe essere questa caffettiera che uso al mattino, per la colazione, o quella bottiglia, o quel cesto,ma anche quella parte di muro,contro cui si appoggia il ramo di un rampicante da giardino.
Perchè cosi' è la casa,instaura con chi la abita un eterno dialogo, è presenza,è luci/ombre, chiaro/scuri, anfratti che celano e disvelano.
Gli oggetti di casa rimangono, modesti e carichi di parole; raffinati e solitari, quelli di Morandi.
Splendidi, perchè anteriori alla cerebralità del 'design' industriale,privi della 'griffe' esclusiva e danarosa ,umili e preziosi.
Non mi stanco di guardarli.
E'stato bello leggere che Casa Morandi, in Via Fondazza a Bologna,da gennaio sara' aperta al pubblico come parte di un itinerario che unirà l'Accademia di Belle Arti al Museo di Piazza Maggiore.
Il tutto grazie ad una collaborazione pubblico/privato-ma non so rendere ragione delle sigle chiamate in causa,a parte il Comune-.
Casa Morandi in Via Fondazza, a Bologna.

venerdì 11 luglio 2008

ACQUA E DEMOCRAZIA


Frequenta l'AQUA GYM, gira con il SUV, si trascina negli IPER con l'IPOD in cerca, in fondo, dell'ultimo banalissimo treperdue,si piazza unta di crema sul lettino, allucinata sulla sabbia arsa, a pensare agli acquisti appena fatti.
A piangere dell'invicibile cellulite che deturpa,nonostante i soldi spesi a iosa. Con i ciaffi a non finire, le creme per l'eternagiovinezza, l'ultima del giorno,la piu' drenante, la piu' snellente..
Ma una cosa no:l'acqua del mare.
Quella no, è qualcosa di insidioso, qualcosa da evitare. Cosi',il povero bambino che madre natura spesso matrigna le ha regalato viene terrorizzato ben bene.
-Guarda che AFFOGHI!!!!!!!-è IL GRIDO PIU' IN VOGA TRA LE GIOVANI MAMME, e paiono anatre da cortile,schiene ricurve, becchi adunchi .
ALLORA FORSE é DOVEROSO CHIARIRE, come farebbe un qualunquissimo prontuario di serie zeta di una qualunquissima stazioncina balneare, oppure uno di quei calendari delle nonne, che ne so, 'Frate Indovino', per esempio ,alcune cose .
Vado.
Vado con un elogio sviscerato del nuoto, quello 'morbido', quello che è disponibile a tutti,la cosa piu' democratica del mondo.
Al liceo ci insegnavano che un corpo solido, immerso in uno liquido, galleggia.
E noi, neppure tanto tranquilli, si andava, tra fantasie di amori nati nuovi e amori andati a male, a fare un bagno di luglio alle sei di mattina.
Quando c'è il sole che crea sul pelo dell'acqua tante luci,quando c'è(ma c'è ancora?) il famoso iodio benefico,quando le sirene sono in riposo, e l'acqua gorgoglia.
Ora,massacrato,ma quel po' di mare c'è ancora.
Di sicuro, farebbe vendere meno medicinali, se utilizzato ad arte.
E forse le notti avrebbero il loro colore naturale,che è tra il nero e il blu.
Perche' nell'acqua del mare ci sono oligoelementi preziosi,c'è il movimento delle onde,c'è quell''amnios' antico della nostra fantasia primigenia.
Chi proprio non sa nuotare potrebbe divertirsi a camminare su e giu',in compagnia,raccontandosi barzellette,allenandosi a pensare che il mondo è di tutti, spartito in parti assolutamente uguali.
C'è chi lo fa, e dopo sta meglio.
Ma,mentre scrivo , immagino già chi mi prendera' in giro, facendomi vedere in questa immaginifica armata brancaleone dei poveri sulla battigia che vado descrivendo, tutti insieme a curar vene e sciatiche e scoliosi e tristezze e mali della democrazia, un'idea alla 'Marcovaldo' di I. Calvino.
Vi ricordate 'La cura delle vespe'?.
Ecco,non volevo arrivare lì .
Ma, a parità di fisionomie, non si diventa piu' belli andando un po' al largo nell'acqua salata, piuttosto che starnazzando di malattie all'AQUA GYM, dopo aver pagato un bel biglietto d'ingresso?

