venerdì 8 febbraio 2008

SULLA PICCOLA EDITORIA


Chiunque abbia avuto a che fare con un piccolo editore indipendente avra' sicuramente da dirne tante. Se gli è stato chiesta una partecipazione monetaria all'opera, ma anche se non gli è stata chiesta. Se gli è stata chiesta 'in itinere', o anche solo se gli è stato chiesto di pagarsi la carta igienica dei bagni della redazione, insieme a una picola parte della bolletta della luce e del gas. Nel vasto pelago dell'editoria piccola e indipendente si incontrano brave persone, situazioni di nicchia,amatoriali, di cui ci si chiede come facciano a cavarsela, si incontrano anche ragazzotti ricchi di famiglia che di serieta' professionale non conoscono neppure l'ombra.
Di contro, gli autori, i tanti autori di cui pullula il sottobosco del mondo della piccola editoria, sono anch'essi personaggi da prendere con le pinze.
Intanto perche' quando uno arriva li', alla mitica pubblicazione di quelle parole che ha partorito, strapazzato per strada o conservato nel cassetto , subisce una piccola trasformazione genetica. Si 'sente' improvvisamente 'un autore'
Quel pizzico di mitomania che celava nel fondo delle tasche emerge, scatta qualcosa che è salubre, cioe' è desiderio di comunicazione, di creazione ,ma condita da quell'endorfina particolare che un po' camuffa, devia, intorbida le acque,l'endorfina del narcisismo da edizione.
C'è un personaggio che gira in Riviera, si è chiamato da se' 'Magic Voice', ha scritto negli anni sessanta una canzone 'Ciao ciao Lulu', e da allora tappezza la città di manifesti:' io sono il piu' grande re del rock,venite a sentire Magic Voice'. Ormai sara' vecchiotto, ma è rimasto li', a quella maschera di se' che ha creato.
Ecco, chi ci grantisce dal rischio di crederci tanti 'Magic Voice?', stante la situazione assolutamente paludosa, inidentificabile, della piccola editoria?
Dico della piccola, perche' della grande non se ne parla neppure. La grande Editoria in Italia è accorpata in quei due o tre titoli, forse nelle mani di un unico padrone,non so bene.
Protetta da una rete invalicabile di settori di marketing , abilissimi nella creazione del prodotto, già organizzato e precotto ancora prima di essere partorito.Inavvicinabile.
Forse, l'unico consiglio per chi si imbatte in un piccolo editore è collaborare, si', dare una pulitina in redazione, si', pagarsi le pizzette e l'ISBN(codice meccanografico che identifica un libro),ma tenendo gli occhi aperti, guardandosi attorno con ironia, senso critico e,soprattutto, facendo tutto da se'. E cercando pareri autorevoli al proprio lavoro tra le persone di cui si ha fiducia.
In libertà.
Il mercato?
L'obiettivo è non ridursi al fare i mercatini dell'usato con i propri libri rimasti li'.