domenica 30 marzo 2008

COSA BOLLE


Cosa bolle in pentola, nella vita delle persone, nel girovagare dei gruppi, delle intenzioni, delle aggregazioni, nella volontà di ricerca di forme nuove e di nuovi sistemi di comunicazione ?
Pareva una novità questa dei blog, ed è gia' storia.Si va avanti, si cerca e quasi mai si trova.
Oppure si trova o si crede di aver trovato.
Perche', tanto per citare ancora Andre' Gorz,'quando tutto sara' stato detto,tutto resta ancora da dire, e tutto restera' sempre da dire'.
Cosa bolle nelle pentole, in questo tempo stralunato e vago, aggressivo e intimidito?
Non lo so. Cose vecchie, contrabbandate per nuove,ritorno a grammatiche elementari. Cose realmente nuove, da leggere e interpretare,segnali del futuro ,magari nascosti nell'ignoto compagno della porta accanto, o nelle facce incerte che stanno davanti a te,al bar dietro casa.
Lo spirito soffia dove vuole, diceva la vecchia massima evangelica. E mi crea un pizzico di malinconia, ripeterla, è come se mi avessero defraudato di qualcosa, con tutte le impalcature innalzate sopra quelle due o tre domande essenziali.
Nuove religioni,nuove ingenuità.
Gira una barzelletta,nella scuola, sulla misura dell'arguzia dello studente di oggi,che dovendo andare a Bologna, da Forli', crede di dover passare per Bari.
Si gira, si gira, ma cosa c'è di nuovo, sotto al sole?
Occorrono occhi liberi, un buon giornalismo, antenne accorte per rispondere.
Altrimenti, si fanno dei gran girotondi davanti al fuoco, e il fuoco langue e rimagono le ceneri,si fa ancora freddo.
Un giorno, scherzando con una vecchia amica che ha costruito sulla sua pelle tutta una scienza medica, per necessita' , si diceva:'Apriamo uno studio 'alternativo' ,dove insegnamo una sequela infinita di cose ovvie,della serie: 'non stare nelle correnti quando sei sudato',bisogna solo indovinare un buon titolo.
Ecco, a volte ho l'impressione che nel nostro tempo si rimpastino ovvieta', cambiando la targa,all'entrata.
Si va dagli Appennini alle Ande, ma solo per far notte.

venerdì 28 marzo 2008

UN AMORE COSI'


Infilo la lettura di questo piccolo libro prezioso tra le vicende del giorno,con gli onori delle armi e tutti i miei rispetti , se mai arriveranno loro, alla Sellerio Editore di Palermo,per queste scelte di qualità altissima, alla faccia del mercato di massa.
Niente mi distrae dalla lettura cocciuta e appassionata:i consigli di classe, la cucina da pulire, quel po ' di spesa da fare,le questioni domestiche mai appianate,il mondo che gira,e anche un fastidioso prurito che va e viene alla spalla destra.(Siamo al punto che basta un soffio di prurito e, dopo aver consultato Wikipedia, e già possibile diagnosticarsi due mesi di vita : non sara' che ci hanno tolto un po' di entusismo, quello che anche a ottant'anni si puo' ancora avere?)
A proposito di ottant'anni, ecco un passo di questa meraviglia di piccolo libro e di grande testimonianza d'amore:
'Stai per compiere ottantadue anni.Sei rimpicciolita di sei centimetri,non pesi che quarantacinque chili e sei sempre bella,elegante e desiderabile.Sono cinquantotto anni che viviamo insieme e ti amo piu' che mai.Porto di nuovo in fondo al petto un vuoto divorante che solo il calore del tuo corpo contro il mio riempie.'
E' solo l'inizio. Dopo è peggio. Cioe', è tutto incredibilmente vero, chi abbia un po' di familiarita' con le parole scritte se ne accorge alla prima riga.
E' Andre' Gorz, il filosofo della 'gauche' francese, austriaco -ebreo di origine,-già direttore di 'Les tempes modernes', la rivista di Jean Paul Sartre e fondatore con Jean Daniel di'Nouvel Observateur'-e sono le parole che dedica alla moglie Dorinne,sei mesi prima di suicidarsi con lei, malata terminale di una malattia progressiva e incurabile, con cui entrambi avevano convissuto gli ultimi trent'anni del loro amore.(Andrè Gorz, 'Lettere a D. Storia di un amore',Sellerio editore, Palermo)
Il carattere di 'amour fusionnel' che ha segnato la loro storia sentimentale manda una luce chiara ed inequivocabile su tutti i tentativi di 'educazione sentimentale' degli ultimi duecento anni.
E' un esempio fulgido di totalità possibile, qua sulla terra.
Dalla parte della 'rive gauche',nel cuore del mondo, dentro l'esercizio della libertà e dell'intelligenza e accanto al 'cogito' sartriano.
Un evento, una realtà,una quotidianità,un miracolo,in 'una condivisione crescente delle nostre attività e nello stesso tempo una crescente differenziazione delle rispettive immagini di noi'(pag.41)
Si',sono solo a pagina quarantuno e devo scappare, ma mentre leggo e cito, il prurito mi è gia' passato.
Se è esistito sulla terra un amore cosi'.

