mercoledì 17 ottobre 2007

CORAZZE


Primo Levi, in una raccolta di racconti del 1967,'Vizio di forma', edito da Einaudi e mi pare fuori ristampa,-ne avevo due copie, ma non riesco piu' a trovarle-inserisce una novella intitolata 'Corazza'.
Se ben ricordo : un paese di un ipotetico futuro è tormentato da una pioggia certa e imprevedibile di meteoriti che costringe gli abitanti a indossare tutta la vita corazze. Cosi' che è la vita stessa ad essere inevitabilmente condizionata da questo armamentario protettivo, che va accudito, oliato ed intralcia tutto, persino le stesse effusioni amorose.
Queste novelle, etichettate allora come 'fantascienza',in realtà erano una ipotesi azzardata sulla realtà,niente affatto impossibile.
Cosi' come nella novella 'Sintetici' si diceva di un improbabile bambino privo di ombelico,nato in laboratorio,immagine che ci avvicina, ora, al tema dei concepimenti indotti da pratiche di fecondazione artificiale.
Torniamo alle corazze.Tra le letture possibili, mi avvicino ora alla metafora della necessità di protezione negli ambienti di lavoro, nei rapporti di con-cittadinanza ed altro, ma anche del bisogno che, come individui, abbiamo di prenderci cura di noi, e della nostra salute,a dispetto dei meccanismi di ogni risma.
Con una corazza ben guarnita si puo' affrontare di tutto,anche la fila all'ufficio postale, o una riunione a scuola e chi piu' ne ha piu' ne metta.