giovedì 10 luglio 2008

DALLA COLLINA


Oggi non ce la faccio a stare dalla parte dei giovani.
Ho letto con partecipazione l'elzeviro di Michele Serra, su 'La repubblica'dedicato all'Angelo Custode, unica divinita' che il nostro riesce a nominare con calore,a protezione dei giovani.
Da padre, si intende tra le righe, da padre accorato per giovani ammazzati, giovani masscrati, giovani -masse annichilite e perdenti,giovani in fuga,da questa regione del mondo e dalla vita.
PER FAVORE,OGGI FATEMI STARE DALLA PARTE DEI VECCHI.
Vecchia ancora non sono, sono in quella fascia d' ombra, forse ' nel mezzo del cammin di nostra vita', tanto per nobilitare con una citazione del per me inarrivabile,troppo grande, anche se cosi' reale e popolare padre Dante.
Da questa collina, vedo la fine del tratto di strada,acquisto consapevolezza dei giorni che se ne vanno, ancora belli, ma fuggitivi.
Riesco a selezionare chi passa e chi no nella casa dei miei pensieri.
Accetto l'ipotesi non verificabile di una terra in cui proseguire l'avventura.
Da questa collina il frastuono dei giovani che si vanno a sfracellare alle quattro di mattina sulle autostrade, che fuggono e non tornano, che non si fermano,che non hanno madri,che ripropongono il peggio dei padri, rimane un rumore di sottofondo.
Sono brutti, hanno l'occhio torvo,sono quei bambini che nominavo in quel vecchio racconto ' La balena' ormai vent'anni fa,' bambini con gli occhi cattivi'
In questo momento mi intenerisce lo sguardo carico d'anni di chi cerca di sfuggire con discrezione e dolcezza alla ragione che invade, si appropria dei pensieri.
Lo sguardo di chi camuffa con maldestra trascuratezza il proprio turbamento del corpo che cambia e sfugge e si accartoccia.
Che stiano zitti, tutti questi giovinastri in giro per il mondo, che stiano poco a scocciare,che abbiano rispetto.
Che si ubriachino contro i guard-rail, che vomitino contro i cassonetti, all'alba.
Preferisco guardare ai ciuffi di fiori selvatici, che spuntano tra la polvere degli acciottolati polverosi delle strade di luglio.
E,ancora con il Nostro, mi viene di dire:'Non ti curar di lor,ma guarda e passa'