mercoledì 29 ottobre 2008

SCIOPERO/SCUOLA


Domani scioperero' perche' credo molto piu' nei ragazzi che negli adulti che li governano.
Se questi ragazzi, nonostante questi adulti, sono riusciti ad organizzare quello che vediamo in questi giorni, anche negli istituti piu' deculturati e dequalificati, a balbettare una grammatica stentata per la comprensione del mondo meritano che io regali loro il prezzo intero di una giornata lavorativa.
Sono stati capaci di un tentativo rozzo, infantile la piu' parte, ma sincero di organizzarsi e di parlarsi.
Questo è quello che ho visto in questi pochi giorni. e giuro che non lo credevo possibile.
Credevo che con gli adulti che si ritrovano questi ragazzi non avessero piu' anima,invece è evidente che in loro qualcosa rimane, nel fondo della loro botte,si deposita, sedimenta,fermenta,gorgoglia,vuole dirigersi al futuro.
Ed inoltre, sciopero perche'non esiste che in una democrazia si intervenga su un mondo cosi' ampio e importante come la scuola per DECRETO,utilizzando il metodo della scure, in modo indiscriminato.
Riporterei qui volentieri le parole di C.F.,vecchia maestra elementare a riposo con cui parlavo ieri.
Una leonessa della scuola,che ha ancora le idee chiarissime;lei sostiene che questo 'ritorno' non è possibile, non si bypassano vent'anni di esperienza metabolizzata, ed inoltre la creazione di queste 'figure' collaterali,di serie C, fara' precipitare il tutto nel caos,aggiungendo approssimazione ad approssimazione.
Su tutte le altre questioni vedo questa legge feroce del taglione.
Se di pulizia c'e' necessita',sono la prima ad ammetterlo, occorre semmai potenziare l'intelligenza, l'autorevolezza dei dirigenti, che sappiano operare dei 'distinguo' coraggiosi.
Ma sono già fuori dal linguaggio di un blog.
Purtroppo devo ammettere che vedo nella classe insegnante una stanchezza, uno sconcerto, .
Non è con questi 'capitani' che si governa il futuro dei giovani.
E poi la vergogna del nepotismo.
Quello che mi incanta in una sorta di paralisi è quando sento dire:'Ma tanto il tal posto' è gia' assegnato-in sede post-universitaria, intendo-e l'ho sentito piu' volte in questi giorni.
Segno di questa palude dove i giovani rischiano di marcire,dove si fanno tante chiacchiere e tutto cambia perche' nulla cambi.

No, non è cosi' che funziona.

Domani, signorina Gelmini, staro' acasa con una certa fierezza, tutto sommato.




lunedì 27 ottobre 2008

VADEMECUM AUTOGESTITO




Piccolo vademecum per insegnante di media stazza da utilizzarsi durante il tempo 'autogestito' dei ragazzi, ,al di la' della barricata.

Rispondi:
- Stai dalla loro parte, c'è in te un Peter Pan duro a morire, un sessantottino sepolto sotto tonnellate di detriti che si risveglia al primo scricchiolare di megafono, corri insomma il rischio di 'partecipare', con gli occhi lucidi, ai loro assembramenti?-
Se si', ne parliamo dopo, perche' è una cosa peggiore di quanto sembri ; se no,segui la traccia:
a-quante ore hai? Due piu' buco piu' due? Son problemi.
Due solo o tre in fila? Un po' meglio.
b-la regola prima è evitare il /i capannello/i di colleghi dove si parli di malattie, crisi di coppia,tribu' di parenti da accudire,depressioni,sciatalgie,il graffio nella utilitaria nuova e via discorrendo
c-la regola seconda è trovare un buon punto di stazionamento temporaneo:potrebbe essere fronte-finestra,luogo sempre adatto all'osservazione del mondo
-regola terza:adattarsi ad un'amabile colloquialità.Fa sempre bene al cuore. Suggerisco temi agresti, culinari,l'infanzia, che non fa mai male.
-regola quarta:nascondere le proprie sociopatie.Sconsiglio di appartarsi con l'ultimo romanzo da duemila pagine che si trascina da mesi,fa brutto a vedersi
-regola quinta :non buttarla in politica,ne' in criteri didattici,ne' in piccoli progetti,non è piu' tempo
-regola sesta:tenersi sulle generali, torna sempre comoda la lamentazione sul futuro:ahinoi!!!!
Quale futuro ci aspetta! E i giovani, poveretti!

