lunedì 5 ottobre 2009

LA TERRA TREMA


Non vedo futuro senza un coraggioso, globale sistema di riflessione su tematiche ambientali.
L'ignoranza dei piu' deborda,sovraccarica quel poco di educazione popolare che è venuta affermandosi negli ultimi trenta anni.
Mentre i mari asfittici custodiscono cadaveri di navi radioattive e le case delle citta',non ancora sanate da componenti letali come asbesto-amianto, uccidono i propri inquilini.
L'ambiente terracqueo grida urgenze improrogabili.
Davanti a queste urgenze, ogni new-economy dovrebbe ridisegnare le sue coordinate cartesiane di riferimento.
Riqualificare sistemi produttivi, depurare industrie farmaceutiche,acque potabili,creme solari,sistemi di colture agricole,fonti energetiche, sistemi di trasporto e idee di turismo. Ridisegnare criteri abitativi e relazionali.
Non vedo altra strada.
Nelle scuole si dovrebbero insegnare il rispetto e la tutela dell'ambiente,come elementi prioritari per la sopravvivenza ,come materia di base,insieme alla storia.
Il resto è optional.
Invece balbettii ridicoli inducono eternamente alla ricerca dell'utile quotidiano, dell'opportunità migliore da cavalcare.
Manca una ragnatela di pensiero su tematiche ambientali.
Solo chi ha visto amici morire a decine e non ha dati statistici neutri di conforto, sa cosa questo significhi.
Amici che hanno lasciato in eredita' che questo si dica.
Credo che altri luoghi del mondo, che non sono la nostra povera Italietta borbonica, abbiano realizzato questo dato elementare da tempo.
Datolo per sicuro,si potrebbe poi partire per il resto.

Se non si tutela la vita, su cosa si arranca?