martedì 31 marzo 2009

ALMENO UN MINUTO DI SILENZIO




Almeno un minuto di silenzio, per favore.

lunedì 30 marzo 2009

MIGRANTI ALL'URANIO







Fuggo dai dossier-verità,la verità la assorbo ugualmente,basta respirare.
Per 'protezione' personale,scatto verso l' autoconservazione,in genere alle ventuno e trenta spengo il cervello e mi sorbisco un 'serial',qualcosa che mi faciliti il sonno.
Eppure.
Compero ultimamente il settimanale l'Espresso in edicola,per avere la raccolta dei DVD 'Shakespeare collection', i capolavori di Shakespeare-ma come si fara' per essere rimborsati ?-,ieri sera, domenica, sto per vedermi 'Lo smemorato di Collegno', su Raiuno, mi interessa l'intrigo letterario e di costume.
E invece.
Mi capita su l'Espresso, pag.32,'Primo piano', l'inchiesta di Fabrizio Gatti sulla rotta del deserto.
Migliaia di africani diretti in Italia.Cioè, come la guerra per l'uranio,finanziata dalla Francia,ha riaperto la via ai trafficanti.
E ieri sera sbircio a piu' sequenze, su Raitre,'Report','L'inganno' :il tema del nucleare e le confuse posizioni dell'OMS nel merito ,il responsabile dell'OMS che contraddice le posizioni del responsabile dell'AIEA.
E ancora la storia-peraltro scarsamente documentata,visto che quella è zona 'off' ' per il giornalismo internazionale-dei commerci di uranio francesi in Niger.
Pena la contaminazione di tutto un territorio,con immagini -shock:per esempio, le lunghe sequele di attrezzi ,prima utilizzati per gli scavi, lasciati a cielo aperto, contaminati, in mezzo ad una popolazione ignara che addirittura rifonde le parti in ferro per ricavarne utensili domestici.
Mutazioni genetiche, irreversibili 'cambi' di genoma almeno per venti generazioni,e,assai attuali , migliaia di casi di malformazioni infantili,compresa tutta la gamma delle leucemie.
Ometto le decine di foto di piccoli esseri mostruosi difficilmente identificabili come umani ,reperibili nel web alla voce 'uranio',ma è come se fossero qui, a chiedere di essere detti,uno ad uno. Ognuno puo' cercare queste immagini.
Mentre migliaia di migranti nigeriani carichi di uranio nel sangue sono un nuovo esodo di disperati, verso le nostre rotte mediterranee.
Mentre ai medici nostrani è chiesto di 'denunciare' i clandestini e non questo stupro a danno dell'umanità tutta.
Questa sera,per cortesia, solo una 'soap'.




domenica 29 marzo 2009

TOPI IN BIBLIOTECA


Oramai vado con interventi da vecchia 'zitella' acida ,nessuno me ne voglia .
Punto primo: a cosa serve la scuola, se non aiuta a pensare.
Prendiamo l'educazione linguistica.
La lingua è la base del pensiero , debole e forte.
Le parole sono pietre e nascono dall'intimo, dallo stomaco, dagli ormoni, dai meandri cerebrali e dal tempo storico che viviamo.
La lingua è,insomma, viva.Ha un decorso, una storia, pulsa in sintonia con il tempo che avanza
Forse questo concettino elementare risulta strano ai tanti lavoratori delle case editrici scolastiche, che si dannano a produrre per la fascia d'eta' delicatissima dai 13 ai 16 grammatiche su grammatiche, antologie su antologie, piu' o meno sempre uguali-in genere cambia la copertina e l'assemblaggio delle parti-,pronte ad essere scodellate nei cervellini degli 'utenti'.
Farei, per un anno, una prova:aboliamo tutto questo pandemoio di materiale e proviamo a crearlo dal nulla,con i mezzi di cui disponiamo,vediamo cosa succede.
Riconvertiamo tutta quella carta straccia in patate, che ne so, in broccoletti o pane per chi ha fame,sarebbe assai piu'nobile.
Altrimenti l'unica fatica reale, nel merito, è quella del trasporto,visto il peso dei voluni.
Una volta che li hai trasportati, da casa a scuola, hai fatto.
Credo che l'unica forma di educazione, al momento, sia connessa a forme di LABORATORIO:
Prendiamo le biblioteche d'istituto.
Ahi!!!!!!
Quasi sempre belle e ricche-a parte i vocabolari, che' in genere i piu' aggiornati risalgono alla prima guerra mondiale-, quasi sempre 'tenute' da colleghi volenterosi e devoti,quasi sempre inutili.
Non si da un oggetto inerte,di qua, custodito ,e una massa magmatica e pulsante di ragazzi la',altrimenti possiamo preparare tante belle lapidi cinerarie:'Qui giace...'
Si da invece un incontro attivo ,tra il libro e i ragazzi, in mille modi e forme:*
tramite personale giovane e ingaggiato in forme diverse-operatori, volontari, obiettori,stagisti,ecc-;tramite progetti,opportunamente selezionati ma funzionanti,letture pomeridiane e anche serali, 'merende' del lettore,gare, laboratori creativi di narrazione, e chi piu' ne ha piu' ne metta,tramite nessi con il territorio,aperture e verifiche.
C'è una frase di una lettrice di 'la Repubblica 'che mi ha colpito, la riporto qui:
'...la mente umana ha un canale sensibile, quello che conduce alla sede della coscienza,che si atrofizza in età scolare a causa di inadeguati oltre che poco sistematici input d'indirizzo alla creatività e all'elaborazione personale'.
La scuola,conciata come è ora, quasi sempre, da una mano di bianco,una tinteggiatura superficiale,mentre dovrebbe dare gli strumenti per camminare e discernere.


