domenica 20 dicembre 2009

BUONE FESTE











BUONE FESTE a chiunque passi da questo blog.






(Che va in pausa, e ritorna con l'anno che verra')

venerdì 18 dicembre 2009

IDEALI


Assente la collettivita' che giudichi con parsimonia e acume,con intuizione e coraggio, chi individua il vero idealista?
A chi il peso del giudizio?
Chi distingue nelle collettività l'idealista sincero e chiaro dallo sfigato che nasconde dietro i motivi che pratica chissa' quali abnormi difetti di se'?
Non lo so, mi piacerebbe che ci si ponesse il problema,almeno il problema.
Forse solo l'occhio dei ragazzi è il vero giudice.
A loro non si sfugge.
Nel fondo dei loro occhi c'è il premio di merito,il riconoscimento,la richiesta dell'equilibrio,il richiamo alla temperanza,la gratitudine della liberta'.
Magari non a parole, magari con linguaggi estranei a quelli correnti.
Ideali come merce abbandonata in soffitta, come strumenti scordati e usurati dal tempo.
Basta una nota, e il loro coro si risveglia.
E c'è sempre l'occhio attento di un ragazzo che ti spia,mentre passa per caso.


giovedì 17 dicembre 2009

LE NOSTRE PRIGIONI




Ho respirato l'aria malata di questi ultimi giorni,con il suo culmine drammatico nella scorsa domenica, con il folle gesto di lesione al premier Berlusconi.
Ho condiviso la 'pietas' corale e sincera e tutte le parole di allarme che ne sono derivate.
Ho letto l'episodio come apice di una storia nazionale malata e pensato che non si doveva finire qui.
Dovevano esserci cautele, riflessioni,dignita' piu' salvaguardate,credo che il cunicolo asfittico in cui si è insaccata la vita italiana sia privo d'aria, una galera.
Mi è venuto in mente che tanti anni fa,forse un prete non ricordo bene,ma di sicuro un 'originale' per dirla col Manzoni, disse che gli animali ,quando sono chiusi in spazi stretti,perdono il senno.
Questa è l'immagine della nostra,anzi delle nostre collettività che ho piu' sintetica in mente:spazi angusti,mancanza d'aria,scarsa circolarita' d'ossigeno.
Nel grande come nel piccolo schermo,nell'ufficialità come nei piccoli ambienti di lavoro.
I ratti, chiusi in numero esagerato dentro gabbiette strette, compiono errori sistematici,perdono le antenne.
Cosi' negli ambienti educativi (cosiddetti):si scambia pan per focaccia,di una paglia si fa un pagliaio,si perdono i criteri operativi e sintetici,ci si vomita addosso.
Populismo per populismo,apprezzo molto di piu' ambienti anonimi,piccole aggregazioni spontanee
(ce ne sono tante,in giro),luoghi che nessuno nota.
Anfratti di strada:l'altra mattina sono passata per caso davanti ad un bar frequentato da pescatori che non erano usciti per le intemperie:stavano tra di loro, quasi tutti lampedusiani e tunisini,comunque non nativi del luogo.
C'era una buona intesa,un'allegria tra di loro,un'energia buona,un rispetto di chi passava.
Una sicurezza apprezzabile.

martedì 15 dicembre 2009

IL PAESE DELLE PRUGNE VERDI




Lo sto leggendo,ma male,tra le tante cose.
Cosi' torno sulle frasi, perche' mi sfuggono,le ripeto mentalmente per afferrarle.
E' una scritura lontana dal rumore che ci circonda,è la scrittura della liberta' violata, della carne dolente nel macello storico della dittatura.
'Questa' dittatura era quella subita da un gruppo di giovani di etnia tedesca nella Romania di Ceausescu.
Scrittura a tratti surreale e poeticissima.
Herta Muller,'Il paese delle prugne versi':un libro da ri-leggere dopo che si è letto.
Keller Editore,piccolo coraggioso artigiano di Rovereto(Trento) ha avuto 'naso' e si sono insieme beccati il Premio Nobel per la letteratura 2009.
E pensare che Herta aveva avuto successo in Irlanda(terra di letterati 'nature')ma pochissimo in Italia.
E pensare che l'Editore Keller andava in giro con il suo camioncino, a promuoversi ,con badget di al massimo mille copie per volta, tanto per non rischiare.
Ora il piccolo libro ,modestissimo nella veste editoriale, compare nelle librerie,naturalmente,con la sua bella fascetta in evidenza:'Nobel per la letteratura 2009, ma credo che senza il tam-tam del Nobel sarebe rimasto ignorato qua da noi.
Mi cattura anche l'idea del piccolo editore di Rovereto:Rovereto è una cittadina che conoscevo benissimo,avendoci lavorato:ne ricordo la piazza e le strade dedicate al filosofo Rosmini,le viuzze del centro storico che andavano a sciogliersi tra le prime avvisaglie di Alpi.
Terra maciullata dalla Prima grande guerra.
Cittadina che ha subito,negli anni, le devastazioni del traffico e dello straniamento,ma con qualche sacca di resistenza,credo.
Complimenti all'Editore Keller.
Ritornero' a parlare di questo piccolo libro per me ora difficile,fraterno e duro.

venerdì 11 dicembre 2009

DI BALENE







Lo spiaggiamento dei nove capodogli sulla costa del Gargano mi ricorda ancora una volta la storia della mia balena.
Le avevo dedicato il mio primo libro pubblicato nel 2002,'La balena e altri racconti',Societa' Editrice Il Ponte vecchio, Cesena.
Era il quattro Aprile del millenovecentoquarantatre'.
La sera prima non c'erano stati i bombardamenti e verso le sei di quella domenica mattina i militari costieri in servizio sulla spiaggia avvistarono una massa scura che si muoveva fra le onde.
Ebbe inizio la storia della balena, presenza biblica tra i poveri cristi smagriti,impauriti, divorati dalla fame e dai pidocchi.
Quelli che erano rimasti.
Quelli che non erano al fronte a morire
Quelli che non erano stati portati via dai nazisti.
E la balena,mostro buono e silezioso , disorientato forse dai sonar dei sommergibili, era venuta a morire qua,chiamando a raccolta quel piccolo manipolo di umanita' dolente fuori dalle catapecchie rimaste in piedi.