Dopodiche', finito il'servizio', si puo' cominciare a ragionare:allora,per l'allegria che puo' scattare come passione, data l'eta' media della categoria, occhio agli sbalzi di pressione,che' di vita ce n'è una sola

domenica 26 ottobre 2008

GNUOMMERI


Leggevo stamattina un articolo a proposito di lettere inedite di Carlo Emilio Gadda.
L'ingegner Gadda mi ricorda:
una bellissima lezione di Mario Petrucciani, ascoltata a metà anni settanta a Urbino, dove frequentavo, dopo la laurea a Bologna, una Scuola di Letteratura biennale.
Il tema era i letterati e la scienza.
Poi:il bofonchiare poco convinto del professor V.,preside dell'Istituto tecnico-fronte mare dove avevo un incarico, metà anni ottanta,finalmente a casa,dopo le valli trentine e la bassa modenese.
Il professor V.,gia' mio insegnante di Liceo, quando vide che volevo dare ai ragazzi dei temi su Gadda storse il naso :-Ma via, troppo raffinato!!-disse
Lui, che raffinato nelle Lettere lo era di sicuro, guardava obliquo quei tempi ancora ricchi.
E poi:il GLIUOMMERO. O GNUOMMERO.
Accidenti che bel concetto.
Il Commissario Ingravallo, protagonista di 'Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana' sa che la realta' si attorciglia li', in quell'indistricabile nodo para-metafisico, con-causale,de-ontologico ,ma reale,il dannatissimo imbroglio.
Ma soprattutto, e questo è uno spasso,il raccontino 'La tigre reale'.Bellissima presa per i fondelli di tutti gli psichiatri, anzi della psichiatria in blocco.
La trama è questa:consapevoli che le nostre nevrastenie si fondano su antichi traumi infantili ,si scopre che il vero grande Trauma che capito' al piccolo protagonista fu l'aver pestato una....si',una di quelle enormi'marmellate' che sovente stanno qua e la' nei parchi,metre era impeganto a giocare al gioco della 'tigre reale'.
Detto cosi' sembra una banalità,ma quando lo racconta Gadda si trasforma in una chicca da gran signori,lasciando intendere possibili 'pastiches' linguistiche da brivido.
Anche se la parola-chiave è ineqivocabilmente 'quella'.

sabato 25 ottobre 2008

COSA E' UNA FAMIGLIA


Sto per fare un fervorino del sabato, una specie di predicozzo da anima bella?
Speriamo di no, non è il mio genere.
Pero' a parlare di famiglia, volendolo fare,il rischio c'è.
Parlavo con una mia cognata, reduce da un giro a Berlino:la' è l'impero dei singles, cosa del resto arcinota,registrata cosi', senza inflessioni emotive.
Vada per i singles ad oltranza, nella futura modernità, e pace all'anima.
Quello che penso di onesto sulla famiglia è che il problema siano gli individui.
Bella frase, vero?
Piu' facile da scrivere che da vivere, pero'.
L'altra consa che penso è la questione del rischio, del'ambivalenza:cioe', nel correre dei giorni la vita, dipanandosi, mette sui due piatti della bilancia l'eternità e l'effimero, il gioco possibile e quello stabilito.
Il patto matrimoniale, i vari patti possibili in convivenze diverse?
Una verifica,oscillante tra questi due poli.
Anche questa una gran bella frase.
Credo che la famiglia si faccia solo a partire dalle persone, che si scarnificano nel gioco quotidiano della tenerezza ma anche del contraddittorio.
Non vedo soluzioni.
Poi,volendo, anche occasione di divertimento, di convivialità, di bel tempo passato in compagnia.

