martedì 5 maggio 2009

LETTURE DI MIA MADRE/MARTIN EDEN


'Martin Eden' di Jack London, era il libro prediletto di mia madre.
Lo aveva letto da adolescente, forse ancora bambina:nata nel 1926 a dieci anni si trovava sul baratro del regime e delle imminenti leggi razziali.
A scuola vestiva, come tutte le sue coetanee, da figlia della lupa.
Eppure era riuscita ad immergersi in quella lettura che io ricordo-ma dovrei rileggerla-come un inno dell'individualismo pionieristico americano.
L'inno dell'individuo che si eleva, da ignorante marinaio a scrittore,entrando in dialettica con quel sistema americano che si avviava a celebrare i riti dell'edonismo capitalistico, del possedere per essere e dello 'status' come raggingimento del piccolo paradiso in terra.
Di Martin Eden -personaggio ricordo la fisicità e quelle lunghe solitudini, l'impeto della scrittura come bisogno del corpo prima che dell'anima.
Lo lessi la prima volta in montagna, in val Pusteria, seduta davanti ad una cresta di piccolo rilievo scuro di boschi,pensando che mia madre lo aveva prediletto.
Lo dovro' rileggere.
In fondo credo anch'io nella solitudine dell'individuo, in quel limite invalicabile della propria stanza,chiamala coscienza, chiamala destino individuale.


Jack London, 'Martin Eden '