*basta fare un salto ad una qualunque Fiera del Libro-ricordo quella dell'anno scorso a Torino- per rendersene conto

sabato 28 marzo 2009

RECENSIONE/ PANE A COLAZIONE


I libri che si pubblicano ad un certo punto diventano oggetti con percorsi propri,si è costretti ad accudirli,anche a costo di parer narcisi.

Riporto qui di seguito una recensione al mio 'Pane a colazione',Giraldi, Bologna 2007, scritta per il Corriere Romagna/Forli' dal giornalista Pietro Caruso il 15 Marzo 2009.


''Fede e libertà.Vite parallele.
Forli'.
Il romanzo di esordio di Anna Rosa Balducci,insegnante riminese nella scuola secondaria di secondo grado, è la continuazione di una passione letteraria che si è già cimentata nell'arte del racconto.
Ora,per il piccolo editore bolognese Giraldi,ha relizzato un'opera piu' matura con l'ambizione di una riflessione su vite parallele sospese tra fede e libertà.
Ho un vivo ricordo della mia prima giovinezza che include Anna Rosa .La vedo con memoria immutata,mentre infaticabile e scherzosaè sempre in movimento sulla battigia della marina insieme al 'moroso',che sarebbe poi diventato il compagno di vita.Viveva la spiaggia con una naturalezza e un 'dna' invidiabile.
Piu' volte ho pensato che in Anna Rosa Balducci corre sangue anarchico, o quanto meno mai riducibile a banalità esistenziali.
E' una donna libera e di profondi valori.
Ho fatto un po' fatica a comprendere cosa nasconda il suo 'Pane a colazione',una storia apparentemente ordinaria in una città di provincia pigra(ma solo in inverno),che è facilmente identificabile.
Quell'incontro tra due ex-compagni di scuola:Giovanna e Marco è una sorta di doppio letterario con doppio specchio.
Giovanna guarda amorevolmente il limite esistenziale nel prete non piu' giovane,ma continua ad osservarlo con fraterna amicizia.Marco indugia di piu',in un torbido sentimento,ma che sa controllare, finalmente.
Ai due primi protagonisti del racconto appare,improvvisamente, la riflessione sulla storia d'amore di vecchi amici,perduti nella memoria:un giovane ingegnere israeliano, Eli, e Clara.
Anna Rosa Balducci non affonda la lama nel tormentoso mondo del senso di colpa che ebraismo e cristianesimo reciprocamente si scambiano da piu' di duemila anni,ma il conflitto fra fede e libertà sta forse in questo amore che si perde.
Altra dimensione,nel romanzo, che lo lega idealmente alla sua seconda parte, è il racconto della vicenda di Marina e Luca che disegnano il passaggio di generazione rispetto ai primi due protagonisti: Marco e Giovanna.
Amore, morte,le domande ontologiche su su chi siamo,da dove veniamo e dove andremo,si susseguono come i temi psicologici del riferimento alla funzione presente e smarrita soprattutto del padre.
La ricerca di Anna Rosa continua.''


giovedì 26 marzo 2009

HOW ARE YOU?,ovvero LA FAMOSA TERZA 'I'







Quello che non ho visto e sentito a proposito dell'insegnamento della lingua inglese!
La bufala relativamente recente riguardava le famose tre 'i'-impresa, informatica, inglese-,di cui faceva bella mostra l'allora ministro della Pubblica istruzione Moratti.
Di sicuro, questi sarebbero stati i tre fiori all'occhiello della scuola del futuro, che avrebbe saputo coniugare tradizione ed innovazione, apertura al mondo e conferma delle proprie radici, dialettica con l'impresa e autonomia amministrativa.
L'inglese, lingua -ponte della modernita'.
Quello che non ho visto, non si racconta,non me lo ricordo neppure piu'.
Titolari di cattedra che 'rubavano' corsi e corsetti ai madre-lingua per arrontondare,come biasimarli, poveretti..
Madre-lingua allegramente utilizzati 'a la carte',un po' si' e un po' no.
Stranissime didattiche che si impegolavano nella memoria dell'antica sintassi latina.
Soggiorni organizzati da tutti.
Istituti auproclamantesi modernissimi, con l'inglese 'stoppato' al biennio,come cosa normale.
Percorsi bizantini di codicilli improponibili nella traslazione di titoli stranieri -ma non eravamo in Europa?-a titoli italiani.....
Ore affibbiate sul pugno, per carità.