Immagini e immagini di famiglia.
Accantoniamo tutte queste parvenze, patti fragili, smarrimenti ,che vedo,famiglie malandate e inconsistenti, andiamo a quei pochi esempi che rimangono.
Situazioni diverse, fili sottili che si intrecciano , tanto di casualità,riferimenti antichi che stanno a fare l'occhiolino.
Ancora una volta, quello che rimane sono le persone, e la loro irripetibile, misteriosa, coraggiosa individualita'.
Che talvolta hanno la fortuna di vivere affinita' elettive, destini incrociati,talaltra no.
Tante volte si caricano di errori, le scelte sono non perfette all'origine,quella cosa che è l'amore o il gioco ipnotico delle situazioni si perde e si sfilaccia nella pratica dei conti di casa e dei letti da rifare, e delle decisioni da prendere.
Insomma cosa è la famiglia?
Una zattera provvisoria, un'idea di Grande Casa di tutti gli uomini, un piccolo salvagente trovato cosi', tanto per superare le tempeste ?
Io ci ho creduto, ci vivo in questa definizione, ma la mia è una storia personale.
Di storie personali è pieno il mondo, tante quante sono le persone che lo abitano.
Siamo qua per azzardare dei tentativi onesti.

mercoledì 22 ottobre 2008

OCCHI VUOTI


Quale sangue corre nelle vene di questi giovani che si muovono, 'protestano' chiedono una scuola per loro?
Il sangue dell'incertezza, della fine di un mondo, di un'epoca che muore senza lasciar intravedere un futuro.
Quando, dopo l'11 settembre 2001, si creo' per le strade del mondo quell'enorme 'movimento' per la pace, ultimo fuoco collettivo con un senso,anche se privo di un pensiero 'forte', i giovani che vi aderivano avevano ancora un piede nella stanza degli adulti.
Odoravano vecchi temi,l'autorità dei vecchi, il sorriso di chi,stentatamente, aveva il coraggio, nelle istituzioni, nella scuola, di accompagnarli nella loro 'scoperta' di questo mondo eternamente contraddittorio e di quella parte di storia contemporanea.
Erano ultimi fuochi di un flusso di partecipazione che dal mondo entrava nelle aule,si avvaleva di linguaggi ancora tradizionali, di punti di riferimento nati nel secondo dopoguerra,di sistemi di riferimento comuni, riconoscibili. Patti di tutela, ideali di solidarieta' erano ancora valori reali.
Questi giovani, neo- protagonisti degli ultimi sommovimenti in tante scuole italiane e universita', che cosa hanno nelle vene, nel cuore, nel cervello ,ora?
Io non ci giuro, su quello che hanno.
Vedo tanti, affrancati dai padri,nelle universita' e negli istituti di ricerca, in giro per il mondo raminghi a cercare la loro elitropia, avanzare richieste assennate, disegni condivisibili, anche se a loro non affiderei mai la mia vita.
I piu' li vedo-quelli che vedo- poveretti ,senza padri, ne' madri, ne' adulti, ne' futuro.
Personaggi inconsistenti e fragilissimi.
I ragazzini tra gli undici e i quindici anni bevono come spugne in percentuali altissime.
Quelli che avevano quindici anni nel 2001 hanno visto le loro città crescere come mostri di cemento e traffico, sono stati seppelliti di oggetti e di ossessioni consumistiche per poi assistere al crollo di quella civilta' in cui erano cresciuti .
Bombardati di immagini, di pulsioni, di parole sempre piu' vuote,materiale di 'esperimenti' sociologici, didattici, sciacquadenti di un politichese che se li sbandierava come sciarpe al collo,in mano a famiglie smarrite e prive di autorevolezza .
Cosa hanno nel sangue che corre nelle vene, questi ragazzi, che si affacciano ad un futuro e giocano gli antagonismi della loro generazione senza riconoscere neppure la distanza che c'è tra se' e i propri cugini di dieci anni fa?
Vedo nebbia,ma nel muoversi 'di pancia' dei tanti ci puo' essere una domanda ineludibile: la richiesta di essere considerati soggetti, primi attori del futuro che tutti interessa.
Costruiamo il futuro a partire dai giovani,investendo in loro, in sistemi, aule, idee,prospettive e inserimenti reali nei luoghi reali.
Ma senza fiducia le generazioni non crescono,la fiducia è linfa, ricostituente, anima.
Come trovare fiducia reciproca, in questi occhi vuoti?
Da dove ricominciare, se è possibile ricominciare ancora?

martedì 21 ottobre 2008

L'INDIA DI C. E DI N.