mercoledì 26 marzo 2008

IO FO L 'OSTE




'Io non c'entro, io fo l'oste'.
Una delle frasi piu' famose della letteratura italiana, italiana nel senso che ha colto le viscere della penisola, le sue budelle, le anse segrete del suo intestino.
'Io fo l'oste'-dice il piu' famoso oste manzoniano e vuole dire:'Caschi il mondo, quello che conta per me è la mia bottega'.
Ho in mente tre esempi, a sostegno dell'italianità dell'oste:
le tanto chiacchierate mozzarelle di bufala campane alla diossina, che in questi giorni ci hanno un attimo avvelenato la siesta pasquale: pare che uno dei problemi che premono sia il calo delle vendite di dette delizie.
Cosi' diceva il signore-non ricordo a quale titolo, ma era un buon titolo-interrogato all'ora di pranzo.
Ironia del percorso gastrico!
Ma almeno lasciateci mangiare beoti e contenti!
Due:i commercianti che vendono alcolici ai bambini, compresi i gestori delle discoteche.
Otto euro una brodaglia colorata dai componenti oscuri , ad altissima gradazione alcolica.
E adesso ci vuole poco, a dodici anni, a dimostrarne quindici,per rassicurare il bottegaio.
E giu', tanto per sballare un po', dopo l'interrogazione di matematica.
Terzo:Rimini, Rimini, ahi! la mia Rimini!
Quintessenza dell'oste, bottega a cielo aperto, clownerie dell'improbabile.
Ricordo un episodio:correva l'anno 1989, tutto l'Adriatico era coperto da un manto mucillaginoso. L'unico che ci ando' vicino, nelle profezie, fu il nostro eterno Andreotti-si', proprio lui-che disse:'Passera'-
Un bagnino di casa mia, invece, assicurava a tutti i tiggi.''Da me questo non succede. Al mio bagno le mucillagini non arrivano, non glielo permetto'
Quando un oste sa anche comandare alle acque.






martedì 25 marzo 2008

VIDEOGAMES


Il contatore dei militari americani morti in Iraq-sul campo,perche' poi ci sono tutti gli altri,i reduci che muoiono-è arrivato a quota quattromila. Un bel record di civiltà e di democrazia, non c'è che dire.
Ormai la pubblica opinione tratta questi numeri come i 'game-over'- di un enorme videogioco.
I neuroni cerebrali si sono adattati.
I ragazzi, poi, che tra i videogiochi ci passano gran parte del loro tempo, non ci fanno su una grinza.
Morto piu' morto meno.
C'è un video-game della GTA San Andreas-marchio leader del settore-,che fa brillare gli occhi ai quindicenni intitolato:'Suicidarsi' .
Non l'ho mai guardato, ne ho guardato di sbieco un paio di altri:un delirio subliminale di distruzione ,nihilismo e vuoto contrabbandato per innocuo passatempo.
Ma,se a scuola,invece della bufala dei crediti-debiti-recuperi,per la cui attivazione la spesa è un altro enorme buco nero a carico di questa specie di stato, il garante dei minori facesse una bella incursione nell'industria dei video-games?
A nessuno viene il sospetto che sarebbe piu' semplice per tutti,dopo?
Magari tornerebbe meglio anche la vecchia tiritera del complemento oggetto piu' soggetto e predicato,no?
Che argomento noioso, eppure ci tocca.
Pausa pasquale, e poi ci tocca questa roba .
Ci tocca stare qua, e fare tutti questi conti:di quanti cervelli se ne vanno, in senso figurato e reale.
Quelli buoni, se ne vanno altrove perche' qua non riescono a starci, stretti in queste quattro mura italiane di bizantinismi clericali e mafiosetti.
Quelli gia' mezzi fradici se ne vanno via ogni minuto , per sentieri virtuali, sulle tracce degli eroi della San Andreas e c.

Ci tocca, ahime', ci tocca.

sabato 22 marzo 2008

BUONA PASQUA



Buona Pasqua a chiunque passi di qui






Cammino piano, qua sotto.


Cammino piano, qua sotto
al terzo piano dorme un condomino
morto.E' tornato morto stasera
dall'ospedale,gli hanno salito
le scale,gli hanno aperto la porta
anche senza suonare,ha usato
per l'ultima volta il verbo entrare.
Ha dormito con noialtri condomini
essendo notte sembrava a noi uguale
ha dormito otto ore ma poi ancora
e ancora e ancora oltre la tromba
mattutina dei soldati,oltre il sole
alto nel cielo,ora che noi ci muoviamo
non è piu' a noi uguale.E' un condomino
morto.Scendera' senza piedi le scale.
Era gentile,stava alla finestra
aveva un canarino,aveva i suoi millesimi
condominiali,guarda gli stanno spuntando
le ali.


