domenica 30 agosto 2009

SCRIVI UNA VITA/MERCE' RODOREDA




'La piazza del diamante' di Merce' Rodoreda ( Barcellona,1908-Romanya de la Selva,1983)è stata una bella scoperta.
Grazie a mio fratello,lettore libero ma non da poco,che in questa estate mi fa da bibliotecario.
Una signora che appartiene alla lunga serie dei 'desaparecidos' della vita riminese, ex-insegnante, spirito sensibile e fine, mi disse una volta che quello che fa la poesia è il desiderio di andare a rileggerla perche' se ne è capito poco e ti è rimasta la voglia e la curiosità e il desiderio.
La scrittura di Merce' Rodoreda è cosi'.
E' un bellissimo mistero,qualcosa che si avvicina al cuore molle della vita quasi identificandocisi.
Un cuore intimo,fatto di parole coraggiose che allineate le une alle altre come perline della collana di una bambina stupiscono,non saziano.
Spagna,Barcellona,gli anni della guerra civile.
Si dipana la vita di Natalia che in questi anni terribili,in un matrimonio fatto di incongrue apparizioni,affetti non riposanti,un quotidiano mai pienamente soddisfatto, fno alla perdita del marito, alla fame, al delirio della fame e dell'impotenza di non saper nutrire i figli, perde la sua giovinezza.
Ci sara' anche una sorta di riscatto ferito,in un secondo matrimonio,che non riuscira a sanare del tutto le ferite di Natalia.
Ma quello che colpisce è la tecnica della scrittura.
Tecnica?
Che brutta parola,forse meglio dire la forma, l'apparizione,il farsi dalla grafia sulla carta che produce la meraviglia del contenuto,il perfetto equilibrio tra lingua viva e 'grammatica',mimesi di un tempo storico e misteriosamente intima.
La vita è meravigliosa e anche quando la protagonista sembra vicina a gesti disperati si avverte che il dire quello che potrebbe accadere, la parola che si avventura nelle pieghe dell'attimo che fugge puo' funzionare da balsamo benefico.


Merce' Rodoreda -antifascista,in esilio dopo la vittoria di Franco, tornera' in patria solo nel 1972-è certamente scrittrice raffinata, che malamente nasconde la sua raffinatezza dietro una sintassi apparentemente elementare,ingenua, paratattica,incombente,in un 'inondazione di sensazioni,di oggetti di casa, di luci, ombre,paure,pensieri, in un mirabolante succedersi di piccoli miracoli.

'...e dentro ogni pozza,per quanto piccola,ci sarebbe stato il cielo...il cielo che a volte un uccello sparpagliava....un uccello che aveva sete e senza saperlo sparpagliava il cielo nell'acqua con il becco....'

Merce' Rodoreda,'La piazza del diamante', la Nuova frontiera edizioni

venerdì 28 agosto 2009

A SCUOLA DA GALILEO


Avessi avuto il cervello giusto avrei studiato la fisica.
Me ne è rimasta una nostalgia da somarella, avevo cinque in matematica e in fisica neppure mi ricordo.
Pero' ogni volta che accendo la chiacchiera con qualcuno che ne sa un po' mi torna la nostalgia.
Riflettevo sul principio di inerzia di Galileo con un collega che sta-tra l'altro-anche per diventare babbo.
Auguri a lui e a tutte le tribu' dei nuovi nati.
''Un oggetto sul quale non agiscano forze-o nel caso le risultante delle forze sia nulla- mantiene il suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme'
Da qui ,dopo cento anni, le leggi di Newton.
Il principio di inerzia mi pare un ottimo spunto di riflessione,lo chiamerei piuttosto, simbolicamnte,'principio di resistenza'.
Cioe',trovo che il concetto di dosaggio razionale delle energie sia necessario per 'galleggiare' a modo nel baillame contemporaneo.
Deve esistere un sistema in virtu' del quale valori,convincimenti e acquisizioni dati 'rimangono',si mantengono,resistono.
Perche' in effetti disperdere energie a rincorrere le particelle della cronaca,il furoreggiare degli eventi e dei rumori,le pseudo-convinzioni altrui è distruttivo.
Conservazione?
No,intanto respiro.
'No comment' denso di ignavia?
No, solo riposo.
L'inerzia è uno stato attivo,in fondo.