Quando C.-vecchissima conoscenza, di nome e di fatto, nel senso che la conosco dall'eta'-mia-di quattro anni e lei ormai di anni ne avra diversi piu' di ottanta -mi ha detto che sua nipote era in India ho sorriso tra me e me.
Poteva anche essere una di quelle fantasie che stanno tra la malattia e la smemoratezza, tra la voglia di andarsene e il desiderio di curiosare ancora un po'
-Davvero, in India? Per quanto tempo?
-E' la' con...-non ho capito se con un intrallazzo di Chiesa, se per viaggio o per studio.
Studio? Cosa ci puo' fare una giovane architetto in India per mesi e mesi?
Va be' che l'India è il paese del tutto in quanto tale,va be' che ormai il mondo è cosi' piccino che quasi quasi lo mettiamo in un cesto,ma...
-Lei è contenta-incalzava la signora C. appoggiata al suo treppiedi, perduta nella nebbia del suo giardino -son giovani, son contenti....

-Dov'è andata ,in Cina,la nipote della C.?-mi ha chiesto mezz'ora dopo N.,leggermente piu' giovane della prima, problemi di famiglia, e di cuore,ma con il guizzo indomito ad aggiustare tutto.
A N. è sempre piaciuto dare una ritoccatina alle cose,le piace che siano sistemate, vicine, in ordine.
-Veramente credevo in India- le ho risposto
-E' piu' in la' la Cina o l'India?- N. doveva sistemare questa storia.
-Lei come la vede?-
Inutile pretendere il rispetto della geografia, perbacco, non sara' mica un dogma! -mi sono detta
-Per me l'India...è piu' lontana....-e mentre faceva un gesto largo con il braccio, N.sistemava questo mondo vicino, quello lontano, per finire con un guizzo geniale:
-e poi c'è la luna,che è ancora rimasta li'.

Il bello di tutto erano quei piccoli avverbi di luogo: 'la',li'.
Del resto, da una certa ottica,la casa del vicino è 'la',piu' lontana dell'India.
La luna ?
No, la luna,per ora è' inequivocabilmente in totale solitudine,'la'.

domenica 19 ottobre 2008

UN LIBRO DI ROSETTA LOY


Suggerisco la lettura, tra i tanti di Rosetta Loy, -una delle voci italiane femminili piu' capaci e dignitose , (anche lei nel dimenticatoio?)-di 'La parola ebreo'.
Fedele alla sua tecnica 'intima', apre per spiragli che si attanagliano al problema e non lo mollano, secondo i modi del 'romanzo di formazione' ma fedelissima alla verita' storiografica.
Una bambina che vive a cavallo del famigerato periodo delle leggi razziali apre la sua coscienza e la sua esperienza sensibile alla parola' ebreo'.
Senza remore, senza infingimenti, con curiosita' infantile,sul crinale del rischio, come è sempre rischiosa la verita'.
Insinuandosi nelle pieghe di un vissuto mai dato per scontato,'vede' la sua contemporaneita', la riporta al nostro presente,ne esce un quadro inquietante e dei tempi e di quella diplomazia vaticana che, nella persona di Pio XII, non seppe opporsi al nazismo.
Lascia interdetti davanti al grande quesito storico, al 'perche' tanto,interroga la coscienza, turba i sonni beati, va diritto al nervo della tolleraza, ma soprattutto di 'quella' intolleranza folle.


ROSETTA LOY,
'La parola ebreo ,Einaudi
*nella foto, Rosetta Loy

sabato 18 ottobre 2008

SENILITA'


Con questa storia che sono una miope insofferente degli occhiali da vista graduati una ne penso e cento ne combino.Aggiungi che non sono neppure tanto fisionomista, mi sbaglio a salutare le persone, anche quelle che mi sono vicine.
La distrazione fa il resto.
Una prova di quello che dico.
Passo davanti ad uno dei tanti cartelli e leggo:'CONCERTO PER DIO'.
'Accipicchia', penso tra me e me.Il concerto, questi qua, a dio glielo fanno proprio in diretta senza mediazioni di sorta , ne' titoli, ne' concordati.'
Il pensiero ci stava tutto, perche' ormai quel signore lassu' se lo sono accaparrati in tanti, ognuno a proprio comodo , proprio come si leggeva dell'America gia' da diversi anni,sul tema del proliferare delle sette.Niente di piu' facile che un gruppo qualunque si metta a far concerti per il suo dio, tra una stagione e l'altra.
C'è addirittura chi, senza remore, è convinto che dio stia totalmente dalla sua parte, e non sto parlando di una setta smarrita di pazzoidi.
Parlo di nutriti gruppi di potere che per esempio qua a Rimini , si dicono Unici depositari del Vero.
Li ho incontrati anche stamattina, in una occasione.
Il loro filo diretto è fatto di intrallazzi,conti in banca, opere,scuole, case,sistemi di tutela e di garanzia degli adepti. Parlano tutti alla stessa maniera,hanno lo stesso colore della pelle, la stessa luce negli occhi.