(Vivian Lamarque, da' Una quieta polvere')

giovedì 20 marzo 2008

D'UN TRATTO NEL FOLTO DEL BOSCO




Mi sono messa in ciabatte, dentro un paio di ciabatte vecchie e comode, quando ho letto, in meno di un'ora, 'D'un tratto nel folto del bosco' di Amos Oz,regalo di compleanno mai fu piu' indovinato.Quando mi metto in ciabatte a leggere vuol dire che sto a casa,non c'entra il bello o il brutto,neppure il giusto o l'ingiusto,
Sono a casa, punto e basta.
Questo è un piccolo libro di un centinaio di pagine, una favola,forse a tratti neppure completamente armonica, in parte forzata,non bellissima.
Diversi fili sotterranei la sorreggono, l'intento moraleggiante non ne uccide l'inquietudine,il 'quid' che ne agita l'animo.
La storia e' quella di un villaggio in cui sono scomparsi tutti gli animali.
Spettera' a due bambini,Mati e Maya, svelare l'arcano trasgredendo le regole severe della collettività, una notte si inoltreranno ,appunto, nel folto del bosco, dove incontreranno il presunto demone Nehi,accusato di essere l'artefice del maleficio.
Nehi non è un demone, in verità,ma solo un ex-bambino infelice, isolato e deriso.
Esempio di diversità,come gia' un altro bambino presente nella storia, quel Nimi, ammalato di uno strano morbo,il nitrillo.
Storiella apparentemente banale, se non fosse percossa da un fiotto di inquietudini sotterranee,di allusioni, di detti-non -detti,di indovinelli.
Intanto, questa grande paura.Una paura totale, paralizzante,di cui chi legge si chiede ragione. Come un 'horror vacui' che paralizza, la faccia della gorgone, la cenere ,qui, ora.
pag.63,ho sottolineato una frase:.'E per un momento passo' nel cuore di entrambi il terrore di un prodigioso incantesimo,la paura di un giorno che non era giorno e di una notte che non era notte.'
Poi il tormentoso anelito ad un paradiso che puo' esistere.
pag. 113.'...anche noi potremo uscire dal folto del bosco e tornare al paese e vivere la nostra vita in casa e in cortile e nei campi e al pascolo e sulla riva del fiume, la mia sete di vendetta si secchera' e se ne andra' via da me come una muta di serpente e noi lavoreremo e ameremo e andremo a spasso e canteremo e suoneremo e giocheremo,senza predare e senza essere preda ...'
Nel mezzo,molti temi, detti e sottintesi :il destino del 'diverso', non si sa in cosa e perche';la comunione con il mondo animale,il tenero conforto che i muti amici degli umani sanno offrire,anche quando questi sono stupidi e insensati,figure stilizzate in una dolce coralità di villaggio, sapori e odori della terra.
Un affetto che circola, tra le righe,buono sulle cose,indulgente,e fa stare meglio anche se tra le righe circola l'apocalisse.


mercoledì 19 marzo 2008

PELLEGRINI GLOBALIZZATI




L'ultimo di cui ho saputo sarebbe partito tra breve per un master di economia in Messico.
Alcuni degli altri,nominati a caso ,si impegneranno in:
ricerche medico-cliniche in Brasile, stage di sociologia varia in Amazzonia, 'sportelli' di acoglienza nei Territori Occupati(quali? Tutti quelli che sono occupati da qualcuno che si imponga imperialisticamente come dominatore),task-force di pace in crocevia di armi terra-aria,studi sul campo degli accoppiamenti dei lepidotteri in Australia,azioni non-violente di preparazione-colazione-pranzo-cena ad anoressiche tailandesi,azioni coatte di sottrazione-cibo ad obesi, bulimici ,colesterolemici latino-americani,riverniciatura delle bidonville negli slums periferici delle metropoli dove è meglio non avvicinarsi,con 'performance' creative sul campo.
Eccetera.
Il tutto, incanalato in miriadi di progetti assistiti , che partono dalle Universita' di tutto il mondo, e mettono in circolo il fiore della meglio gioventu' del pianeta.
Bel movimento, vero?
Bellissimo,questa è la gente che ha in mano il futuro.C'è veramente da crederci, in un futuro migliore, con questi al timone.
Se non fosse che:
qua in Italia ci governeranno i de Mita,i Casini e i cardinal Bertone, se va bene : il nostro futuro lo avranno in mano loro;
c'è un sospetto:le processioni dei migranti sono spuntate nella storia quando le società erano sovraccariche, sature.Che questo sia un bel sistema per toglierseli di torno in blocco, i nostri rampolli?
Il sospetto è lecito,anche se non perfettamente verificabile.
E poi, chi glielo spieghera' ai baldi giovani da che parte ricominciare,quando le prime avvisaglie della sera caleranno sugli splendidi tramonti degli altri mondi?
Non lo so.
Intanto, che vadano dove li porta il cuore.
Tutti sappiamo che 'non si nasce imparati'.