Avendo alcuni amici stranieri, la vedevo spesso dal loro punto di vista.
Che poi è molto semplice:per imparare una linga bisogna frequentare o un territorio o qualcuno che la parli 'naturalmente', o almeno della produzione scritta locale.
Niente da fare.
Ora mi risulta che i madre-lingua saranno tra quelli in esubero, cioè depennabili dai ruoli a man bassa.

Un'esperienza personale.
Alcune amiche, colleghe ,mi tradussero due testi che volevo spedire in Irlanda, alla scrittrice per ragazzi Rosie Doyle ,sottoposi dette traduzioni ad un amico irlandese,appassionato di letteratura:rimase allibito, rifece tutto,dicendo che avrebbe 'tradotto' finalmente in inglese.
Che si fa?
Alla ricerca della famosa terza I,coraggio.
Sempre piu' difficile.
Neppure i play-boy locali sono piu' quelli di un tempo, si attorcigliano sui periodi ipotetici, sui futuri e sugli aggettivi certi.
Ahinoi.






mercoledì 25 marzo 2009

I MUSICANTI DI BREMA


Avanti di questo passo e nella scuola-nell'istruzione secondaria tecnico-professionale,la spina forte ,quella che dovrebbe fare il futuro-rimarremo in quattro gatti stralunati, sui modi dei musicanti di Brema, che se la cantano e se la ballano.
Numeri folli di cattedre che saltano, bocciature che superano la meta' degli iscritti, rischio ammissioni alle maturità,e non so quant'altro.
Negli ultimi anni ottanta vigeva un'allegra gestione della progettualita'- progetti approvati, soldi alla mano, su temi quanto meno 'originali' -, una altrettanto 'liberale' bonifica degli inadatti a proseguire gli studi, seguita da tentativi generosi e maldestri di omologazione a standard occidentali 'scientifici'-valutazione fatta su schemi prefissati,didattica a moduli,ecc...-
Poi via via,l'inserimento selvaggio di enti esterni, su logiche aziendaliste, con il mito del nesso tra produzione attiva e formazione.
Soldi che correvano, personaggi improbabili che vendevano'competenze' raffazzonate all'ultima ora, ghetti e personalismi.
Su tutto, l'eterno miracolo popolare di persone splendide, di rapporti autentici, di interventi reali.
Siamo arrivati alla frutta.
Una scuola vecchia, disarticolata, che non sa riprogrammarsi per il futuro, incancrenita su modelli ottocenteschi mnemonico-ripetitivi e affossata da conventicole che fanno bella mostra di se'.
Affossamento dei talenti, su tutti i fronti.
Anzi, se uno ce l'ha per grazia del cielo, un talento, è meglio che lo nasconda ben bene, altrimenti son dolori.
La vedo poco chiara.
E poi la questione delle scuole private.
L'unico, quel pasticcione del ex-ministro Berlinguer, che ci mise mano con un senso, ci mise mano male,ma almeno ci provo'.
Brutto argomento.
Le scuole cattoliche -quasi tutte-chiedono una omologazione ideologica totale, prevedibile.
Roba da anossia.
L'unica 'laica'qui in zona in cui un volta, tempo fa misi piede come 'esterna' agli esami di maturità era una strana azienda chiusa un giorno si' e uno no da interventi della Guardia di Finanza,per illeciti.
Costruivano diplomi fasulli, non supportati da presenze reali.
Ricordo scene surreali:intere piccole comunità sammarinesi,anelanti a diplomi di ragioniere, si erano iscritte ,senza frequentare,pagando, ovviamente.
Una commedia satirica inglese,uno spasso.
Bocciammo un signore che pareva un serial-killer, elegantissimo, bellissimo,lui,lamoglie e due amici, tutti bocciati:me lo sognai per qualche settimana,che mi aspettava e mi faceva un attentato.
Poi scappo' fuori, governo dopo, che le scuole private non necessitavano di verifiche esterne.
Chi avra' il coraggio di fermarsi un attimo ,per ripensare, con serieta',tutta la faccenda?