Poi, pero', ho riletto meglio, quel 'dio' in realta' era 'duo'.

Quando si dice essere in malafede.

venerdì 17 ottobre 2008

'...CONOBBI IL TREMOLAR DELLA MARINA.....'



RIMINI


Legambiente:Rimini è in-sostenibile
Inquinata come Palermo
Peggiorano molti indicatori,l'unica città della Regione sotto la media nazionale

Allarme dell'ordine dei medici
Inquinamento:servono provvedimenti seri
In provincia di Rimini 11 casi all'anno di tumori polmonari per l'aria insalubre
( aggiungi tutti gli altri 'casi')


*dietro l'immagine in primo piano nella foto ci dovrebbe essere il mare

mercoledì 15 ottobre 2008

A CASO,NELLA PRATERIA




Non si avrebbe neppure voglia di scrivere un post come questo .
Eppure ci sono cose che è doveroso ricordare,anche al web,vadano dove vadano,probabilmente disperse nell'etere, lucciole fatue ,piccole particelle di una 'resistenza' inconsistente e irragionevole.
Il tema è: gli adolescenti e la legge.
E vedo questo,al proposito:i ragazzini di quattordici-quindici non ci credono, non ne hanno la percezione,si proteggono dalle balle degli adulti e sono confusi, inermi e soli.
Credono che:
tutti fregano, non ci si puo' fidare al 100% di nessuno;
quelli che dovrebbero essere garanti-polizia, autorità...-possono essere i peggiori,nessuno lo sa per certo
ognuno è solo,nessuno ha chi lo protegga dai soprusi di chicchessia
se proprio uno ci tiene a 'denunciare' una illegalita' palese, o abuso, lo faccia, ma a sue spese, in particolare è vietato farlo se il prevaricatore è connesso ad una qualche 'rete'.
chiunque lo abbia fatto, state pur certi che un guadagno l'ha avuto, non si fa niente per niente.
Di fatto il loro mondo è avulso da tutele,si vedono, vivono e pensano come in una immensa prateria, dove l'unica arte necessaria è l'arte dell'arrangiarsi,ovvero della sopravvivenza, costi quel che costi.

Domani?

Sarebbe meglio cancellare tutto e ricominciare


martedì 14 ottobre 2008

NEBBIE


Ottobre caldo compensa di un Settembre piovviginoso e arrabbiato,ma il profilo delle nebbie dipinge gia' l'orizzonte dell'Adriatico domestico e un po' abbandonato.
Nebbie.
Nebbie che delimitano i confini di un futuro immediato,dove in un giorno il mondo crolla e risorge da sudari di cartapesta.
Nebbie nelle nostre esistenze individuali , dove si va alla ricerca di onesta' come fosse la pietra filosofale.
L'onesta' si sente, si annusa, si abbraccia con piacere.
Il profumo dell'onesta' mette allegria,abbatte ostacoli alti, vince i leviatani delle paure.
Esempi disonesti.

Stamattina su un quotidiano locale, una mamma, con lettera firmata, faceva uno di quei voli pindarici che solo gli ignoranti sanno fare, mettendo insieme gadgets filofascisti-tollerabili-, bidoni dell'immondizia e prostitute-intollerabili-.Scriverle qualcosa? Troppa fatica .Chissa' che idea avra' costei dell'onesta'.

E rapporti personali ambigui, ne vedo tanti.
Quell'ex-moglie che chiama su cellulare l'ex-compagno di studi per una serata, come in una novella di rotocalco .Magari con la scusa della cultura.Mica telefona a casa, nella famiglia di lui.
Lui becca.
Sui sentimenti di poca onesta'ne vedo troppe.
Sentimenti?
Poveri cristi che si arrabattano a riempirsi le giornate.