lunedì 24 agosto 2009

LI / TAGLIANO


Di qua ci sta il coro leghista,di la' le micidiali 'riunioni per materie'
Aiuto.
Nel mezzo il fiume dei ragazzi che non hanno scuola,e fra un po'comincia la rumba.
Intendo discorrere di educazione linguistica.
Togli i licei, che la basano sulla vecchia sintassi latina e si salvano sempre.
Ma tutti gli altri dove vanno?
Da vent'anni mi pare di capire la necessita' di una educazione linguistica seria tra i banchi,che abbia come obiettivo la collocazione dei nomi giusti alle cose, per dirla con il ' Piccolo principe' di Antoine-de-Saint-Exupery.Un bagaglio reale per leggere il mondo.
I dialetti? Va bene considerarli,come qualunque gergalita',come la gergalità informatica o quella straniera,
La lingua è reale, cioe' parte della vita ,uno dei suoi diritti primordiali.
Invece si relega a quelle due o tre pratiche stantie,l'assolvimento dei doveri burocratici, il 'signorsi' d'obbligo all'esercito dei rappresentanti che stagionalmente offrono i loro prodotti migliori, eternamente identici a quelli peggiori.
''Adottiamo 'quella della Mondadori' o 'quella della Zanichelli'?(V.Grammatica)
Sai che virata di novità.
Intanto il flusso della vita scorre, i ragazzi grugniscono come possono, annaspano,incespicano,scimmiottano un mondo incasinato a tal punto che a confronto il magma adolescenziale è ordine svizzero.
Le parole?
Che differenza fa tra 'sfigato' 'e 'pataca'?
Che nessuno dei due è sufficiente a descrivere chi ci conduce.
E la 'velina' puo' assomigliare alla assai piu' popolare 'struscia'?
E come si puo' descrivere l'orrore dei barconi clandestini in mare,mentre affogano?
Forse con le parole di' Il lungo viaggio di Sciascia'?.
No,non sono piu' sufficienti,ce ne vogliono di piu' efficaci.
E la parata trionfale del totocielle riminese,in una qualunque fine d'agosto ?
E quali aggettivi aggiungere a quell'oste' manzoniano che nulla sa,solo la sua osteria?
Forse nessuno, basta cosi',è un termine autosufficiente.
E se stessi?E' possibile dire almeno una cosa di noi?
Si puo', si puo'....
Si puo' tutto,con le parole,con i nomi giusti alle cose.

Ma Tullio de Mauro dov'è finito?
Che abbiano fatto fuori anche lui, come il fratello,magari in modo piu' soft?

domenica 23 agosto 2009

PAROLE SEPOLTE


Le parole sono armi.
Pietre e mattoni, cemento del mondo.
Con le parole si costruisce e si distrugge, si fanno le guerre e si costruiscono palazzi di pace.
Gutturali e ridicole, bieche e facinosrose,calvalcano l'oscenità.
Le ultime frasi oscene sulla morte dei poveri migranti corrono in questa estate scialba,recessiva,carica di 'eventi' idioti che non hanno risanato neppure le tasche dei 'poveri' operatori turistici .
Il mare piange i suoi morti, lui solo sa che cosa contiene nel fondo.
Parole non dette, speranze troncate, desideri.,il futuro che avanza inesorabile
Morire in mare è degli eroi.
Giovani eroi sono affondati ancora nel nostro Mediterraneo e i loro corpi cantano la vendetta su questa nostra civilta' boccheggiante.
Giovani eroi che prima o poi ritorneranno, in una nemesi doverosa, a bussare alle nostre porte .
Amo il mare perche' tutto abbraccia,capace di silenzi e di collere improvvise e grandi.
Vorrei che dal mare fiorissero parole giuste,come un canto di pieta'.
Ma rimangono nel fondale, si insinuano discrete nelle risacche,tacciono di vergogna.