martedì 24 marzo 2009

C'E' UN ESERCITO


C'è un esercito di 'giovani' precari che batte alle porte dei luoghi di lavoro e non puo' entrare,non riesce ad invadere territori dove i vecchi marpioni stabilizzati e ormai ammuffiti nella ripetitiva stanca sterile litania delle lamentazioni tira avanti le sue giornate .
'Giovani' di quarant'anni e passa,qualcuno con prole in arrivo, altri che parcheggiano l'utilitaria nei pressi di scuole ospedali o aziende, consapevoli che il termine del contratto significherà ribaltamento di affetti e sistemazioni e vuoto di parole, alla sera, al mattino, nelle riunioni dove continuano a contare uno zero.
C'è qualcosa che si è intoppato, nel naturale passaggio di testimone generazionale, lo dicono anche i rotocalchi da parrucchiera.
Loro, l'esercito dei precari, è cosi' sfinito che riesce a malapena a balbettare le sillabe ripetute dagli 'stabili'.
Nella scuola il panorama è desolante.
Irregimentati dai vari corsi, corsini e corsetti, non hanno neppure piu' il fisico e la fantasia che avevamo noi,che scarrozzavamo su e giu' per valli e lande ostili,per tirar su due punti in graduatoria e sapevamo anche sognare.
Questi sono muti.
Se ne stanno buoni e quando si muovono ,invece di indicare il nuovo, il futuro, si lasciano coprire di muffa i panni.
Ormai i piu' arzilli ,in giro, si trovano nelle fasce dagli ottanta in su.
L'assioma che la memoria rende giovani rimane valido.
Chi a ottant'anni ha un filo di memoria è giocoforza il giusto riferimento per i giovanissimi.
Nella grigia fascia di mezzo c'è il nulla educativo, la lagna.
Sociologi esperti sapranno indicare i perche' di questo'gap'.
Sta di fatto che tra genitori improponibili e insegnanti conciati cosi', quello che ne esce dagli adolescenti è tutto un regalo.
Altissime percentuali di candidati a bocciature,dopo le bufale dei 'recuperi',dopo i proclami dei 'boss' delle scuole private(cielline),dopo le 'fiction' dei voti in condotta che pare metteranno veti alle ammissioni alle maturita'.
Esiste una antica distinzione, tra erudizione vuota e cultura, ma chi ci pensa piu', ormai?
L'esercito dei precari ha fatto sua la logica della nozione,e basta e avanza.
Non si puo' neppure dire'ne vedremo delle belle'.
Delle balle si', sempre.

lunedì 23 marzo 2009

IL FASCINO INDISCRETO DEL CEMENTO


Qua cementificano tutto.
Sono invasati, basta che buttino giu' colate e colate, triturano e stendono,alzano e allargano, elevano e condensano.
C'è nel cemento un'idea ,qualcosa che pare debba contrastare la morte,del resto il loculo classico è in cemento.
Il cemento è sangue e terra,impastato con il desiderio di territorio e di possesso, è crumiraggine e oscenità verso la natura.
In Romagna è una religione, la religione del cemento, che forse assomiglia un po' all'ideale dell'ostrica verghiano,molto meno poetico.
Si attaccano alla 'cubatura', trafiggono il cielo con ponteggi e lasciano cantare bitumiere.
Un affresco futurista di pessima lega,un'orgia di strafatti.
Almeno fossero in circolo altri materiali.
Non dico pietra o legno , troppo costosi, ma qualcosa che li imitasse.
No,Nella colata lavica si tira a far legna sui bassi costi,non si inventa, non si progetta,non si crea.
E nei cantieri affollati di manovali stranieri-gli albanesi sono già stati metabolizzati,i rumeni lo saranno tra un po', cosi' i magrebini e gli altri-sottopagati, quasi tutti in nero, circola un assioma:--Ci dobbiamo far conoscere come lavoratori 'onesti'.
Che poi vorrebbe dire totalmente assoldati al comando dei padroncini, costi quel che costi.
Immigrato non è bello.
Immigrato è difficile, è lungo cammino di educazione ,dopo la necessaria sopravvivenza,dopo quelle due o tre linee di elementare dignità.
Un esercito di poveretti viene addestrato a ideologie raffazzonate,si vende per molto meno che per un piatto di lenticchie.
Il suono delle bitumiere va e va, assorda e permette accondiscendenze.

Sto dalla parte fluida del mondo.
Amo l'acqua e gli spazi larghi.
L'acqua che accompagna le giornate,mutabile e viva,vincente,anche se, purtroppo spesso a prezzi altissimi.
Non so quanto questo ecosistema alterato sapra' reggere, nel rapporto terra/acqua,gia' evidenti segnali di disorientamento sono presenti da tempo, ovunque.
I vari spiaggiamenti delle balene sono un grido di dolore dell'ecosistema.