Della balena, che poi si racconto' tanto , alla sera, e nei dopopranzo, alla domenica.

Una cosa mi pare, sicuramente sorretta piu' da fantasia che da scienza:
questi mostri benevoli, muti e immensi, quando vengono a morire sulla terra,ne indicano le ferite.
La' la guerra,qua l'inquinamento,lo straniamento, e chi ne ha ne metta.
Si accasciano, scelgono la fine, si consegnano in silenzio,senza nulla pretendere,in un enorme grande rimprovero.








giovedì 10 dicembre 2009

SENZA PC


Sono stata una settimana senza PC.
Guai di routine, rimessaggio un po' lungo,ritorno in carreggiata regolare.
Un po' di dipendenza l'ho avvertita:ormai senza Pc si va avanti non leggeri.
Siamo abituati a volare, a velocizzare la comunicazione e l'informazione.
Il PC non è quasi mai un oggetto anonimo .
Del resto si definisce 'personal', e una ragione ci sara':ognuno se lo sistema, il suo, a proprio comodo.
Cosi' chiedere a chiunque:-Posso usare il tuo PC per controllare la mia posta?-equivale ad entrare nella stanza privata di un altro.
Magari con discrezione, come si deve.
Il vecchio Mc Luhan, sostenitore dell'idea che il media è il messaggio, non si era ancora misurato con 'questo' media:chissa' cosa ne avrebbe ricavato, scintille.
Un'idea comunque ce l'avrei:nei quartieri ,insieme a qualche bella mensa di buona qualita'-che permettesse di consumar pasti anche suii modi antichi delle famiglie allargate-si potrebbe ero allestire 'punti-internet' di piacevole frequentazione. al bisogno.
Con bevande calde/fredde e ,potendo, conversazione gradevole.

Al bisogno.


lunedì 7 dicembre 2009

SPERANZA VERDE


Vorrei essere a Copenaghen, invece che qua, a sentir parlare di 'nadragheta,mafia,escort,no- B.day,rischiare di essere investita appena esco di casa, respirare questa robaccia,occupare energie in una somma di inutilita'.
Ma esiste davvero una citta' come Copenaghen o ce la stiamo inventando?

venerdì 4 dicembre 2009

ERA IL 2003




Il duemilaetre è stato l'anno dell'invasione dell'Iraq,a due di distanza dall'undici settembre.
E' stato l'anno di un 'estate cosi' calda che a Bologna si attaccavano, di giugno,i sandali sull'asfalto.
E' stato l'anno ...
Come se fosse un secolo fa.
L'anno del movimento per la pace,l'ultima scintilla di una mobilitazione collettiva che aveva percorso il pianeta come una grande fibrillazione.
Povera di costrutti razionali, si è dissolta come nebbia al sole.
A scuola avevo curato una piccola antologia 'Schegge di guerra,voci di pace':ricordo come lontanissimi alcuni episodi.
Un amico irlandese che viene a casa mia una domenica pomeriggio per portarmi una poesia di
Wilfred Owen,avevo un febbrone influenzale da cavallo e lui mi ha aiutato a spedire alcune parti alla tipografia;i ragazzi che mi aspettavano, al mattino,nel luogo dove ero solita lasciare la bicicletta ,per darmi i loro testi;una folata di vento di libeccio, che sulla Marecchiese, una strada trafficatissima, mi ha fatto volare via tutti i fogli della bozza, era luglio.
Pare impossibile, ora.
Mi devo essere persa qualcosa.
Ora si parla d'altro, in giro.O si tace.
L'estremismo islamico miete vittime giornaliere;l'Afghanistan rischia di diventare un nuovo Vietnam, a scuola non si fa altro che 'sedare' e 'sopire'.
Si', mi devo essere persa qualcosa.
'................
.... Se tu potessi vedere questi uomini
il loro viso languire come quello di demoni stanchi di peccare.
..........
....Amico mio,tu non diresti con tanta forza ai bambini
Infiammati per una qualche gloria disperata,l'antica bugia:
'dulce et decorum est pro patria mori'
(Wilfred Owen,'Dulce et decorum est')

martedì 1 dicembre 2009

IL SAPORE DELL'ARIA


A volte basta il sapore del'aria libera comunque, anche tra due pareti, in una strada compressa dalla follia del traffico, tra due giorni castigati di impegni poveri di motivi .
Basta l'odore forte che ti percuote la pelle e ti fa ancora amare la vita.
Esserci significa qui, ora, poter contare su di se',intanto.
Dagli affetti non pretendere.
Girarsi di sbieco per non vedere del tutto le situazioni che intorno crescono .
L'aria è libera,e arriva dai polmoni al cuore, ti costringe a guardare le punte alte degli alberi di citta'.
Sul mare è un tripudio di pensieri possibili.
E il giorno è pieno,avanza inesorabile, si mangia una fetta del tempo scellerato.
Il tuo riparo, qui ora, è l'aria che ti allena a resistere.