venerdì 28 dicembre 2007

ERA SOLO IL 2003


Era solo il 2003, era di marzo e c'era da tempo lo spettro della guerra in Iraq.
A scuola se ne parlava molto, eravamo un gruppo di buoni amici, ed era venuta fuori un'iniziativa che chiamavamo'antologia della pace'.
Non era che un'occasione per riflettere, chiedersi in modo naturale, semplice ed urgente, il perche' della guerra nella storia, e insieme cercare di capire 'questa' nostra storia, la nostra contemporaneità.
Ci siamo voluti molto bene,con quel piccolo gruppo di amici, ancora ci vediamo ,per una pizza, o per scherzare di noi.
E intorno i ragazzi capivano che facevamo sul serio, non c'erano ne' 'se' ne' 'ma'.
Un tentativo approssimato ma da protagonisti, e mentre io curavo un piccolo libriccino, sapevo che era quello il modo giusto per dire parole,assemblare punteggiature, tirar giu' periodi in quella situazione e in quel momento.
Era solo il 2003, e intorno c'erano i cortei per la pace. Pacifisti, qualunquisti,ingenui, quello che ti pare, ma se ne parlava.
Un mio vicino di casa, un signore di origine piemontese e di fede evangelica-il figlio, naturalizzato americano,con moglie americana e filo-Bush ,-discuteva di questa storia della pace sul cancello di casa quasi ogni giorno.
Se ne parlava.
E quando a scuola , in un'assemblea d'istituto,-accaldata,sentita, con alcuni colleghi che-ahime' avevano capito quasi niente, e chiamavano fuori per finire le interrogazioni del quadrimestre i piu' somarelli,senza aspettare un altro momento piu' opportuno -venne a parlare un ragazzo che aveva fatto il servizio civile nella ex- Jugoslavia, io gli dissi che non condividevo niente di quello che diceva e faceva,che la vita,con quelle premesse fragili, lo avrebbe inquadrato in un opportunismo bieco.
Pero' se ne parlava.
Da quel 2003 ad ora sembra siano passati almeno cento anni,anzi molti di piu'.
Cento anni di fatica a vivere nel sociale, di necessità di cautele, di terra arida intorno,di timori guardinghi e di sistemi difensivi.
Ma cosa ci hanno fatto in meno di cinque anni?
Quanto letame, quanta inedia, quanta nullità,quanta ragionieria del 'meno peggio' ci hanno buttato addosso?
Gli ambienti si sono rimpiccioliti,campeggiano i piccoli capetti mediocri,la burocrazia della banalità, il mondo, paradossalmente ampio, vicino, fruibile,'internettizzato', si è fatto un fantasma vagante, e ci arrivano echi di deflagrazioni, cronache di mutilazioni, fino a quest'ultimo eccidio di ieri in Pakistan.
I cronisti recitano tra un botto e una canzonetta che sono in gioco gli equilibri mondiali,ma basta fare 'zappig' sulla 'pruderie ' di turno che pare sentirli aggiungere:' scusate,ci eravamo sbagliati, falso allarme,continuate tranquilli lo shopping'.
Entrano nelle nostre case i brandelli di un'epoca storica che pare non ci riguardi piu'.
Ci arrivano dai 'media' e noi registriamo inebetiti.
Finite le feste, torneremo a dirci la nostra noia, la nostra stanchezza,e le nostre piccole strategie per sopravvivere.
Per fortuna sono spuntati fuori questi blog.
Ma non basta.Ma cosa ci hanno fatto?Chi ci ha ridotto cosi'?