venerdì 21 agosto 2009

MILLE SPLENDIDI SOLI


Un'anziana amica mi ha 'obbligata' a leggerlo,non potevo disubbidire.
Un'altra,vicina di casa,madre di tre figli, mi ha detto che leggendolo si è commossa,trovandovi in alcuni tratti di 'smarrimento' di una protagonista alcuni riferimenti biografici che la hanno scossa.
Un'altra ancora dice di non essere riuscita a finirlo, pena quelle lunghe descrizioni di violenze,botte, reclusioni e oltraggi subiti dalle due donne del romanzo, Mariam e Laila.
Chiacchiere tra donne su un libro che ho catalogato come 'popolare'.
Uno di quei testi di facile divulgazione, capaci di inserire messaggi potenti dentro una affabulazione accattivante, che conduce il lettore alla stregua di un film di intrattetimento.
All'inizio mi aveva ricordato la collocazione americana dell'autore :Khaled Hosseini.,nato a Kabul nel 1965, nel 1980, dopol'arrivo dei russi, ha ottenuto l'asilo politico negli States,in California, dove vive tuttora.
Il suo primo romanzo,'Il cacciatore di aquiloni'-che non ho letto-e' diventato un caso editoriale,con milioni di copie,un successo caloroso e inatteso di pubblico.
Lo avevo collegato d'istinto alla scrittrice americana degli anni trenta, Pearl Buck, di cui lessi il capolavoro, 'La buona terra':di cose cinesi, di antiche tradizioni contadine, di personaggi saggi e con proiezioni millenarie.
Ma descritti da un'americana, che nella sua bella prosa'comunque' trasfigurava e leniva.
Cosi''Mille splendidi soli':all'inizio mi pareva una 'fiction' perfetta.
Poi, devo ammettere che l'intensita' delle descrizioni, i paesaggi devastati dalle guerre, prima i russi,poi i signori locali armati dalla CIA,poi i talebani, poi ancora i 'signori della guerra'-non lasciava scampo.
Si intende, leggendolo, che la nota 'popolare' è necessaria.
Qua non si fa letteratura d'avanguardia o flusso di coscienza ,si fa un romanzo storico dentro una tragedia .
Alla fine,il respiro che Laila e Tariq trovano,il loro amore ritrovato nonostante la gamba amputata di lui ,le ferite di lei,tutto quello che hanno visto e vissuto, lascia intendere un filo di speranza,anche se con necessità di attenzione.
E rimane vivo, su tutto, quell'intreccio di preghiere delicate,il ritornello di un 'islam' premuroso e aperto,l'affetto per le cose di casa,la tenerezza verso i bambini.
Come un canto,che scivola sul martirio di un popolo.
Pero' i bambini muiono ancora.
I nuovi 'signori della guerra' che passano con i macchinoni nella Kabul della pseudo-ricostruzione rischiano di uccidere per strada i due bambini di Laila.
I bambini muoiono, devastati da tutto:schegge,mine, dissenteria, tisi,malnutrizione,ma nel nuovo orfanatrofio in cui Laila ora lavora c'è piu' pulizia, piu' cibo,circolano i libri anche in mano alle femmine.


Khaled Hosseini dice,in una postfazione:

'lo scorso anno ho avuto il privilegio di lavorare come inviato degli Stati Uniti per l'UNHCR,l'Agenzia delle Nazioi Unite per i rifugiati.
........L'UNHCR offre assistenza a piu' di venti milioni di profughi di tutto il mondo,non solo in Afghanistan,ma anche in Colombia,Burundi, Congo,Ciad e nella regione del Darfur in Sudan......'

