domenica 11 settembre 2011

ERAVAMO QUATTRO AMICI


Dell'undici settembre duemilaeuno e della sua mitografia tragica ho una percezione esistenziale lucida:fu l'ultima occasione in cui le collettivita' a me vicine si interrogarono seriamente sull'unica cosa seria che tutti ci accomuna:la storia.
Eravamo un piccolo manipolo di amici, a scuola,e mettemmo in piedi una cosa chiamata poi 'Antologia della pace'.
Un lavoraccio di fatica, dedizione e tanti errori che giro' parecchio, con plausi unanimi.
Era un'esperienza senza preconcetti,vissuta in liberta' e discrezione,quasi in punta di piedi.
Ricordo che un anziano vicino di casa quasi si altero', a sentire parlare di pace.
'Pace,pace!' urlo' dalla finestra'ma cosa capite voi di pace!'
Era la voglia di verità.
Quanti interrogativi.
Mi capito' di fare un viaggio fino a Roma in compagnia del giornalista Giulietto Chiesa,che aveva dell'evento una sua lettura,esposta anche ai 'media'.
Ascoltavo.
Il vero undici settembre dell'Occidente è stato poi anche il resto:l'assenza di intelligenze,di sistemi di ricerca della verita',di coraggio nell'interpretazione.
Noi,poveri quattro amici,ogni tanto ci si vede,con affetto,un po' smarriti.