domenica 16 marzo 2008

FERMIAMO IL DRAGO







Ecco perche' i popoli hanno inventato le fiabe,perche' non è possibile contenere nella descrizione realistica, descrittiva, gli avvenimenti del mondo.
All'alba dei tempi cosi'è stato, e nel tempo globalizzato ed iconico continua ad esserlo .
Come si puo' parlare da casa nostra delle questioni del mondo, dal comodo e pigro pomeriggio di una domenica qualunque, dal blando passeggio cittadino, dalle ciabatte di casa?
Eppure il mondo entra da tutte le fessure della nostra quotidianita',ci assilla, ci incalza.
Sono le fauci del drago, sono i lapilli delle sue emissioni laviche, sono i bagliori brucianti delle sue fiammate distruttive.
Sulla 'questione tibetana' sono d'accordo con il boicottaggio delle Olimpiadi,o almeno con lo spauracchio dello stesso ;anche se chissa' quante eco falsate questa storia avra' nella politichetta nostrana,penso che qui ci siano priorità da affermare,a prescindere dai rimasugli di bottega che ne nasceranno.
Come si puo' permettere un genocidio e ,subito dopo,la vetrina scintillante dell'agone sportivo mondiale, con il suo back-ground immaginifico di evento di pace,di fusione di popoli ?
Non è possibile, gli interessi in gioco e gli sponsor multimiliardari resteranno a becco asciutto, ma la vacca cinese, per essere munta ad oltranza da chi primo arriva,per giocare pulita nell'asta dell'economia internazionale, deve dare al mondo garanzie di trasparenza.
Anche se il drago muta forma e sembianti, e le scienze antropologiche non sono scienze esatte, ci si deve provare, a fermare il drago.



sabato 15 marzo 2008

CONSUMI INTELLIGENTI







C'è una cosa che puo' fare la persona comune,quella come noi, che diciamo e stradiciamo ma contiamo due cicche nelle decisioni e nelle stanze dei bottoni:una politica seria di risparmio energetico.
Riscaldamenti domestici bassi?
Bici piuttosto che automobli?
Raccolta differenziata dei rifiuti domestici?
Elettrodomestici di ultima generazione, classeA, a basso consumo?
Certo tutto questo ,ma anche e soprattutto:il proprio, personale, risparmio di energia.
Cioè un consumo tattico , mirato.
Un decalogo orientativo potrebbe essere:

1) saluta solo quando hai il fiato per farlo 2) di' la tua solo se sai che qualcuno ti ascolta 3)non sforzarti troppo a strafare, ma aspetta il famoso nemico sulla famosa riva del fiume 4 )segui orari regolari , una dieta buona e un regolare esercizio fisico 5) ogni tanto, cacciati una sana sfogata, ma orientata 6) il mondo è pieno di amici, fasulli o veri,ma un nemico ogni tanto è necessario:cerca quello giusto al momento giusto 7)Brad Pitt? Angelina Jolie?Naomi Campbell? Robetta. Tu hai il fascino dell'imprevedibile 8) I soldi? Mah! tanto, alla fine, si deve arrivare tutti li', a quel famoso rendiconto 9) Ogni tanto, un bel respiro, e via, alla ricerca di tutto quello che si è sprecato:tempo, talenti, idee, affetti, ...10) Trova qualsiasi modo per esercitare la speranza,costi quel che costi.

Dopodiche', hai sicuramente un'arma in piu' davanti a tutto quello che c'è in giro di distruttivo, letale, dissipatorio:hai messo una pietruzza, un piccolo argine, una schermata di piombo.
Della serie: non mi va come fate, ma la gastrite no, non me la fate venire.

giovedì 13 marzo 2008

E SE DOMANI


Ci sono momenti in cui non si hanno progetti.
O almeno , quelli che si hanno, stanno li',in un angolo,per l'indomani.
Si rimane cosi', come su una piazza, di sera,a guardare i lampioni che illuminano l'asfalto, ad ascoltare gli ultimi rumori che passano,un poco inerti .
Si cerca il silenzio, quello che rinfresca .
Il giorno è passato, e quanti sono stati gli errori, anche oggi!
Sarebbe stato meglio se...
Sarebbe stato meglio non aver capito.
E poi, i minuti che passano, uno dopo l'altro, e lasciano sempre un po' vuoti.
Si comunica qualcosa, parole, intenti, sensazioni,ma non si sa mai cosa, fino in fondo. Eppure ci sono persone che capiscono, in mezzo alle tante che girano a testa bassa, come prese da una interna ebetudine.
E' bello, stare sulla giostra.
A volte la freschezza arriva da chi non si aspetta.Sono piccole luci,ma poi la giornata va.
Rimane, alla sera, un fascio di intenzioni,il filo conduttore della ricerca della salute,il desiderio di un riparo.
Un riparo in cui essere, istintivamente, liberamente,capiti ed amati, senza remore ne' infingimenti.
Un luogo di benessere e di allegria.

