domenica 29 marzo 2009

TOPI IN BIBLIOTECA


Oramai vado con interventi da vecchia 'zitella' acida ,nessuno me ne voglia .
Punto primo: a cosa serve la scuola, se non aiuta a pensare.
Prendiamo l'educazione linguistica.
La lingua è la base del pensiero , debole e forte.
Le parole sono pietre e nascono dall'intimo, dallo stomaco, dagli ormoni, dai meandri cerebrali e dal tempo storico che viviamo.
La lingua è,insomma, viva.Ha un decorso, una storia, pulsa in sintonia con il tempo che avanza
Forse questo concettino elementare risulta strano ai tanti lavoratori delle case editrici scolastiche, che si dannano a produrre per la fascia d'eta' delicatissima dai 13 ai 16 grammatiche su grammatiche, antologie su antologie, piu' o meno sempre uguali-in genere cambia la copertina e l'assemblaggio delle parti-,pronte ad essere scodellate nei cervellini degli 'utenti'.
Farei, per un anno, una prova:aboliamo tutto questo pandemoio di materiale e proviamo a crearlo dal nulla,con i mezzi di cui disponiamo,vediamo cosa succede.
Riconvertiamo tutta quella carta straccia in patate, che ne so, in broccoletti o pane per chi ha fame,sarebbe assai piu'nobile.
Altrimenti l'unica fatica reale, nel merito, è quella del trasporto,visto il peso dei voluni.
Una volta che li hai trasportati, da casa a scuola, hai fatto.
Credo che l'unica forma di educazione, al momento, sia connessa a forme di LABORATORIO:
Prendiamo le biblioteche d'istituto.
Ahi!!!!!!
Quasi sempre belle e ricche-a parte i vocabolari, che' in genere i piu' aggiornati risalgono alla prima guerra mondiale-, quasi sempre 'tenute' da colleghi volenterosi e devoti,quasi sempre inutili.
Non si da un oggetto inerte,di qua, custodito ,e una massa magmatica e pulsante di ragazzi la',altrimenti possiamo preparare tante belle lapidi cinerarie:'Qui giace...'
Si da invece un incontro attivo ,tra il libro e i ragazzi, in mille modi e forme:*
tramite personale giovane e ingaggiato in forme diverse-operatori, volontari, obiettori,stagisti,ecc-;tramite progetti,opportunamente selezionati ma funzionanti,letture pomeridiane e anche serali, 'merende' del lettore,gare, laboratori creativi di narrazione, e chi piu' ne ha piu' ne metta,tramite nessi con il territorio,aperture e verifiche.
C'è una frase di una lettrice di 'la Repubblica 'che mi ha colpito, la riporto qui:
'...la mente umana ha un canale sensibile, quello che conduce alla sede della coscienza,che si atrofizza in età scolare a causa di inadeguati oltre che poco sistematici input d'indirizzo alla creatività e all'elaborazione personale'.
La scuola,conciata come è ora, quasi sempre, da una mano di bianco,una tinteggiatura superficiale,mentre dovrebbe dare gli strumenti per camminare e discernere.


*basta fare un salto ad una qualunque Fiera del Libro-ricordo quella dell'anno scorso a Torino- per rendersene conto