sabato 21 marzo 2009

BARRICATE DELLA MEMORIA


Barricate contro la vanità, contro la dissipazione,il vuoto e l'idiozia che avanza,necessarie come l'aria che si respira,come i fili d'erba che spuntano ancora caparbi ai lati dei cespugli, negli anfratti di cemento.
Barricate della memoria, unica sostanza vitale,antidoto necessario in questo periodo che tutto macina e lascia poco.
Le persone passano, vanno e nessuno che le ricordi.
Le istituzioni cittadine faraginose e malfidate non costitutiscono certezze, depositi leali di quello che è stato.
Barricate nobili della memoria,necessarie nei piccoli assembramenti quotidiani, nelle relazioni di affetto, nelle disposizioni al futuro immediato.
Cinquan'tanni sembrano due millenni,a giudicare da quanto è stato travolto negli ultimi quindici . Giuramenti dimenticati, contenitori smessi e abbandonati, idee perdute.
Barricate e barricate.
Necessarie,per non essere solo polvere.

venerdì 20 marzo 2009

PER CAVALCARE L'ONDA




Per cavalcare le onde, occorre almeno saper nuotare.
Non dico bene, non dico avere familiarità con l'acqua e i suoi movimenti,le profondità e le correnti,per carità.
Almeno sguazzare come le anatre, starnazzare un po'.
Non mi risulta che tutti quelli che tentano di cavalcare l' Onda studentesca,per rimanere in metafora , sappiano neanche sguazzare un po'.
No i docenti:quelli anzianotti, stremati dai propri malanni e incalliti nella poltrona,quelli giovani logorati dal precariato,nessuno con un'idea e chi ce l'ha deve accudirla alla larga dai corridoi e dalle aule, altrimenti son dolori.
No i politici, che badano a tirar su audience come al mercato e a far notte.
No i preti che poveretti sono l'ombra delle loro vecchie sottane.
No gli 'esperti' che sono tutti mezzi mafiosi.
No il Ministro, che si sforza di fare i primi passi.
Ma l'onda avanza, e avanzasse, finalmente ,il fatto è che incontrera' sicuramente risacche e maestrali- contro
Auguri,ai giovani che avanzano, che chiedono,anche se sbagliano.Purche' a intervalli si fermino, a raccogliere tutti detriti sulla riva,unica condizione di credibilità.
Un abbraccio grande,con il cuore, con quel cuore che mi è rimasto.
E una certezza:con le onde non si scherza mica.

giovedì 19 marzo 2009

PRE/SERVIAMOCI


La prima cosa è il rispetto dei vecchi.
Nella mia 'religione' è il comandamento numero uno.
La seconda cosa è l'inadeguatezza e l'impotenza dell'uomo bianco davanti al mondo-Africa.
So per certo che addirittura i viaggiatori incalliti -quelli che addestrati tutto l'anno dai tour-operators se ne vanno nel continente nero e toccano realta' inimmaginabili-tornano malinconici ,portando con se' tutto la grandezza e l'assoluta alterità ,la piccolezza del nostro cuore di bianchi bruttini e decadenti da viaggi che volevano di piacere.
Quanti debiti abbiamo nei confronti del continente -madre,non ne teniamo piu' il conto.
Il conto è cosi' lungo, che a me risultano sempre ridicoli addirittura anche tutti quelli che considero 'politically-corrected', ci vedo sempre colonialismi,egocentrismi,violenze.
Mi viene sempre di dire:'Ma.... e se li lasciassimo in pace?'

Allora,vorrei avere rispetto,anche se è difficile con questa ultima 'boutade', di questo vecchio papa che nella sua apollinea follia va in Africa a dire che il profilattico non serve,come se fosse seduto ad un te' di pochi nobiluomini , in un salotto di Parigi :solo perche' è un vecchio.
Come quei vecchi giustizialisti che alla sera, al parco, con i loro cagnolini, ormai unica compagnia, uccidono e fanno fuori mezzo mondo, giusto per farsi venire appetito.
Magari sarebbe piu' facile rispettarlo davvero, se fosse spoglio di ori e di potere, palese ed occulto.
Del resto nel campo semantico 'religione' di 'originali' ne abbiamo.
Penso al pastore Milingo,all'esorcista Milingo, e alla sua biografia rocambolesca.
O ai telepredicatori americani,potenza dei network.
Lasciamo stare i lefevriani, che dicono che le camere a gas erano luoghi di disinfezione, poi si ricredono, quelli non sono neppure tanto vecchi, sono nel pieno del vigore.


Cosa ci sara' di cosi' terribile in un piccolo oggetto di lattice, venduto in farmacia,si fatica a capirlo.
'Sesso e alti polimeri',proclamava un vecchio amico d'università, ridanciano, vitale,studente di chimica,che giocava al libertino e invece era fedelissimo alla sua ragazza, figurarsi.
La vita gli ha giocato dei gran brutti tiri, adesso è castissimo e infelice come allora.
Anzi, non si capisce come la contraccezione anche nel ricco occidente sia piuttosto demandata a contracettivi orali, chimici, a tutto svantaggio delle giovani donne, piuttosto che a questa elementare, antica ,semplice ,piccola quantita di polimeri, appunto.
Le ragazze dovrebbero riflettere, su questo,ma qui siamo in un altro capitolo,capitolo delicato, perchè chiama in causa la sicurezza dei maschi.