martedì 11 marzo 2008

IL LIBRO DEI CONTI







Romano Prodi, uscito dalla scena della politichetta italiana con l'onore delle armi, ha subito affermato che fara' il nonno.
Sinceramente, non so se ne avra' molto tempo, visto che poi ha aggiunto che di possibilità di impegno per la pace ce n'è tantissima.
E poiche' questa affermazione pareva piu' una promessa,confidando sulla onestà ' intellettulae del Professore, praticamente indiscussa, è lecito pensare che di tempo per fare il nonno, appunto, non gliene rimarra' poi tanto.
Il mondo spende per la guerra cifre da capogiro, e il professore dovra' sicuramente dare una sbirciatina a questi conti.
Joseph Stiglitz,Premio Nobel per l'economia nel 2001 e professore di economia alla Columbia University,in un libro scritto con la docente di Harvard Linda Bilmes riporta la stima prudenziale di tremila miliardi di dollari-da parte americana -, e di altrettanti per il resto del mondo riferendosi ai costi della guerra in Iraq.
Chi ci ha guadagnato :le Compagnie petrolifere e i Contractors, cioe' gli apparati privati della Difesa.
Bene, anzi malissimo:se consideriamo che quella in Iraq non è la sola guerra sulla faccia della Terra, arriviamo a fare una stima del tipo: i deficit e i disavanzi, quella cosa per cui dobbiamo stare attenti a non sprecare, dobbiamo ecc,ecc.. subirebbero un ' enorme frenata se ci fosse una seria politica internazionale di pace.
Diciamo che la macchina della guerra, che pare al momento la voce di maggior disavanzo dell'economia mondiale,subirebbe un forte, oculato ripensamento.
E quel gettito monetario, quelle risorse, potrebbero-elementare, no?-essere reinvestite altrove.
Nonno Romano, dai un'occhiatina a questo libro dei conti,per favore.
Altrimenti, chi lo tappa questo buco di questo sacco senza fondo?

lunedì 10 marzo 2008

RIMINI IN BLU




Mio babbo Guido amava il blu.
Intanto perche' gli ricordava la sua giovinezza in marina,cinque anni sulle navi militari.
Marinai, donne e guai e lui,bel marinaio, di guai di quel tipo deve averne avuti parecchi.
Alcuni continuava a raccontarceli, insieme alle avventure di guerra.
'La vita è stare sul pontile di una nave. Devi essere pronto a tutto'
Questa era la sua visione della vita.
Era del venti,come Fellini.Era dell'undici di marzo.
Annata d'autore.
Lui amava il blu perche' il blu è elegante.
E di eleganza Guido se ne intendeva, anche se veniva da quel popolo di poveri che erano vivi per miracolo. Orfano a due anni,-il padre morto a trenta per le ferite della prima, grande guerra-in un ospedale militare a Bari a ventidue, con la pleurite e tutti i compagni intorno che morivano di tisi .
Elegante , in blu, a guidare la macchina di un ammiraglio a Roma,quando la seconda grande guerra stava finendo.
'Alla fine sei andato a fare il marinaio a Roma,confessa!!!-Gli dicevamo per scherzo.
Il blu era il colore preferito di loro, poveri ma belli, che dalla Piazza poi diventata dei Tre martiri salivano sui Colli, alla domenica pomeriggio,in sella a vere DEI, biciclette di gran marca.
Bei panni, addosso, bei tagli delle giacche, un foulard di seta al collo.
Del resto erano proprio alcuni, tra i poveri, che nelle case coltivavano con cura l'idea della decorosa eleganza.
Con un istinto innato sapevano scegliere gli abiti, i pochi oggetti,sempre di grande qualità.

La scorsa estate avevo spedito un testo al 'Corriere', giornale locale,uno dei pochi testi che mi hanno cestinato, dedicato alla Rimini elegante, ricordando il blu che mio babbo Guido amava.
Sara' perche' qua ora va di moda un'accozzaglia di colori ibridi, le notti rosa, le abbronzature forzate,sotto i solleone d'agosto,le tinte flou e discotecare,i lucidi delle plasticacce , i falsi art-deco'..
Un patchwork di colori indistinti,una paccottiglia di ibridi ,il regno del pessimo gusto,dei plexiglass e dei capanni condonati..
La stagione delle grandi opere non ne ha mutata la natura.
Cosi', tra la paccottiglia e le grandi opere sono stati saltati a pie' pari i riminesi eleganti, quelli in blu.