E fiumi di denaro, che corrono,dove possono andare,anche in tempi come questi.
Scuole private, istituti prestigiosi che si arrogano i profili delle classi dirigenti del futuro.
Vi si iscrivono figli di politici e amministratori attuali,nomi, cognomi, indirizzi.
Mamma' trema e papa' tiene il posto caldo.La transazione è gia' pronta, la promozione sicura.
Giovani onesti davvero se ne vanno a cercare acque pulite,faticano,si mettono alla prova.
E oggetti, oggetti:nella mia città ,inquinatissima,ormai,ogni famiglia di quattro componenti adulti ha almeno tre automobili.
Che girano, anche in tempi come questi.

Come si fara' a dormire tranquilli, se anche solo un filo di torbido c'è sulla propria coscienza proprio non lo so.
Non lo so davvero.



* Mi scuso con gli amici bloggers per l'assenza di dieci giorni dal web,ma ho avuto problemi di 'macchina'(=computer con un problema, che poi è diventato un altro problema,ecc....)Morale:diciamo che, potendo, 'connessi è meglio'.



mercoledì 8 ottobre 2008

DEL CALVO CHE RUBO' UNA PARRUCCA


Notizia di fondopagina ma non proprio da buttare via,anzi emblematica, direi.
Un calvo con signora si appropria di una parrucca in un market.
Li' per li' pare il teatrino dell'assurdo, ma a ben pensarci una sua logica ce l'ha.
Il desiderio del calvo.
Cosi' è, di logiche non ce n' è una sola, ma ce ne sono tante e si credeva possibile individuarne dei minimi-comuni-denominatori, come ci avevano insegnato alle elementari.
Dicesi minimo comune denominatore....
Invece, forse la modernita' ci impone di individuare logiche prive di denominatori, diverse, intestine, oppure angelicate, l'una contro l'altra armate, a contendersi quel fazzoletto di esistenza. Cercasi decodificatore di logiche .
Tanto per evitare altri caduti sul campo ,l'accelerarsi di una crisi epocale,l'infelicità dei tanti.
Logica di un sistema economico che si proclama per definizione liberista ad oltranza e necessita di una procedura statalista.
Logica di un sistema di comunicazioni sofisticatissimo ed irretito nelle gergalita' piu' gutturali.
Logica di reti affettive che si vogliono 'liberate' e sono agganciate ad immagini in cui dominano quei due o tre fattori ancestrali,non ultimo lo 'status' economico.Antecedente a tutte le rivoluzioni moderne.Sangue e mattone.
Logica delle chiese, che a forza di star con il loro dio ci insegnano cose stranissime,per esempio l'opportunismo,ma solo quello di parte.
E cosi' via.
In casa nostra, alcuni dei nostri governanti non stanno ne' in cielo ne' in terra.
Quale è la logica che li legittima?
Chi dirige l'economia non ha neppure citato,in questi giorni di ansia dei portafogli nazionali ,quell'antica nozione libresca-magari per verificarla- sulla possibile natura ciclica di questa nostra crisi attuale.
Chi dirige la cultura afferma di non capire un'acca della modernita'.
Chi dirige la scuola pare uscita da una favoletta di Ian Mc Ewan.
Di quel fratellino che usava la scolorina per far sparire chi non gli andava.
Tot dipendenti.Tot cervelli. Tot...
Ma una logica ci sara', no?

lunedì 6 ottobre 2008

SCIROCCATI


-Ma io non voglio andare tra i matti-osservo' Alice
-Oh,ma non ne puoi fare a meno-disse il gatto-
(L.Carrol,'Alice nel paese delle meraviglie')


Se devo fare la parte della praticona delle cose realistiche, di vita, qualcosa, state pur certi, in giro non va.
Passi per il buonsenso medico-pratico-fai-da-te-simil scientifico.
Quello per cui segui l'antica massima:'Se sei sudato, non stare nel mezzo della corrente d'aria'.
E va be'.
Passi quel po' po' di didattica 'attiva' che anche un asino in cinquant'anni di scuola, come discente e come docente,deve aver un po'imparato.
Con la lunga serie delle teorie avanzate,come :'Non basta la nozione, bisogna far muovere il cervello'
Passi per quel pizzico di bon-ton che anche gli istintivi sono costretti ad acquisire appena escono dalla foresta delle proprie emozioni adolescenziali.
Come:'Mai dire 'imbecille',anche se lo pensi, al primo tamarro che incontri al mattino.
....Passi...
Ma spesso il panorama attorno mi ricorda quella novella di Achille Campanile.