lunedì 17 agosto 2009

LE CITTA' INVISIBILI 4/ AI BORDI


C'e una vibrazione particolare dell'aria negli anfratti nascosti delle citta' di tutto il mondo-quelli di cui nessuno parla- che da un tono al tempo e vanifica le stagioni.
E' un sussurro, un vento flebile,sfiora le persiane malandate dei vicoli,i cornicioni impomatati di polvere e i residui dell'inquinamento,tace al primo rumore,alla prima nota alta.
Un esercito stralunato di eroi della sopravvivenza si lascia accarezzare al crepuscolo, e nelle prime ore dell'alba. Scompare quando il sole è allo zenit e quando i notiziari rimbombano di balcone in balcone.
Esistenze ricche di memoria,tacquini viventi di brani di storia che nessuno vuole ascoltare.
Vecchi attaccati ai minuti che passano veloci,affezionati alle cose di tutti,incuriositi dalle piccole avventure di strada,fratelli laddove anni prima erano stati antagonisti.
Giovani spesso ubriachi,che si appoggiano ai tavolini dei bar,esibendo cartine di viaggio.
Donne ancora giovani che hanno perso tutti i treni e si trovano a guardare le vetrine
Esistenze.
Giu', giu', fino all'arte di arrangiarsi in tutti i modi,un attimo prima dell'elemosina.
Esistenze di tutte le citta' del mondo.
Adolescenti, ancora bambini, che crescono come ceppi di gramigne spontanee,a volte si raggruppano e si accudiscono,si fermano prima del rischio fatale, trovano un modo.
Hanno il cellulare, intrecciano messaggi nell'etere,si proteggono con le spalle curve e trascinano sacchetti di plastica.
Un esercito silente, e ci fosse un pifferaio di Hamelin che lo chiamasse fuori, a cantare una canzone, a guardarsi in silenzio,almeno per qualche minuto.
A dipingere il proprio mare di sogni,la consistenza delle proprie lotte,gli affetti che se ne sono andati.

domenica 16 agosto 2009

LE CITTA'INVISIBILI 3/ BOLOGNA REALE




Reale.
Non nel senso di regale, ma nel senso di concreta.
Bologna che di Ferragosto, lascia emergere la sua onda civile,la sua anima politica,l'appartenenza.
Spuntano dalle pietre calde di Piazza Maggiore anziani soli e ben tenuti.
I piu' svagati si lasciano andare a piccole concioni a favore dei cani.
'Dopo aver conosciuto gli uomini, si deve amarli'.
L'ultimo episodio di malacitta'-il vecchio massacrato di botte-li ha messi tutti in fila a combattere,li ha tolti dall'ombra,ne ha fatto un coro.
I piu' agguerriti parlano del mondo, sui modi dei vecchi bolognesi partecipativi , all'ombra delle due torri.
Bologna a Ferragosto è vuota e pulita,tirata a lucido come una dama ad un pranzo di gala, accattivante nel suo splendore.
Ti fa venir voglia di studiare,di andar per mattoni e vecchie pietre, per chiese-bellissime, tutte-a fermare il tempo perduto.Ma anche di stare a far niente.Oppure a scovare come investigatori l'antica traccia delle acque,la parte fluida di una citta' di terra.Un reticolo perduto e ridotto al sottosuolo.
Le chiese.
Santo Stefano, San Domenico, San Francesco, una litania preziosa e amalgamata tra i mattoni e il cotto, su su fino a San Luca,il piu' amato,l'amico dei dolori e delle gioie.
Bologna la pragmatica.
Che al Santo Petronio ,protettore, ha fatto l'occhiolino sintetizzando civismo e pietas religiosa, in uno splendido connubio ideale di buon governo.
Regno degli spazzini solerti,in nessun altra citta' del mondo cosi' coscienziosi.
Bologna delle solitudini che si governano con dignita'.
Piu' ricca di Parigi, piu' bella.
Bologna la rossa,che si lascia deturpare dal piccolo manipolo di diavoli allucinati e tutto sommato li assorbe,cosi' come le grandi turbolenze storiche che la hanno percossa.
Bologna, e dietro ad una serranda abbassata va una vecchia radio.
Segna il tempo, e non ha paura.
Bologna cosi' bella,abbandonata da chi fa rumore.

venerdì 14 agosto 2009

LE CITTA'INVISIBILI 2/ DI DUBAI


Di Dubai si favoleggia l'artificio della ricchezza.
Al centro della produzione petrolifera mondiale, cuore e capitale dell'emirato di cui ha il nome,Dubai èl o sfoggio dell'impossibile.
Come il povero venditore ambulante dell''Amarcord' felliniano, vorremmo arrampicarci non visti fino ad una delle terrazze segrete di Dubai.
E di la' capire qualcosa degli equilibri mediorientali e mondiali.
Vedere se gli emiri- che nei nostri scali portuali non compaiono, come fantasmi che si dissolvono di giorno,lasciano imbarcazioni miliardarie e svaniscono-sono entità visibili, personaggi storici,oppure creazioni dei nostri sogni.
Cosa dice un emiro del povero ragazzo che inneggia al sacrificio islamico,al Regno di Allah,alla sharia?.
Chiederglielo, come si chiederebbe ad un passante che ora è.
Si favoleggia che a Dubai le piattaforme avanzino in mare,potenti, possenti, le autostrade corrano verso le nuvole, le stagioni siano state vinte e ricreate per sommi artifici.