Mio babbo Guido amava il blu anche quando era rimasto vecchio e solo.
Si portava i panni in lavanderia, prima di acquattarsi in casa, malinconico.
Si vestiva spesso in blu anche d'estate, e durante il primo anno di vedovanza si metteva per un'oretta a sedere al tavolino di un caffe', in un angolo,in solitudine, ad ascoltare il piano-bar ,voleva che passassimo di li' e ci offriva il gelato .
Non amava molto le riunioni dei suoi coetanei.
'Poveri vecchi',diceva.

Rimini in blu,come sarebbe larga, bella ,ariosa.
Blu è il colore del mare, del cielo,dell'aria, nei pomeriggi di primavera.
E' la tinta che separa la terra dall'acqua, nella linea decisa dell'orizzonte.
Contro la sabbia, color ocra chiaro, crea un contrasto di colori che ricorda le tele di Morandi.
Gia', proprio cosi':Rimini ha un cuore blu.

domenica 9 marzo 2008

STATO CONFUSIONALE




Che confusione!!!!!
Alla faccia di chi crede nell'immutabilità delle regole grammaticali,i vocaboli cambiano di senso nel giro di due o tre settimane.
Il fluttante- e-relativo impera, e per aver due o tre regole di senso è necessario fare un paio di sedute yoga.
Concentrarsi su un punto, per esempio su di una stella,la' nel cielo, per due o tre secondi, respirare e chiedersi:'Cosa esattamente mi vuole dire costui/costei?-
Perche' le balle fioccano.
Le tautologie pure.
Cosi'i luoghi comuni e la retorica.
Come le 'buone cose di pessimo gusto'
La vita sociale sembra un brutto tema di un ragazzino disgrafico.
Ti dicono:'Pane e salute !!!'-E hanno la pretesa che tu ci creda.
Ti dicono 'Siamo tutti amici!- e pensano che tu la beva.
Qualche puntino sulle 'i' bisognera' metterlo, ogni tanto.
Per esempio:chi scintilla nel Pantheon televisivo deve sapere che noi,gente di strada sulla cinquantina e passa, sappiamo che non basta fare'bau' perche' i cattivi scompaiano e trionfino i buoni.
Sappiamo che la storia è lenta,drammatica, dolorosa, che la politica moderna ,individuata da quel tal Nicolo' Machiavelli,sta 'in sulla golpe e in sul lione', e si pone come arte autonoma anche dalla morale,storicamente. Un po' di 'aplomb',please, niente 'anema e core', prego!
Non parliamo poi di religione.Gia' che eravamo confusi,adesso gli addetti ai lavori si son messi anche a tirar fuori dalle tombe reliquie di santi, pseudo santi, morti e defunti comunque.
Che orrore,ma non c'era scritto nel Vangelo di lasciarli in pace, quelli la'?
La verità e' che non san piu' che santo pregare, cioe' si arrabattano anche loro, e ci provano, a governare il loro barcone che fa acqua,si insabbia in questa palude.Ogni tanto ne inventano una, fanno scomparire il purgatorio, studiano il peccato 'ecologico'....hanno strani incubi con schiere di feti animati.... Alla larga.
La vera speranza sta nei giovani, lo dicon tutti.
Ne mettono uno qua, uno la',come fiori all'occhiello,per gradire.
I giovani in carne e ossa, intanto, si preparano a scappare.
Covano sotto la cenere, studiano dove andarsene,come non stare al gioco.Cercano affetti veri, non hanno riscontri nei vecchi modelli e non ne trovano di nuovi.
Hanno idee' no global' quasi tutti, ma sono anche disincantati e pragmatici.
Vogliono sganciarsi dal carrozzone dei loro adulti, ma vogliono scegliere.
Rischiano svendite di massa, l'ho gia' detto.
Sinceramente mi intendo a meraviglia con tutti quelli dagli ottantacinque in su.
Che, se straparlano ,è solo per qualche venuzza intasata.Se fregano, è solo per qualche cellulina impazzita.
Robetta.