-Minerale o naturale?-chiede il barista ai quattro avventori seduti al tavolino del bar, dopo che uno di loro ha ordinato acqua.
-Naturale-dice il primo
-Minerale-dice il secondo
- Naturale minerale-dice il terzo
-Minerale naturale-dice il quarto
-Scusate, ma minerale o naturale?-insiste ancora il barista.
E cosi' via, per un'ora circa.
I dialoghi della scena sono tutti qui.

Al primo che mi chiede cosa pensi della tal questione-pubbblica o privata-rispondero':-Naturale o minerale?
Cosi' si passa un po' il tempo, si fa notte, ognuno ha fatto il suo e le cose che si dovevano aggiustare, forse, si sono aggiustate da se'.

sabato 4 ottobre 2008

IL DOTTOR OSS


Nel romanzetto breve di Jules Verne, 'Il dottor Oss ', una tranquilla cittadina fiamminga,Quinquendone, comincia progressivamente a dare strani segni di squilibrata irrequietezza,fino ad arrivare a dichiarar guerra alla citta' vicina per colpa di una mucca rimasta li' dalla prima crociata.
Si scoprirà poi che il colpevole di questo stato di cose è nientedimeno che il dottor Oss, che aveva in gestione le condutture del gas; in queste condutture lui, per gusto di sperimentazione scientifica, inseriva ossigeno in quantità esagerate fino a causare nella gente che lo respirava quello strano stato.

Veniamo a noi
Ecco alcuni titoli di prima facciata degli ultimi tre giorni di un quotidiano locale riminese.
'L'autista è nero:allora scendo dal bus';'Profanate le tombe dei bambini';'Botte al rom quindicenne';'Giovane ladro inseguito da un ottasentenne';'Su internet i tubisti * annunciano rivelazioni-bomba','Sesso e droga, perizia su una mamma'.
A cornice,il resto delle notizie,locali, nazionali e internazionali.
Continuano stralci di 'discussione' su mega-progetti,sogni alla Gerswin di archistar di levatura mondiale,ispirati dal vento di scirocco,su lungomare e co.
Ma dove si è nascosto il dotto Oss?
*diconsi ''tubisti' i coinvolti in un caso di frode attorno alla vendita di uno strano tubo multiuso

mercoledì 1 ottobre 2008

CUORE DI MAMMA


Che orgoglio noi mamme dei primi anni ottanta-considerate a trent'anni primipare attempate,e ci sentivamo vecchissime-, quando ci incontravamo alla sera tardi,nei parchi della città o alle prime ore del mattino, davanti agli asili comunali ancora semichiusi ;sulla riva del mare, la domenica, a scarrozzare con le biciclettine a quattro ruote, o in impossibili dialoghi rattoppati per l'occasione.
Nelle baruffe domestiche per questo e per quello,altalene epiche che proseguivano le trame degli amori dell'università,cariche ancora di motivi, di idee, di rancori mai sopiti.
E gli ideali, di cui eravamo imbastite sottopelle, che fuoriuscivano dalle torte di compleanno fatte in casa, le mie sempre bruciacchiate,orribili a vedersi.Aneddoti ed errori, velleita' irragiungibili di un amore grande.
Errori ed errori.

Dove sono finite,ora, le giovani madri?
Siamo in un paese di mammoni, mammista per definizione,che alleva bamboccioni quarantenni ed illibati,ma le vere madri, la passione delle madri, dov'è?
Non ne vedo molte, qualcuna si',brava, giusta, ma troppo poche.
Un'ostetrica mi diceva che ai corsi di preparazione al parto è un pianto:look azzimati,maternità esibite, corredini dell'ultima ora,poco piu'.
Esperte di qualcosa,smaliziate.
Forse faranno meno errori di quelli che abbiamo fatto noi, sicuramente non insegneranno tutta quella ingenuità.
Montagne di ingenuita',ingenuita' disarmata.
Ma a pensarci bene, se ad un figlio non lasci in dote l'ingenuità, cosa gli lasci?
Passione di madre, la vita stessa che si concede,senza limiti,in bilico,imparando a liberarsene, a brandelli, per strada, giorno dopo giorno.
Il cuore che si racconta.
Ma ora,non vedo altro che qualche gruppetto che sfumacchia agli angoli dei bar,chiedendosi quale sia il miglior corso di qualcosa a cui iscrivere il bambino.
Del resto questo è il gioco del vivere.
Chi vive e va avanti , vede.