La cosa ha dell'inverosimile.
Non so se c'è in Vaticano qualcuno che abbia un 'idea dell'AIDS.
So che alcune strutture della Comunità Giovanni XXIII, di Rimini, non accettavano operatori se non motivati e selezionati, per l'altissimo impatto emotivo ,inevitabile nel contatto con eserciti marcescenti, schiere di bambini morenti e tutto quello che non si immagina.
Ma forse il problema storico reale è un altro:semplicemente, una Chiesa, quella romana apostolica, ha esaurito il suo aggancio-nel bene e nel male-con la storia in quanto tale.
Rimarra' un reperto, anche curioso, anche affascinante, per alcuni versi.
Siamo nel terzo millennio.
La vita, che sulla terra è nata a partire dall'Africa, continuera' in qualche modo, a partire da interrogativi che da li' saranno posti.
Il resto è folclore,reperto da museo,roba che forse qualcuno studierà,in futuro.

mercoledì 18 marzo 2009

BALLA COI LUPI






















Alontano da me le immagini da fiction dell'orrore piombate -e non e' la prima volta-sull'onda della cronaca:la morte orribile del bambino di Modica, sbranato da un branco di cani randagi.
Questa ed altre,non si riesce neppure a pensarle.
Orrore.
Ma come è possibile essere arrivati a questo punto?
Chiunque conosca anche pochissimo gli animali domestici-ed il cane lo è dalle eta' preistoriche-sa che da un cucciolo ad un feroce randagio ci passa un ' enorme distanza riempita di torture,fame,vessazioni, abbandoni, crudeltà inenarrabili.
Un cane puo' anche improvvisamente impazzire, ma è cosa rara.
Come possono un territorio civilizzato, un'amministrazione arrivare ad un punto di inedia, di abbandono, di terribile indifferenza da permettere che il randagismo diventi emergenza ?
La' dove cemento e malavita e camorra e mafia fioriscono , si permette che un bambino venga sgozzato da una muta di randagi.
Ha dell'incredibile.
Nella storia lontana, solo un periodo ricorda tutto questo:lo dicevo scherzando,anni fa e mi si sorrideva dietro:l'età longobarda.
Scorrere un banalissimo manuale di storia per verificare:'..territori invasi da belve feroci,randagismo...ecc...'.
Nella storia recente, la Romania del durante e post-Ceausescu ricorda che camionette militari percorrevano il territorio per mattanze di randagi divenuti problema per gli umani.
No comment.

martedì 17 marzo 2009

SAN GIUSEPPE




Mi era sempre sembrata una sorta di disfunzione semantica, quell'accoppiata della parola 'dio','figlio -di dio' con 'falegname'.Mi riferisco alla mitografia cristiana di Giuseppe, il santo ,chiamato ad essere padre putativo di Gesu', figlio di dio.
Perche', vuoi che questi fosse indiscutibilmente amico e partigiano dei poveri della terra , degli ultimi, delle prostitute, degli storpi e dei senzatetto, ma nella agiografia popolare compariva sempre bello, biondo,alto,pieno di salute e con l'immancabile aureola dietro al capo.
Seguito da una Maria- madre giovane e devota, dolcissima ,coperta di un velo azzurro e dai lineamenti regolari e mediterranei.
E invece lui, Giuseppe, il falegname, stonato nel trio,poveretto in carne ed ossa, con il suo lavoro, le sue spalle ingobbite e un destino di assoluta oscurità.
Il classico personaggio-spalla di tutte le commedie popolari.
Giuseppe il falegname, Giuseppe l'oscuro della terra, Giuseppe il personaggio secondario.