sabato 8 marzo 2008

L'OTTO MARZO DI BATUTE

Piccola Batute,per gli amici 'Pasma', che in arabo significa 'sorriso' questo è il tuo otto marzo, il tuo otto marzo di piccola donna.
Non ci sei piu'.
Vogliamo credere per te in una terra felice, dove potrai cominciare a conoscere il tuo mondo di donna. Eri ancora bambina.
Ti ha ucciso un'impiegata di ventisette anni, con la sua Mercedes,sulla porta di casa,mentre gettavi la spazzatura in un cassonetto, in un quartiere della nostra citta' capitale.
In questa Italia dove la tua famiglia, tunisina d'origine, viveva onestamente da trent'anni .
L'impiegata restera' tutta la vita a rimpiangerti
O forse no, la vita è acqua che corre, dimenticanza, ovvieta'.
La cronaca italiana recitava questa mattina la cantilena delle stragi sulle strade, ad opera di pirati.Ci sono cantilene colpevoli,non vogliamo sentirle,vorremmo che ci fosse piu' serieta', piu' rispetto per chi si affaccia sul portone di casa.
Il fatto è che per negligenza si muore,e anche per vuoto,perche' cosi' è.
La crosta della terra si incrina, in questo marzo di quaresime e di attese.
Ci canta di morti giovani, e non riusciamo a credere, come gli antichi, che i morti giovani siano molto amati dagli dei.
Ci mancano, e basta,comunque fossero camuffati dagli adulti che li circondavano.
Da giovani rabbini , da monelli affamati,da gheishe spaventate,da delinquenti del sabato sera,da bulimici dei consumi,da piccoli corpi malati nelle corsie , da carne da macello.
Tu eri il futuro,vivace ,allegra, cosi' dicon tutti,ora che non ci sei piu'.
Nel duemila e diciotto avresti compiuto ventitre' anni, il fiore della vita.
Auguri, dovunque tu sia.
'Se la mia mano giungesse fino al Quaderno del Fato,
Tutto lo riscriverei secondo il mio desiderio;
E toglierei dal mondo d'un subito tutto il Dolore,
E lieto il capo erigerei fino a vette di cielo.
Coloro che il suolo tutto consumarono a corsa con avidi piedi,
E pieni di brama su due mondi spaziarono a gara,
Non so davvero se n'hanno ritratto sapienza
Piu' grande,di quello ch'è il Mondo nella sua essenza piu' vera.
O cuore,fa conto d'avere tutte le cose dal mondo,
fa conto che tutto ti sia giardino delizioso di verde,
E tu su quell'erba verde fa conto d'essere rugiada
Gocciata cola' nella notte, e al sorger dell'alba svanita.'
(Omar Khayyan,poeta, astronomo,erudito persiano del 5oo, il nostro 1100d.C.,
da 'Poesie')

mercoledì 5 marzo 2008

MEDICI IN PRIMA LINEA







Rimini, visita guidata alla 'domus del chirurgo'.

Non oso avvicinarmi da storica, con parole sicuramente approssimate, ad Eutyches ,il medico forse greco, sicuramente di scuola greca(*Ippocrate, qui di lato,maestro della medicina occidentale), che esercitava la professione a Rimini nella seconda metà del terzo secolo, prima che l'incendio , presumibilmente appiccato da un'incursione barbarica, ne distruggesse la dimora(tutto il mondo ha parlato in questi mesi della 'domus del chirurgo' riminese,offerta al pubblico in una splendida rivisitazione archeologica.)
Voglio avvicinarmi ad Euthyches dalla stanza accanto a quella severa della storiografia, dalla stanza della fantasia storica.
Quella stupenda strumentazione chirurgica-il corredo di ferri chirurgici piu' ricco di tutta la romanità conservato fino ad oggi-insieme a suppellettili vari, sempre ad uso medico-pestelli, misurini, oggetti di natura diversa, per interventi piu' morbidi',fisioterapici ,riabilitativi -addirittura una vasca ad uso idroterapico-lasciano intendere un professionista competente, serio, aggiornato.
Ma la cosa che piu' intriga è l'idea che sia esistita una scuola medica riminese.Su questo gli storiografi dovrebbero misurarsi,essendo un filone ancora tutto da indagare.
La fantasia storica ci aiuta a proiettare questo professionista al lavoro, nella sua dimora, a due passi dal mare che al tempo lambiva la città fino all'attuale centro , portatore sano di sapienza greco-orientale,grondanti le spalle di quella 'buona salute' tipica del meticciato culturale.
Dai resti della precedente 'domus'-distrutta durante la guerra greco-gotica,Eutyches aveva raccolto mattoni per la sua dimora :le guide e il personale del Museo accompagnano per mano a conoscerla. I ragazzi ne rimangono sempre affascinati, a loro modo, è chiaro, lasciano sempre con il fiato sospeso, quando li si vede muoversi sopra i vetri, tra i reperti,ma respirano, sentono che i mattoni grondano anima, che Eutyches è stato reale.
Un medico, un traghettatore di vita buona, un intralcio alla morte, un incantatore di tendini, ossa,tessuti,vie urinarie,ghiandole e tutto quello che la macchina meravigliosa del corpo è.
Di la', il mare ,con la spiaggia a dune, e il futuro incombente,il cambio di guardia di un'epoca.