giovedì 10 luglio 2008

DALLA COLLINA


Oggi non ce la faccio a stare dalla parte dei giovani.
Ho letto con partecipazione l'elzeviro di Michele Serra, su 'La repubblica'dedicato all'Angelo Custode, unica divinita' che il nostro riesce a nominare con calore,a protezione dei giovani.
Da padre, si intende tra le righe, da padre accorato per giovani ammazzati, giovani masscrati, giovani -masse annichilite e perdenti,giovani in fuga,da questa regione del mondo e dalla vita.
PER FAVORE,OGGI FATEMI STARE DALLA PARTE DEI VECCHI.
Vecchia ancora non sono, sono in quella fascia d' ombra, forse ' nel mezzo del cammin di nostra vita', tanto per nobilitare con una citazione del per me inarrivabile,troppo grande, anche se cosi' reale e popolare padre Dante.
Da questa collina, vedo la fine del tratto di strada,acquisto consapevolezza dei giorni che se ne vanno, ancora belli, ma fuggitivi.
Riesco a selezionare chi passa e chi no nella casa dei miei pensieri.
Accetto l'ipotesi non verificabile di una terra in cui proseguire l'avventura.
Da questa collina il frastuono dei giovani che si vanno a sfracellare alle quattro di mattina sulle autostrade, che fuggono e non tornano, che non si fermano,che non hanno madri,che ripropongono il peggio dei padri, rimane un rumore di sottofondo.
Sono brutti, hanno l'occhio torvo,sono quei bambini che nominavo in quel vecchio racconto ' La balena' ormai vent'anni fa,' bambini con gli occhi cattivi'
In questo momento mi intenerisce lo sguardo carico d'anni di chi cerca di sfuggire con discrezione e dolcezza alla ragione che invade, si appropria dei pensieri.
Lo sguardo di chi camuffa con maldestra trascuratezza il proprio turbamento del corpo che cambia e sfugge e si accartoccia.
Che stiano zitti, tutti questi giovinastri in giro per il mondo, che stiano poco a scocciare,che abbiano rispetto.
Che si ubriachino contro i guard-rail, che vomitino contro i cassonetti, all'alba.
Preferisco guardare ai ciuffi di fiori selvatici, che spuntano tra la polvere degli acciottolati polverosi delle strade di luglio.
E,ancora con il Nostro, mi viene di dire:'Non ti curar di lor,ma guarda e passa'

mercoledì 9 luglio 2008

SATIRE




La satira è sempre stata un'arma innocente del popolo impotente-mi si conceda la rima-
Quasi sempre la satira è stata carica di oscenita', di eccessi, di fantasie gonfiate a dismisura dalla galera,reale o metaforica, del satireggiante.
La satira è cosi', fa parte della storia dell'uomo, basti penare a quel genio inchiodato nella sua galera di Franz Kafka che creo' l'uomo-scarafaggio de'La metamorfosi'.Magari lo spunto era dato da un tranquillo uomo d'affari, di buoni sentimenti e buona forchetta, e chissa' quanto si era offeso.
Non si deve avere paura della fantasia umana,magari si puo' discutere di gusti.
Detto questo fervorino, mi scateno un po' a satireggiare una situazione,per liberarmene.
Martedi', 8 luglio 2008, ufficio scolastico provinciale di Rimini, convocazione di docenti per la firma dei contratti a part-time.
AIUTO!!!!!
Una cinquantina di donne, tre uomini.
Tralasciamo le descrizioni fisiognomiche, altrimenti sono la prima a rimetterci.
I discorsi piu' gettonati erano, in sequenza:incidenti mortali, cancri in atto, sanzioni disciplinari.... E.....SOPRATTUTTO...LUI!!!!
LUI chi? '
Ma quel gran figo di Brunetta, s'intende.
E Brunetta di qua, e Brunetta di la',e Brunetta ti fa così, e Brunetta ti fa cosà.
Pareva parlassero di Brad Pitt o di Raoul Bova.
Non me ne vogliano,se sono antipatica.
Ma dico io, con fuori trentotto gradi all'ombra, dentro un cunicolo asfittico della burocrazia, proprio di Brunetta si doveva parlare?
Non che non fosse doveroso aver coscienza delle ultime 'svolte' gestionali della pubblica amministrazione.
Ma almeno nominare qualcosa di piacevole, che ne so, quanto è buono il cappuccino nel tuo istituto, o che bello vedere un ragazzo che impara a leggere...quanto ce la si spassera' nel tempo libero,regalato allo Stato ,con soldi e tutto,alla faccia di chi ci pare , come sara' bello trovarsi in cima al molo quando a scuola suonera' la campanella.....mi sono comperata un bel paio di sandali....
Almeno descrivere con enfasi l'esercito ribollente degli adolescenti ai cancelli.
NO. Il 'must' era Brunetta.
Mi venivano in mente alcuni passaggi dell'etnologo Ernesto de Martino sulle chiacchiere morbose di alcune parrocchiane verso alcuni sacerdoti.
Quando non fanno altro che parlarne, che parlarne,per stare al caldo_(!!!!), tutte insieme, nella brodaglia.
Quando me ne sono fuggita e sulla porta sono andata a sbattere contro un tipo dall'aspetto equivoco, orecchino,pancetta e occhio obliquo,ho rischiato di abbracciarlo come un salvatore.
No, a Brunetta non assomigliava neppure un po'.

