mercoledì 25 febbraio 2009

SAPERI POPOLARI


Nel 1980 uno studente di un Istituto tecnico di Rovereto, Trento, ,figlio di un tecnico della Grundig,acceso nuclearista ,mi tormentava con opuscoli elaboratissimi a favore del nucleare.
Li sfogliavo, qualcosa leggevo,ma erano molto circostanziati,mi sentivo impreparata ad osteggiarli.
Poi ci fu Chernobyl nel 1985 e allora tutti noi con i bambini piccoli ci informavamo,leggevamo.
Ricordo ancora le scene surreali, i lavaggi ossessivi, l'erba che non si poteva toccare,il latte che non si poteva bere.
Nelle scuole materne era tutto un fermento di articoli, di letture, di ricerche.
Immagino anche nei licei,a meno che gli insegnanti non fossero già un po' cotti.
Era uno splendido maggio e si stava chiusi in casa.
Avendo tra gli amici molti fisici e chimici, qualcosa imparavo.
Il referendum del 1987 fu la sanzione della volontà popolare in materia,educata dagli ultimi avvenimenti e dai diversi canali di divulgazione.

Ora ditemi come faremo, dopo anni e anni come quelli trascorsi, ad 'accorgerci' che l'Italia sta tornando al nucleare, gemellata alla sua cugina Francia.
Forse ce ne accorgeremo in parte, distratti da altro, dai conteggi ragionieristici sui coma vegetativi e sugli embrioni,dai fratelloni e fratellini grandi e piccoli,non lo so neanche piu' da cosa.
I medici, invece di essere chiamati a denunciare i clandestini, perche' non sono chiamati a responsabilità reali su scelte come queste?
Perche' solo di questo si tratta.
Quanto dobbiamo morire di nucleare,se nel conteggio morte/vita questa scelta conviene.
Con dati certi, con riferimenti scientifici attendibili.
Amici malati,parenti di persone che se ne sono andate dopo aver vissuto il calvario dei vari centri oncologici sparsi nel mondo, riferiscono con chiarezza le consapevolezze in materia.
Per esempio che al Centro per malattie tiroidee di Pisa sono convinti che a ventiquattro anni da Chernobyl stia accadendo ne' piu' ne' meno di quanto previsto, in termini di tumori tiroidei.
Cosi' nei vari luoghi specializzati in leucemie.
Forse è troppo tardi, forse è gia' tutto troppo avanzato,ma perche' non se ne parla?
In fondo è della nostra vita che si decide.