mercoledì 26 marzo 2008

IO FO L 'OSTE




'Io non c'entro, io fo l'oste'.
Una delle frasi piu' famose della letteratura italiana, italiana nel senso che ha colto le viscere della penisola, le sue budelle, le anse segrete del suo intestino.
'Io fo l'oste'-dice il piu' famoso oste manzoniano e vuole dire:'Caschi il mondo, quello che conta per me è la mia bottega'.
Ho in mente tre esempi, a sostegno dell'italianità dell'oste:
le tanto chiacchierate mozzarelle di bufala campane alla diossina, che in questi giorni ci hanno un attimo avvelenato la siesta pasquale: pare che uno dei problemi che premono sia il calo delle vendite di dette delizie.
Cosi' diceva il signore-non ricordo a quale titolo, ma era un buon titolo-interrogato all'ora di pranzo.
Ironia del percorso gastrico!
Ma almeno lasciateci mangiare beoti e contenti!
Due:i commercianti che vendono alcolici ai bambini, compresi i gestori delle discoteche.
Otto euro una brodaglia colorata dai componenti oscuri , ad altissima gradazione alcolica.
E adesso ci vuole poco, a dodici anni, a dimostrarne quindici,per rassicurare il bottegaio.
E giu', tanto per sballare un po', dopo l'interrogazione di matematica.
Terzo:Rimini, Rimini, ahi! la mia Rimini!
Quintessenza dell'oste, bottega a cielo aperto, clownerie dell'improbabile.
Ricordo un episodio:correva l'anno 1989, tutto l'Adriatico era coperto da un manto mucillaginoso. L'unico che ci ando' vicino, nelle profezie, fu il nostro eterno Andreotti-si', proprio lui-che disse:'Passera'-
Un bagnino di casa mia, invece, assicurava a tutti i tiggi.''Da me questo non succede. Al mio bagno le mucillagini non arrivano, non glielo permetto'
Quando un oste sa anche comandare alle acque.