martedì 8 luglio 2008

RIMINI/CEMENTO



Agli architetti che chiedono'dibattito' sul progetto riminese di 'riqualificazione' del lungomare,questa mia lettera pubblicata sul 'Corriere Romagna' di oggi.( Ha un po' del predicozzo, ma qui non si sa che pesci prendere)

'Suggerisco alla equipe dei-credo giovani -architetti che in data 7 luglio propongono dalle pagine del 'Corriere' le loro ragioni nel merito del dibattito urbanistico riminese di leggersi 'La speculazione edilizia' di Italo Calvino (1957).
Ma,come e piu' di allora,anche tutto quanto detto in 'Il partito del cemento' di Marco Pieve e Ferruccio Sanna,Chiarelettere Editore.
Il principio è molto semplice:una colata di cemento sta concludendo la devastazione dell'Italia,quella stessa devastazione iniziata alla fine degli anni cinquanta.
Le nostre coste piu' belle,a cominciare da quelle liguri,stanno subendo l'intervento estremo, quello che ne cancellera' in maniera inequivocabile la fisionomia naturale,l'anima, la storia.
Detto questo, dati e documenti alla mano-va da se' che il tutto avviene all'italiana, e ognuno declini da se' questa locuzione-veniamo alle cose di casa nostra.
Rimini.
Non capisco cosa rimane da decidere a noi cittadini sulla 'nostra' città,forse dove verranno sistemate le fioriere nei prossimi dieci anni.
Non capisco questo abito di 'democrazia' paternalistico e melenso intorno alla realizzazione del progetto di'riqualificazione' urbanistica della città.
Sarebbe stato assai piu' dignitoso un intervento di autorità, chiaro, antagonista,almeno avremmo saputo con chi avevamo a che fare.
Il 'buonismo' da grigliata all'aperto contrabbanda una decisione gia' presa,un sistema di intervento deciso tra grossa imprenditoria locale,manipolo di 'tecnici' consenzienti e amministrazione.
Nessuno ci venga a dire che è stato a Barcellona.
Tutti abbiamo viaggiato un po', chi piu' chi meno,abbiamo visto, giudicato e pensato.
Io ho amici e parenti stranieri che a Rimini non cercano lo scimmiottamento di Londra o Buenos Aires, ma la peculiarità di una città adriatica con la sua storia,anche se aperta ad un futuro che tutti sappiamo alle porte.(Appena un'ora fa amici di Praga ridacchiavano degli 'ecomostri' fronte darsena)
Il problema è che non si puo' entrare in un territorio facendo man bassa, partendo da progetti costruiti a tavolino,su modelli astratti ed omologanti,validi per realtà diverse,sognati da manipoli di 'esperti' che fanno i buontemponi.
Una città è innanzitutto la casa di chi la abita.
Rimini ha una marina bassa e sabbiosa,un centro storico di antico impianto romano,la specificita' dei suoi quattro borghi ed infine una periferia sfuggita ad una regola,appesantita da un traffico selvaggio e da un'urbanistica di dubbia conduzione.
Un piano abitativo razionale,sistemi di smaltimento del traffico,depuratori,servizi, luoghi di aggregazione e di interesse collettivo:potrei continuare all'infinito nell'elenco delle priorità.
C'era una volta in cui i quartieri,luoghi di democrazia del territorio,avevano da dire la loro anche sulla costruzione di un solo marciapiede.
Ma se il destino fatale di Rimini è quello di una immensa macchina da soldi-nell'immediato,secondo piani miopi ma inarrestabili,privi di considerazioni di piu' ampia portata economica europea ed internazionale-di uno scimmiottare le megalopoli europee a prescindere dalla sua specificità naturale e storica, a noi che non ci troviamo bene in questo sistema non resterebbe che andarcene.
Per favore, almeno non fateci fare le scimmiette che 'dibattono''