Quando mi arrivera' una cartolina da Dubai?

giovedì 13 agosto 2009

LE CITTA'INVISIBILI/ DI BERLINO


Di Berlino si favoleggia.
Di Berlino si favoleggia una citta' fluviale,modernissima,viola gli antri notturni ,giovani in strada nelle birrerie e negli anfratti dei vecchi monumenti.
La luce del lampione illumina la ballata di Lili Marlene,l'oltraggio del Muro, la modernità assordante,lineare ed imponente che non ha cancellato l'onta storica del nazismo.
Il Museo giudaico è un parallelepipedo grigio.
I palazzoni dei turchi,nelle periferie.
Storie di integrazione e di sfruttamento, di malavita e di buona vita 'scolarizzata' .
Berlino è anche l'opprimente avveniristica tracotanza dell'arte contemporanea,mimesi azzardata di un tempo che frigge il nuovo senza possederlo.
Berlino e la musica.
Ma quello che di piu' si favoleggia,non scritto nelle guide turistiche,è lo scoppio quasi totale del sistema familiare.
Convivenze in tutte le salse,scelte affettive e sessuali diverse vanno nella direzione di un 'melting-pot ' affettivo indistricabile e irriducibile al vecchio schema della famiglia europea monogamica.
Famiglie 'allargate'?
Si', a tutto.
Per necessita' economica,per incertezza dei sentimenti, per paura di timbri invalidanti la libertà individuale,per debolezza antropologica.
Di Berlino si favoleggia l'incanto fluviale.
Anche se, ormai, privo di innamorati che se ne incantino.

mercoledì 12 agosto 2009

TERMINAL




Dove ho visto ragazzi (apparentemente) realmente felici è solo ai 'terminal' degli aereoporti.
Li ' si' che sembrava azzeccato il punto di collocazione di una generazione (e piu') .
Niente di stabile o stanziale, l'attimo fuggente, la prospettiva immaginifica del dominio del mondo intero,pulizia di intenti, corsie programmate e socialità garantita nei luoghi preposti.
Una specie di enormi cliniche contro gli affanni del futuro,aria libera dagli intasamenti dei rapporti e dai residui irrisolti degli stessi.
'Terminal'.
Potrebbe essere il logo di una generazione, che è gia' stanca di affrontare eredita' irrisolte dei padri ancora prima di cominciare.
Loro, i vecchi marpioni, se ne stanno giu' a terra attaccati a quelle due o tre bazzecole:faide politiche interne, tagli di precari a botte di migliaia, cene e pranzi di gala.
Qualche vecchio marpione si fa vedere in mutande mentre annaspa in qualche caletta del mediterraneo per omologarsi ai 'target' giovanili.
E loro via, ai check-in,pronti a fuggire.
Duvunque, purche' si fugga, e domani(l'indomani fatidico del rientro) sara' un altro giorno,basta non pensarlo.