martedì 4 marzo 2008

DI VIOLE


Mazzetti di viole spuntano ovunque in questo periodo, tra le crepe scalcinate delle strade, dietro gli arbusti, nelle fessure dei marciapiedi, è tutto un furoreggiare di viole e di altri piccoli fiori primaverili selvatici, per esempio quelli piccolissimi, azzurrissimi che da bambini chiamavamo 'gli occhi della madonna'.Per le rose no, è ancora presto, bisogna aspettare maggio , e maggio deve essere.
I fiori selvatici, hanno quei loro colori acquerellati,quasi tutti tendono ai toni freddi, cioe' quelli che vengono dalle miscele del blu .Ce n'è solo un tipo dal colore rosato e so che nasce su steli dal sapore agrodolce, ci si divertiva a mangiarli, da bambini.
Tutti i fiori selvatici scintillano, scampanellano, trillano tra il pattume dei cassonetti mal richiusi, in mezzo al gas di scarico venefico, nel rumore degli scarichi,addirittura negli accumuli delle plastiche, appena trovano una zolla di terra; spuntano nella fretta, nei luoghi comuni del pensiero, nelle stagioni che non sono piu' quelle. Esistono birichini,e stanno li', ad aspettare quello che il meteo prevede, la nuova futura variazione atmosferica brutta,che ci tirera' via l'illusione della primavera e ci proiettera'nel solito 'tutto-stagioni 'indistinto e fastidioso.
Piu' avanti, nei prati liberi dal cemento, c'è gia' tutto lo smalto delle margherite,bianche, sorridenti,semplici.
Le violette si insinuano robuste e vincenti tra i rovi, si nascondono ,si acquattano,entrano nelle emozioni come un guizzo di curiosità, come un venticello d'allegria.
Quel colore stupisce,lo guardi e ti chiedi come possa essere, cosi' perfetto,particolare,e nascere senza che nessuno lo chieda.
Spunta dalla terra, quel colore, e rimane li' a sorriderti.

lunedì 3 marzo 2008

INDOVINA CHI VIENE A CENA




Era un vecchio film, con Spencer Tracy e Catherine Hebpurn, tutti lo conoscono.
Il progressismo liberal di una famiglia della middle-class americana si scontrava con la devozione parentale e i mai rimossi ,ancestrali pregiudizi, diventava un patch-work gustoso ed elegante di scene e contro scene, dal momento clou in cui una bella figliola introduceva nella sua famiglia d'origine il fidanzato di colore.

Il nuovo sotto-proletariato urbano, fascista e cruento, che non ha studiato a scuola la sequela dei diritti conquistati, l'eguaglianza dei popoli e i grandi patti di tutela stipulati all'indomani della seconda guerra mondiale, con la gente di colore ci va giu' duro. L'ultimo episodio della cronaca, quello della metropolitana di Berlino , recita di una ventenne che ha tentato di uccidere un giovane studente di colore, spingendolo con frasi razziste in mezzo ai binari.
Follia di un'isolata?.
Non credo.
Altrove mi ero espressa sul razzismo che serpeggia tra gli adolescenti europei, lo confermo.
Lasciati soli ai loro istinti, che crescono come gramigna, nessuno dice loro quanto fa due piu' due, ne' in casa ne' altrove, hanno una tale confusione nella testa che sovrappongono Hitler a Mao-Tse -Tung;in Italia non sanno dire cosa è cattolicesimo o ebraismo - gli insegnati di religione a scuola fanno gli animatori culturali generici,quasi sempre ad indirizzo partitico -ma affermano di avere in antipatia gli ebrei'che qualcosa comunque la devono aver fatta'.
Vanno all'impronta, ragionano con i gadgets, fiutano la rissa e cercano emozioni a buon mercato.
No, chi potrebbe venire a cena non lo indovinano, neppure lo vogliono, ma sono pronti a trasformarsi in buoni e generosi, se solo volta il vento, se un adulto distrugge con l'ironia quelle quattro frasi che hanno imparato a coltivare tra gli egoismi forti del proprio recinto privato.
-.....io , razzista?Ma lei scherza! Solo che.....
E le fisionomie si fanno grevi, gli occhi spenti.
Solo che.....


domenica 2 marzo 2008

CESSATE IL FUOCO!


Il governo di Israele deve cessare i raid sulla popolazione inerme della striscia di Gaza, la diplomazia internazionale deve muoversi per far cessare il flusso iraniano e arabo di missili Qassam che continuano a piovere sulle case dei civili israeliani.
Questa carneficina in Medio Oriente, di cui sono colpevoli gli equilibri malati del vecchio secolo, deve finire.
Non c'è alternativa ai negoziati di pace che vadano nella direzione di due stati conviventi. .
Ognuno a casa sua pensi quello che vuole, ma questa è l'unica cosa chiara che in questo momento si deve chiedere e dare a quel lembo di terra.
Poi interverra' la politica, ma ora CESSATE IL FUOCO!!!





'Operaio in una fabbrica d'armi
non influisco sul destino
del globo,
non son io che incomincio
le guerre.
Sono con te o contro di te
non lo so.Non pecco
E' proprio questo
mi tormenta:che non influisco, non pecco,
tornisco piccole viti e
preparo frammenti
di devastazione
e non abbraccio l'insieme
non abbraccio il destino
dell'uomo.

.....................

(Karol Wojtyla,da'Segno del mondo',poesia,1957)