venerdì 15 agosto 2008

BLACK-OUT



Provate ad avere, sotto Ferragosto, qualcosa che in casa non funziona.
A me è capitato, in corso Estate 2008 di dover cambiare caldaia, frigorifero, piano-cottura, ferro da stiro. E fin qui niente di tragico, a parte il portafoglio.Quando è capitata tra capo e collo la mazzata del monitor rotto, il quattordici di Agosto, ho pensato che uno puo' fare tranquillamente anche l'outsider, cioe',per intenderci, chiuderla con la tecnologia, la dipendenza dagli emirati arabi,il fantasma della crisi,i fantasmi di chi dice'ci penso io,alla crisi'.
Uno potrebbe fare come puo', leggere a sbafo il quotidiano in una biblioteca pubblica, arrangiarsi a captare informazioni con i sensori naturali,e chi mi ama mi venga a cercare.
Scrivere manoscritti,consegnarli ad un amico, e forse sarebbe la stessa cosa che metterli online.
Eppure, se il meccanismo è innescato, difficilmente si puo' arrestare.
Essere in linea con il mondo è d'obbligo, pena un filo di eccessiva malinconia.
E il vecchio Mc Luhan,profeta del villaggio globale,che aveva descritto i 'media' come prolungamenti del nostro corpo,ne aveva stigmatizzato la assoluta, ineluttabile necessita' nella nostra vita quotidiana.
Questo bell'aggeggio che è il PC mi proietta verso un etere abitatissimo, ormai, talmente abitato che neppure un black-out momentaneo me ne separa.
Il vantaggio dei disguidi informatici è solo uno:che,specie se accadono in periodi come ferragosto, per risolverli si deve chiedere aiuto ai primi che capitano:il vicino di casa, il pensionato che se ne intende, l'amico della figlia ingegnere informatico disoccupato, il figlio del tale e,alla fine, il commesso dell'Ipermercato eternamente aperto,privo di stagioni, di santi e di ricorrenze.

Il villaggio,globale, appunto.
O no?