Ricopio qui un piccolo passo da un mio vecchio racconto-di quindici anni fa circa-, 'San Giuseppe'*:
''.................
La fiamma intorno è diventata alta,il riverbero illumina le figure intorno e i nostri visi,la luce opaca,rossastra e densa,cancella le imperfezioni dei lineamenti,i sorrisi sono larghi,gli occhi brillano buoni.
Un gruppetto di uomini arriva concitato con un cestello pieno di bottiglie,è pronto il vino rosso che si beve con i dolci di casa,ci avviciniamo e qualcuno ci allunga un bicchiere di carta pieno di sangiovese.Sorseggiamo con un brindisi al mare,a noi, a questa notte.
Ma poi, all'improvviso, in una pausa del chiacchiericcio collettivo,sembra di udire un tonfo sordo che arriva dal mare,da qualche miglia di distanza,un tonfo che poco dopo è seguito da un altro simile, e poi dal richiamo della sirena del faro.
Che succede?Qualcuno sta arrivando,in questa notte cosi' prevedibile.C'è chi continua a parlottare dei casi propri,ma con un tono piu' smorzato,c'è chi tace e cerca di ascoltare,c'è chi dice la parola 'profughi'.
Ancora un tonfo sordo ed allungato dal mare,ancora la risposta della sirena del faro,come in un gioco organizzato'Gli albanesi!!! Gli albanesi!!!'Un gruppo di ragazzini rumorosi e scomposti arriva con i motorini.
'Lo abbiamo sentito dire sull'altro molo,arrivano stanotte gli albanesi'
Altri ragazzi,con motori piu' grossi, si aggiungono al primo gruppo.
'Forse non albanesi, ma curdi,o chi lo sa'
..........
Immagino il freddo dei bambini accatastati come animali spauriti,con gli occhi scuri e grandi sulla notte di marzo,perduti e mitici,brandelli di carne alla ricerca di un destino;e noi qua,un poco goffi,con i bicchieri in mano ancora semipieni di sangiovese,mentre un tonfo sordo ritorna identico agli altri,ma piu' lontano,piu' insistente e disperato.
Corre tutto intorno un brivido di disagio,umori forzati negli animi,la gramigna delle ovvieta' copre all'improvviso il cuore di molti,sembra fiorisca all'improvviso una distesa di erbacce che ci invade.
Davanti a me,appena il medico si scosta,compare una donna grassa, sulla sessantina,scarmigliata,con un fare concitato dice qualcosa,il tono alterato di una persona derubata,gli occhi lucidi,agita un braccio.
'Non saprei, signora..'azzardo una distanza,la vedo come in uno specchio,in una grossa caricatura.
............
Penso che ognuno di noi è un poco ammaliato,non del tutto protetto,defraudato in qualche modo.Il mondo intero è questa nebulosa di fumo con voci e botti che si rincorrono da un lato all'altro della costa,qualcosa di denso in una notte di attese e di bicchieri di carta,le parti distribuite a caso ai personaggi...
..............'.

*In Romagna la sera del 18 di Marzo c'è l'antica usanza del falo'all'aperto.

venerdì 13 marzo 2009

IL 'MA' CHE FA LA DIFFERENZA


Non dico della costruttiva , necessaria collocazione di flussi regolari nel movimento migrante che coinvolge il globo.Di sistemi reali di integrazione al di la' di retoriche pietiste.
Ero quasi d'accordo con la strategia delle classi-ponte, se brevi nel tempo e solo funzionali,per esempio.(un campo in cui posso dire qualcosa, in altri non mi avventuro)
Ma questo tema dello straniero mi vede solo STRANIERA.
Non è per far l'originale,ma per me i veri stranieri sono la quasi totalità dei normodotati cittadini grezzi e incolti che vedo quando esco di casa la mattina.
(.................*)
A cominciare da quelli che regolarmente esordiscono con:'io non sono razzista,ma.....'
Se non fosse feroce, la logica leghista sarebbe una delle cose piu' esilaranti della modernità.

Siur parun dalli belli braghi bianchi ,ma da dove siete scappati fuori?
E soprattutto, dove siete diretti?


*censura

martedì 10 marzo 2009

ANTICIPAZIONI


Ho in cantiere un nuovo libro, una raccolta di storie (semifantastiche) illustrate sempre dalla pittrice riminese Antonietta Bellini. Una raccolta di testi che vanno dai primi anni novanta al 2007,dieci in tutto,uscira' tra un annetto per i tipi della Societa' editrice Il Ponte Vecchio di Cesena con prefazione della dottoressa Oriana Maroni.
Se tutto va liscio, come spero.
Ricavo da una delle novelle piu' strampalate,la piu' 'futuribile'un piccolo passo sul tema della scuola.

Un gruppetto di adolescenti, bighellonando una domenica pomeriggio di un improbabile 2252, incappa in una vecchia 'memoria',contenente usanze e 'atti' del tempo che fu, piu' o meno il nostro inizio di millennio.

''....incredibile a vedersi, i loro coetanei di solo duecento anni fa,per acquisire le memorie,se ne dovevano stare almeno quattro ore al giorno seduti,tutti in fila, dietro a piccoli tavoli e ogni ora si sentiva un suono e si vedeva un adulto che seduto dietro un tavolo piu' grande parlava e gesticolava e spesso sbraitava. Ma come potevano fare i loro piccoli progenitori ad acquisire le memorie standosene incastrati come tanti sacchetti di sabbia?
Se lo chiedevano e non riuscivano a trovare una risposta e intanto la pioggia stava un po' dirandando.
Il mondo era veramente incredibile, in quel lontanissimo, curiosissimo inizio del millennio...
-E poi guardali, guardali!!!!-si era messo a gridare all'improvviso Miro,-....sembra stiano tutti aspettando qualcosa...qualcosa che deve scoppiare...-
-Si', si',-aveva incalzato Aura-sembra che abbiano un pallone gonfio di gas sulla testa..-
-...oppure un ordigno a orologeria nascosto sotto ai banchi.....-suggeriva Gico.
E infatti cosi' era,l'espressione di quei loro coetanei,lontani antenati,lasciava intendere che qualcosa stesse succedendo,come se tutto quello che si vedeva fosse una messinscena che doveva camuffare l'inquietudine dell'attesa....-

