mercoledì 14 gennaio 2009

VANITA' DELLE VANITA'


Mi piacerebbe capire.
Capire la Storia, innanzitutto.
Perche' ci sono contingenze umorali ed emotive,politiche ed antropologiche, e c'è la Storia degli uomini e dei popoli ed ho spesso l'impressione che, anche se ci agitiamo tanto, non ci sia niente di nuovo sotto al sole.
L'eterno andare degli eventi, le forme diverse della crosta terrestre, ripropongono quelle due o tre cose, in fondo.
Si nasce, ci si agita per un'ottantina d'anni, se va bene, poi si muore .
I migliori cercano l'onesto conversar cittadino , gli altri si accontentano di un aperitivo al bar e di un po' di shopping.
Tutto qua.
Piu' semplice a dirsi che a praticarsi, ma se fosse chiaro, dalle prime ore del mattino, che quel bel pandemonio che chiamiamo mondo si regge su due o tre assi portanti , forse avremmo le idee piu' chiare.Non scevre di un pizzico di...cinismo? E' corretto dire cinismo?
Forse no, forse meglio dire chiarezza intellettuale senza bufale o inutili accomodamenti.

Tutto questo delirio mi deriva da un chiodo fisso di questi giorni, il tema della guerra.
La guerra in Medio Oriente, sotto gli occhi mediatizzati di tutti noi, la guerra che non ho conosciuto di persona, per fortuna, ma che pure agita tanta parte del mondo,la guerra che si respira, nelle contraddizioni del nostro vivere ordinario.
Scoppia,come un bubbone incurabile, esplode, fa parte dell'umana avventura.
E pensare che mi pareva fatto qualche passo, nella direzione della costruzione del TABU'della guerra, sembrava ci fossimo arrivati,nel Nostro Novecento.
Invece uno dei motori del commercio internazionale è dato dal traffico di armi, e la distruzione sembra l'attivita' piu' produttiva.E i conflitti tribali fanno saltare le viscere dei popoli.
Siamo alla frutta,forse ha ragione G:,l' ultimo monello dell'ultimo banco, che tra uno sbadiglio e l'altro,mentre tira i pallini, dice che ha saputo da un suo amico che ha visto una trasmissione che gli ha suggerito sua zia che fra tre anni il mondo finira'.