mercoledì 4 giugno 2008

I CENTOPASSI


Peppino Impastato è uno sconosciuto, uno scomodo, un alieno, per i quindicenni italiani, figli di mamma',spesso figli di chissachi, parcheggiati tra aule ribollenti ,corsi e corsetti, bombati di beveroni colorati al sabato e anche gli altri giorni- tanto le commesse non ci guardano mai per il sottile, alle casse- carichi la testa di idee pressachepoco sul mondo-Hitler era quello la' -e non parliamo di identità,di identificazione di genere, di amori e amorazzi.
Dove sta il cuore?
Boh.
E gli ormoni , quelli giusti?
Mah.
Ce ne sono anche di bravini, di pulitini, di perbene,sono tanti.
Sono tanti?
Non lo so, a giudicare dalla sfilza dei cellulari assetati di video ' trash' da svendere su You tube, direi che di onesti ce ne sono proprio pochini. Il fatto è che il tirareacampa' è la materia principale, insegnata a casa e dovunque ,oramai. All'inizio, ho nominato Peppino Impastato, il ragazzo morto ammazzato di mafia, proprio il giorno stesso dell'omicidio di Aldo Moro.
Due morti, diverse e tragiche.Si potrebbe partire da queste due morti per narrare quegli anni della nostra storia ,sono convinta che sia solo una cura ricostituente di storia la medicina della nostra scuola. Il resto sono bazzecole, pasticciacci, barzellette,qualcosa per ammazzare il tempo.
Ho fatto vedere a scuola 'I centopassi', di Marco Tullio Giordana, non so se ho fatto bene o male, a fine anno si puo' buttare su di tutto,il film forse è inadatto per questi qua che giocano a spruzzarsi il deodorante e a tirarsi le palline, ma il nesso ce l'avevo :avevamo letto 'La scelta' di Luisa Mattia, di cui parlai a suo tempo,e ci avevamo lavorato.
A me è piaciuto chiudere cosi',senza neppure comperare insieme un gelato,e dire che mi piace molto scherzare, e anche stare leggera, quando si puo'.
Ma anche noi stiamo a centopassi dalla mafia.
Non quella di Cinnisi, ma è questo ottundimento, questa volgarità, la svendita quotidiana del nostro tempo che è li', davanti a casa.
A meno di centopassi,meno.
Non mi andava il gelato, questa mattina.
Non so se è stato un bel saluto, questo.
Si ha sempre l'impressione che una cosa valga l'altra.
Forse andrebbe spiegato tutto meglio,riga per riga, immagine per immagine, ma io spesso vado veloce, corro per intuito e non mi fermo a spiegare,lo so che è anche un difetto,ma si fa quel che si puo'.
E la storia di quel poco piu' che adolescente, morto per i suoi sogni di onesta' era l'unica cosa che oggi avevo di bello da regalare ai ragazzi.
Chissa' cosa hanno capito.