martedì 11 agosto 2009

ERA UNA NOTTE BUIA E TEMPESTOSA


In una serata buia e (quasi)tempestosa chiacchierare amabilmente con dieci ciellini in una pizzeria puo' essere divertente.
Basta prenderla per il verso giusto.
Tra una marinara(pizza) e un gelato al limone,ci sta che:
Berlusconi ha salvato l'Italia dalla peste comunista,per fortuna, quello che fa nel privato sono bazzecole,lui ha superato la malattia dell'ideologia e ha condotto la barca nonostante i magistrati comunisti. Lui è il pragmatismo efficiente, incidente e salubre,guardare la mondezza di Napoli.
Del resto i comunisti avrebbero creato anche qua i gulag come in Romania.
Lui, invece.è il liberalismo e quindi la possibilità di essere liberi per i cristiani.
Prodi è il male:la sua idea di 'cristiano adulto' è malefica,vuol dire connivenza con gli omicidi,le pillole abortive, chi lancia contro la vita molotov.
Bene.
Tutta la nave da crociera dei vari Augias, Garimberti, e feccia simile è un manipolo prezzolato e ideologicamente baro.
Bene.
Rita Levi Montalcini non è brutta come Margherita Hack, ma rema anche lei verso il laicismo fetido.
Dunque.
I due buchi neri del Novecento, comunismo e nazismo, a pari merito,sono il Male.
Mussolini e le leggi razziali del '38?
Un pasticcio distratto.
Niente a che vedere con i Russi che mangiavano bambini .
Mediaset?
Il vero guaio era gia' prima,nella RAI lottizzata.
Se si butta il tutto su Peppone e don Camillo,si rilassano un po', ma poi compare Lui:il fantasma di Prodi.
Il vero male,il traditore, lo odiano proprio, incredibile.
Di D'Alema si fanno una polpettina, Bersani trova qualche simpatia,ma Prodi no,lo odiano.
Il berlusconismo?
Un'invenzione,gli italiani capiscono quando votano.
Anche la casalinga di Treviso? E il bracciante calabro?E il secondino di Poggioreale?
Si'.
-Ciao-Ciao,buona fortuna.
Divertente, in una notte buia e tempestosa,tra il cemento di Rimini.
Al tavolo di fronte siede un vecchio 'comunista' male in arnese, si appoggia ad un bastone,sicuramente malato.
Peggio per lui, non è tra gli eletti: questo no, non è divertente.
La brezza della sera ha trasformato la notte buia in una serata ancora estiva, si puo' pedalare in fretta verso casa.



lunedì 10 agosto 2009

DEL CUORE


E' divenuto nel tempo il sinonimo di 'sentire','amare',ecc,centro della vita,quasi sede dell'anima,che solo certi cattolici vogliono sbiadita di paure e gli opportunisti impacchettata in dadini da freeezer .
'Anema e core','cuore matto','sei nel mio cuore','buon cuore':dai foglietti dei cioccolatini fino alle canzonette da bar, su su fino alle serie televisive sulle terapie d'urgenza, ma anche 'topos' di letteratura alta.
Non dimentichiamo che il Zivago di Pastermak mori' di crepacuore, e ne aveva mille e una di ragioni.
Lui, l'organo reale, è anche un muscolo spesso in sofferenza.
In genere chi 'soffre' di cuore corrisponde ad una tipologia ansiosa,emotiva,collerica.
Quando un giovane muore di cuore-come il giovane calciatore ventiseienne qualche giorno fa -si rimane allibiti, si vorrebbe che esistesse un paradiso per i giovani che scompaiono cosi'.
Se il cuore non è piu' giovanissimo, va protetto in ogni modo :magari con piccolissime dosi di menefreghismo, quanto basta, in dosi omeopatiche.
Laddove una leggera distanza dalle cose puo' aiutare a vivere meglio,ad essere meno arruffati e un poco piu' difesi.
Se poi sia utile a lui, al cuore, non si sa con certezza.
Magari tra le sue cavità,nei vasi che lo attraversano, c'è un elemento misterioso, che registra in profondo imperativi e sensazioni,moti e pulsioni che sfuggono alla nostra consapevoleza ordinaria.
Si sa che un po' di disordine, di stress, puo' essere solo salubre,alla larga le ragionierie della compostezza.
Tanto lui batte,fibrilla,continua imperterrito a muovere la macchina
Cerchiamo di volergli bene.
Con intensita' ,ma con qualche scrollata di spalle.

