venerdì 4 dicembre 2009

ERA IL 2003




Il duemilaetre è stato l'anno dell'invasione dell'Iraq,a due di distanza dall'undici settembre.
E' stato l'anno di un 'estate cosi' calda che a Bologna si attaccavano, di giugno,i sandali sull'asfalto.
E' stato l'anno ...
Come se fosse un secolo fa.
L'anno del movimento per la pace,l'ultima scintilla di una mobilitazione collettiva che aveva percorso il pianeta come una grande fibrillazione.
Povera di costrutti razionali, si è dissolta come nebbia al sole.
A scuola avevo curato una piccola antologia 'Schegge di guerra,voci di pace':ricordo come lontanissimi alcuni episodi.
Un amico irlandese che viene a casa mia una domenica pomeriggio per portarmi una poesia di
Wilfred Owen,avevo un febbrone influenzale da cavallo e lui mi ha aiutato a spedire alcune parti alla tipografia;i ragazzi che mi aspettavano, al mattino,nel luogo dove ero solita lasciare la bicicletta ,per darmi i loro testi;una folata di vento di libeccio, che sulla Marecchiese, una strada trafficatissima, mi ha fatto volare via tutti i fogli della bozza, era luglio.
Pare impossibile, ora.
Mi devo essere persa qualcosa.
Ora si parla d'altro, in giro.O si tace.
L'estremismo islamico miete vittime giornaliere;l'Afghanistan rischia di diventare un nuovo Vietnam, a scuola non si fa altro che 'sedare' e 'sopire'.
Si', mi devo essere persa qualcosa.
'................
.... Se tu potessi vedere questi uomini
il loro viso languire come quello di demoni stanchi di peccare.
..........
....Amico mio,tu non diresti con tanta forza ai bambini
Infiammati per una qualche gloria disperata,l'antica bugia:
'dulce et decorum est pro patria mori'
(Wilfred Owen,'Dulce et decorum est')