domenica 14 settembre 2008

IL PANE DI ABDUL




Chi difende ad oltranza la vita di poveri esseri legati a nutrizioni artificiali, legati a macchine e segno della crudelta' di noi a noi stessi, dovrebbe rispondere con altrettanta passione civile all'aggressione razzista per cui un giovane uomo di colore è stato massacrato stamattina a Milano, in pieno centro,al grido di ' sporco nero', accusato di aver tentato di sottrarre pane o forse biscotti da un furgone e colpito alla testa con spranghe.
Chi cerca un suo ordine o un suo dio ,qualunque legittimità di potere abbia e non vede il corpo di un ragazzo ucciso cosi' nel centro di Milano è un disturbato, gli possiamo concedere qualche colloquio con uno psicologo dell'ASL, ma finisce li'.
Quando poi all'aggressione mortale vengono aggiunte frasi di odio razziale, ogni commento è superfluo.
E se ne faranno di commenti,se ne cercheranno di mediazioni mentali.
Ma a questo punto non importa neppure sapere l'esatta dinamica,alla storia è stata consegnata questa immagine.
Abdul, diciannove anni, cittadino italiano di colore,massacrato con spranghe vicino
ad un furgone di pane nel centro di Milano con grida di odio razziale.
Anno 2008,Milano, Italia.