lunedì 17 agosto 2009

LE CITTA' INVISIBILI 4/ AI BORDI


C'e una vibrazione particolare dell'aria negli anfratti nascosti delle citta' di tutto il mondo-quelli di cui nessuno parla- che da un tono al tempo e vanifica le stagioni.
E' un sussurro, un vento flebile,sfiora le persiane malandate dei vicoli,i cornicioni impomatati di polvere e i residui dell'inquinamento,tace al primo rumore,alla prima nota alta.
Un esercito stralunato di eroi della sopravvivenza si lascia accarezzare al crepuscolo, e nelle prime ore dell'alba. Scompare quando il sole è allo zenit e quando i notiziari rimbombano di balcone in balcone.
Esistenze ricche di memoria,tacquini viventi di brani di storia che nessuno vuole ascoltare.
Vecchi attaccati ai minuti che passano veloci,affezionati alle cose di tutti,incuriositi dalle piccole avventure di strada,fratelli laddove anni prima erano stati antagonisti.
Giovani spesso ubriachi,che si appoggiano ai tavolini dei bar,esibendo cartine di viaggio.
Donne ancora giovani che hanno perso tutti i treni e si trovano a guardare le vetrine
Esistenze.
Giu', giu', fino all'arte di arrangiarsi in tutti i modi,un attimo prima dell'elemosina.
Esistenze di tutte le citta' del mondo.
Adolescenti, ancora bambini, che crescono come ceppi di gramigne spontanee,a volte si raggruppano e si accudiscono,si fermano prima del rischio fatale, trovano un modo.
Hanno il cellulare, intrecciano messaggi nell'etere,si proteggono con le spalle curve e trascinano sacchetti di plastica.
Un esercito silente, e ci fosse un pifferaio di Hamelin che lo chiamasse fuori, a cantare una canzone, a guardarsi in silenzio,almeno per qualche minuto.
A dipingere il proprio mare di sogni,la consistenza delle proprie lotte,gli affetti che se ne sono andati.