sabato 8 agosto 2009

SOVRA/INTENDIAMOCI




Ormai non ci bado piu'.
Mi dicono:-Lo sai,ti mettono un dinosauro di plastica davanti a casa- e mi giro dall'altra parte.
Pero' sul tema dei cocci antichi mi era rimasta qualche nostalgia.
Per esempio, quando l'avvocato signor Ghedini disse che nella Villa sarda del presidente del Consiglio c'era qualche coccio fenicio, ho pensato che tutti quelli che dal liceo vanno a fare Giurisprudenza non devono essere delle aquile-a parte qualche eccellenza rara-, anche se poi la vita dona loro fortune a iosa.
Sul coccio pensavo non si scherzasse,almeno su quello.
Ora,saro' mal disposta, ma venutami all'orecchio l'ennesima impresa cementizia riminese, mi sarei voltata dall'altra parte se non si trattasse di cocci antichi.
Mi pare di poter dire che un villino costruito tra il 1882 e il 1894 sia catalogabile come 'antico'.
E' la storia del Villino Cacciaguerra,poi divenuto attravesrso gli anni sessanta il mitico locale Embassy,Rimini, marina centro.
Sul quale pesa un progetto di 'riqualificazione',che ha il 'nulla osta' della Sovrintendenza e il plauso dei commercianti della zona.
Evidentemente, gli uni e gli altri, in perfetta sintonia di formazione.
Cifre da capogiro,verde garantito,ristrutturazione'rispettosa', tredici piani di edifici alle spalle,negozi e tuttoil resto, di dovere.

Ma i famosi 'cocci',vanno conservati o manomessi?
E' una domanda cosi', tanto per(sovra)intenderci.
n.b. in alto a sinistra una immagine del Villino Cacciaguerra datata 1910,a destra il'rendering' del progetto




venerdì 7 agosto 2009

TAMIFLU/2


Ho conoscenti che sono 'fatti' di pillole omeopatiche,centri olistici e cromoterapie.
Chi piu' ne ha piu' ne metta.
I sostantivi sono sono bellissimi,gli aggettivi anche:bioenergetico,riflessologico,integrale,biodinamico.
Un tripudio di salute.
Bufale e denaro contante, quasi sempre senza ricevuta.
A favore dell'omeopatia dico due cose: il mio cagnolino guari' due volte con assunzioni omeopatiche.
Lui di effetto placebo ne sapeva poco.
A Parigi,all'avvicinarsi dei periodi a rischio influenza, nelle parafarmacie è un tripudio di consigli palesi targati quelle due o tre sigle leader del sistema omeopatico.
L'esprit-de-finesse' parigina è cosi' acritico?
Che dire?
Nel mio vecchio liceo scientifico il concetto di 'dinamizzazione' che sta alla base della produzione delle famose pilloline omeopatiche avrebbe fatto ridere i polli.
Mi mantengo in una zono grigia,la mia 'fede' in merito è tiepida.
Pero' utilizzo in liberta'dette pilloline, ormai sempre quelle,quando ho un po' di mal di gola et similia.
Di contro, registro un abuso da parte dei giovani di veleni a go-go.
Antiinfiammatori appena si presenta un sospetto di torcicollo.
Antibiotici in dosi da cavallo per farsi compagnia.
Antivirali appena gira per casa un mosca.
Diavolerie varie come fossero cioccolatini.
La pillola conforta,specie se ha un bel nome,da' tono ed identita' di 'sofferenza' vissuta.
Non fatemi vedere quresti fegati tra dieci anni.
I vecchi ,invece, oramai possono ingurgitare di tutto,dal prodotto 'naturale' venduto dal cinese sottobanco,al veleno chimico prescritto dal medico della mutua:tanto, macinato dentro quel calderone che è il corpo umano, con il suo margine-per fortuna-di mistero, quello che conta è poi,alla fine, sempre la libertà della fantasia.



giovedì 6 agosto 2009

TAMIFLU




Ho capito che la salute, per me, è fare il pesce di superficie.
Stare sulle onde di questi anni che passano, scivolando via leggera senza fermarmi troppo a capire troppo.
Ma anche in superficie, qualcosa resta da chiarire ogni tanto.
Da stanziale, circondata da un piccolo popolo di viaggiatori,ne sento di cotte e di crude sulla salute del pianeta e dei suoi abitanti.
Ne registro altrettante.
Questa bufala planetaria della febbre suina, per esempio.
Piccolo aneddoto:una giovane amica di famiglia torna da una permanenza in Senegal di sei mesi con febbre che supera i quaranta.
Passa in due strutture ospedaliere di Roma:nella prima la rimandano a casa,nella seconda le fanno le indagini per la famosa febbre suina,compresa lastra toracica.
Niente vetrino per la malaria.
Richiesto dalla stessa detto vetrino all'ospedale di Rimini-dove di casi di malaria ne vedono uno ogni cinque anni-,risultata positiva,è in trattamento con un farmaco obsoleto perche' la diffusione di quello nuovo è bloccata -pare-dall'industria farmaceutica degli States .
Una storia qualunque.
La nostra salute è governata dalla case farmaceutiche.