lunedì 7 luglio 2008

COMMIATI



Se ne è andata in questi giorni Maria Grazia Torri,un'amica di cui avevo parlato anche in questo blog.
Cara persona, intellettuale di levatura alta,pur nella originale, personalissima espressione di sè.
Impegnata su fronti difficili,mai ridotta nè omologata,
E' stata nominata nei blog,dai suoi colleghi, critici d'arte, giornalisti, artisti e con qualche trafiletto sulla stampa locale,in questi giorni in cui la sua città,dove era tornata, viveva un momento tra i piu' caotici e stralunati.
Nella mattinata del commiato, la famiglia le ha regalato la voce splendida di una soprano che ha chiuso la cerimonia con un'Ave Maria.
Noi, un gruppetto di vecchie amiche,ci vedremo per una cena,mercoledi' sera, cosi' come usa,per ricordarla e per ridere un po' di noi.
Nel frattempo, le dedico alcuni versi del poeta cesenaticense Marino Moretti,di cui lei diceva essere stato un prediletto del babbo Giorgio;le farebbero piacere la leggera ironia,la raffinatezza contenuta,il sapore di salsedine marina di cui odorano.

....Poveri illusi,si va
in cerca di felicità
verso città sempre nuove,verso l'ignoto e la sera
....
(da 'IL giardino della stazione')

xxxxxxxxx

....Le poverazze*:cronache dell'io
Le poverazze:cronache di pena
Le poverazze:scelte per la cena
....
(da 'Le poverazze')

* Sono dette 'poverazze' quegli umili molluschi marini comparsi per decenni sulle mense della povera gente delle marine adriatiche

giovedì 3 luglio 2008

INFORMAZIONI CLANDESTINE



Aiutatemi a ricordare come si chiamava l 'editoria clandestina sovietica ai tempi del furoreggiare del regime a noi noto. Ecco, ci fu una volta-facciamo dieci anni fa-che un ex collega,persona mite e colta, mi passò in biblioteca-e pareva un documento 'clandestino' anche allora, figurarsi ora, qua in Riviera!- una cassetta di Gianni Celati su alcuni paesaggi della bassa ferrarese.
Uno splendore.Poi i ragazzi impararono a descrivere addirittura i sottopassi, e le barriere di plexiglass, utilizzando alcune indicazioni li' presenti. A guardare la realtà,anche quella piu' prosastica, per leggerla come 'presenza' artistica.
A parte l'antipatia di Gianni Celati che poi ebbi modo di misurare, posso dirlo tanto lui questo blog non lo leggera' mai.-Gli avevo chiesto un'informazione,qualcosa e mi liquido' con una balla che non sto a descrivere per delicatezza.-
Dicevo, antipatia di Celati a parte, Celati resta un grande.
Semisconosciuto ai piu', ma forse l'unico grande scrittore del settentrione d'Italia dopo Fenoglio.
Per originalità, per visionarieta', eccetera.
Ma non è questo il problema, qui.
Il problema qui è quel senso di clandestinità con cui ora parlerei di alcuni temi
'padani',mentre fuori di casa mia furoreggia l'estate dei Grandi Eventi.
Per esempio, quel 'tremolar della marina' che crea una visione tutta adriatica delle cose.
Quella dolcezza struggente di un mare basso, sabbioso, che svanisce e non si impone.
Il vero criterio vincente, originale di questa terra.
Linee chiare, pulite, spazi, orizzonti liberi.Basterebbe che qualche urbanista si concentrasse un po', per accorgersene, e per partire da lì ,da questa originalità.
Ne nascerebbe un paesaggio lunare,sì,ma largo,di respiro,tutt'altra cosa rispetto ai progetti violenti che girano in questi giorni. Così , come Celati narrava dell'assoluto mistero che circonda alcune case stile anni cinquanta della bassa ferrarese,ne' belle ne' brutte.Stanno, con quell'aria che tremola loro attorno.
Provate a descriverle,nel momento panico, quando tutto attorno tace.
Cosi', sono convinta che il 'genius loci' di questa terra abbia ceduto il passo all'altro spiritello, quello eternamente 'fatto', per intenderci.Clownesco e mitomane.
Insomma, ci ho girato attorno perchè non volevo arrivare a dire questa frase:
'Ma cosa si sniffano, qua da noi,gli amministratori e gli operatori, per spararle cosi' grosse,sempre piu' grosse e darle per buone a noi poveri allocchi? '