giovedì 5 marzo 2009

DEI MATRIMONI MISTI,ovvero, MOGLI E BUOI..


Dove stanno tutti questi matrimoni misti?
Piu' o meno come negli anni cnquanta,al tempo del 'rock an' roll'
Il rivierasco che sposa la svedese,la laureanda spagnola che convive con l'architetto messicano...mah.
Se è vero che siamo nel tempo della transizione, dell'avvenuta globalizzazione, del tuttopossibile, degli spazi aperti, ecc...poca roba.
Almeno quello che vedo al momento, forse per mancanza di frequentazioni.
Intendo ,ovviamente, matrimoni giovani, non regolarizzazioni di vecchie convivenze alle soglie dell'ospizio.
Dunque.
Intanto, di misto vedo pochino perche',anzi, mi sembra avvalorato ogni giorno che passa ,sempre di piu', l'adagio popolare 'moglie e buoi dei paesi tuoi'.
Laddove il 'paese' si puo' allargare a 'casta', 'ceto sociale', 'portafoglio dei genitori' via via fino a 'stesso dialetto'.
Lo confesso, quello che vedo è un moto primigenio di accomunamento tra simili, per estrazione e archetipi familiari.
Mi pare che i giovani, quelli che avanzano il 'terribile' passo-consapevoli anche del 'chissa' se durera'?- si direzionino sul sicuro, cioè sul poco faticoso, sull'immediatamente riconoscibile.
Ne escono piccoli cerchi concentrici monogamici, garantiti da abitudini ataviche.
Di rischi,apparentemente pochissimi, almeno all'inizio.
D'accordo che fuori dal salotto o dal piccolo riparo del caffelatte mattutino, la tribu' balla,il precariato è un luogo della mente prima che uno 'status', il fragile recinto domestico subisce contraccolpi da ogni lato :sara' proprio per questo paradosso,il tutto e il minimo mal assemblati, che ,tutto sommato,anche le famiglie del futuro possono correre il rischio di essere costruite sulla paura.