Che arrivano,ahime',dovunque anche in superficie.

mercoledì 5 agosto 2009

DI QUELLA VOLTA CHE L'ISOLA DIVENNE VENTOTTENNE




Mio babbo Guido sbagliava tutti i nomi, quanto ne abbiamo riso.
-Sono venuti quei malati di Genova.non avevano altro di meglio da fare-ci diceva.
E sapevamo che erano passati sotto mezzogiorno,con la notizia che eravamo stati scelti tra gli eletti, due poveretti di testimoni di Geova.
Ci era mancato poco che per pieta' li avesse invitati a pranzo,chissa' come sarebbe andata.la conversazione
Cosi' l'isoletta-galera dei confinati antifascisti divenne, da Ventotene, Ventottenne.
Lapsus carico di richiami onirici,ma ci faceva solo ridere anche quello.
Il babbo andava forte con la storia,lo appassionava ed incalzava sulla sua fantasia.
Quando si infilo' con la carta d'argento a vedere,per sbaglio,'Noi dello zoo di Berlino' credendo che fosse un film sulla seconda Guerra mondiale e usci' dopo mezz'ora dicendo che aveva visto troppi gabinetti fu il suo primo scontro con la modernità stralunata..
Credo ci avesse parlato a lungo del famoso 'Manifesto di Ventotene',a modo suo naturalmente,ma neanche troppo impreciso.
Come sono grata al mio destino di avere avuto quella famiglia,adesso che sono quasi vecchia mi guardo attorno e mi vengono i brividi, a pensare come sarebbe stato in un'altra famiglia,magari a impostazione cattolica bempensante.
Non che a casa mia non si pensasse bene ,c'era un'etica di ferro, guai sgarrare, ma l'aria era fresca,un'anarchia irrefrenabile di sentimenti e di immagini la governava.
Vedo attorno storie grigie di persone che nella famiglia sono isterilite,ne hanno bevuto paure e piccole schiavitu',conteggi minimi di dare/avere che hanno condotto a senilità precoci e a malattie.
So di avere una cospicua eredità familiare ideale da spendere,ancora, e queste famiglie un po' bigottine mi fanno molta pena.

Perche', in fondo, credo ancora nell'Isola Ventottenne di Guido.



lunedì 3 agosto 2009

CONTROTENDENZE/GRAZIE ,SICILIA




Ho volato sulla Sicilia,trasportata da una fila di coincidenze buone,una buona stella,un Premio (www.artemare.it ).
Orari perfetti,due ottimi voli(Forli'/Catania)
A Giarre/Riposto, un tuffo in un pezzetto di Sicilia:un concentrato di pensiero e storia ai piedi dell'Etna.
Non sto facendo una scheda turistica prezzolata.
Ho conosciuto persone splendide,di una signorilità indiscussa.
Paesini etnei curati come la miglior Svizzera.
Il piano regolatore di Giarre che impedisce costruzioni oltre un certo limite.
Forse un po' eccessiva la serata del Premio,troppo ricca.
Il bubbone del traffico, di cui si intravede un ripensamento, lancia echi di lapilli incontrollati.Tutta la cronaca è presente in una consapevolezza assoluta.
Una tale somma di meraviglie lasciate senza manutenzione ordinaria,molte cartacce e bottiglie di plastica ai cigli di strada,ma nulla di quel degrado cui si relega nell'immaginario tutto il sud..
Contadinella romagnola,sono piombata in una terra di spiriti dominanti,di filosofi ad ogni angolo(mai viste tante targhe di libere associazioni in uno spazio cosi' piccolo ),di cultura marinara indiscussa ,di aristocrazia di intenti e uno scoppiettare di infuocata ironia.

Del resto era solo un tuffo,e doveva andare cosi'.
Tanto sotto la buona stella che alla stazione di Forli',al ritorno,cadutomi il portafoglio,una signora me lo ha raccolto .
Grazie, Sicilia.