domenica 8 marzo 2009

GRAZIE ALLA VITA


'' Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato due soli,che quando li apro
perfetto distinguo il nero dal bianco
e nell'alto cielo lo sfondo stellato
e in mezzo alla folla l'uomo che io amo.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato l'udito che in tutto il suo raggio
sente notte e giorno urla tivu e radio
silenzio,vetri rotti,risate e pianto
e la voce dolce del mio bene amato.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato il suono e il vocabolario
con lui le parole che penso e declamo
madre amica sorella e sole illuminando
e la via dell'anima di chi sto amando
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato i piedi che sto trascinando
con loro ho guardato cittadine e fango
laghi neve deserti monti e mare caldo
e casa tua il tuo vicolo la strada e il parco
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato il cuore che agita il suo passo
quando vedo il frutto del pensiero umano
quando vedo il bene,dal male lontano
quando vedo in fondo al tuo sguardo chiaro
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato il sorriso e mi ha dato il pianto
cosi' io distinguo bacio da cuore infranto
e i due materiali che fanno il mio canto
ed il nostro canto che è lo stesso canto
e il canto di tutti che è il mio stesso canto''

(Violeta Parra, 'Grazie alla vita')

giovedì 5 marzo 2009

DEI MATRIMONI MISTI,ovvero, MOGLI E BUOI..


Dove stanno tutti questi matrimoni misti?
Piu' o meno come negli anni cnquanta,al tempo del 'rock an' roll'
Il rivierasco che sposa la svedese,la laureanda spagnola che convive con l'architetto messicano...mah.
Se è vero che siamo nel tempo della transizione, dell'avvenuta globalizzazione, del tuttopossibile, degli spazi aperti, ecc...poca roba.
Almeno quello che vedo al momento, forse per mancanza di frequentazioni.
Intendo ,ovviamente, matrimoni giovani, non regolarizzazioni di vecchie convivenze alle soglie dell'ospizio.
Dunque.
Intanto, di misto vedo pochino perche',anzi, mi sembra avvalorato ogni giorno che passa ,sempre di piu', l'adagio popolare 'moglie e buoi dei paesi tuoi'.
Laddove il 'paese' si puo' allargare a 'casta', 'ceto sociale', 'portafoglio dei genitori' via via fino a 'stesso dialetto'.
Lo confesso, quello che vedo è un moto primigenio di accomunamento tra simili, per estrazione e archetipi familiari.
Mi pare che i giovani, quelli che avanzano il 'terribile' passo-consapevoli anche del 'chissa' se durera'?- si direzionino sul sicuro, cioè sul poco faticoso, sull'immediatamente riconoscibile.
Ne escono piccoli cerchi concentrici monogamici, garantiti da abitudini ataviche.
Di rischi,apparentemente pochissimi, almeno all'inizio.
D'accordo che fuori dal salotto o dal piccolo riparo del caffelatte mattutino, la tribu' balla,il precariato è un luogo della mente prima che uno 'status', il fragile recinto domestico subisce contraccolpi da ogni lato :sara' proprio per questo paradosso,il tutto e il minimo mal assemblati, che ,tutto sommato,anche le famiglie del futuro possono correre il rischio di essere costruite sulla paura.

lunedì 2 marzo 2009

SENTIERI DELLA FISICA


Auguri di buon lavoro e complimenti agli insegnanti del Liceo Scientifico 'Alessandro Serpieri' di Rimini per la bellissima iniziativa,'SENTIERI DELLA FISICA'( 'E quindi uscimmo a riveder le stelle'),organizzata in occasione del'anno mondiale dell'astronomia,questo 2009.
Presa dalle pesantezze del quotidiano, non so se riusciro' a partecipare a qualcosa, certo mi piacerebbe.
Voglio ricordare un aneddoto che mi racconto' la mamma di un'amica scomparsa la scorsa estate,un'anziana docente di matematica.
Durante gli anni della seconda guerra mondiale, l'Ateneo bolognese vantava studenti di matematica e fisica bravissimi,casi addirittura d'eccezione.
Provenienza?
Il vecchio, provinciale Liceo Serpieri di Rimini.
Aria buona, aria di mare, che faceva fibrillare i neuroni cerebrali, individuare sistemi ed equilibri .
Viva la fisica,meraviglioso mondo aperto davanti a noi,grande quanto la volta stellata.