mercoledì 14 ottobre 2009

NO ALLA VIOLENZA


Quello che ricavo dalla 'querelle' sull'omofobia che pare l'ultima voce urlata di cronaca è questo: si contrabbanda l'intruglio discorsivo sul termine 'gay' per nascondere ,di fatto, una cedevolezza alla violenza gratuita, originata da una 'pruderie' elementare,da una voglia di rissa, da una tensione all'epurazione.
Le tematiche dell'identita' sessuale e delle sue manifestazioni-lo confesso onestamente, spesso, per me,cinquantottette perversamente timida,etero e monogamica , anche imbarazzanti- coprono il nulla violento, la nebbia della ragione che circola in giro.
Intanto, da parte cattolica,laddove si soprassiede con nonchalance su orrori di casa come la pedofilia in veste talare e ci si straccia di contro le vesti su due adolescenti dello stesso sesso che si scambiano effusioni per strada.
L'effusione per strada è osservabile,amplificabile,esaltabile,induce -semmai, e questo potrebbe essere una questione- imitazioni a catena,curiosita',mimesi, gioco di ruoli,mascherate involontarie.
Le pulsioni malate e nascoste generano dolore e veleno.
Lasciamoli in pace,per favore,questi ,tantissimi ,pseudo,certi,stralunati,convinti,impauriti,timidi detti 'gay', che' in giro c'è di peggio.
Ognuno baci chi vuole.
Poi da parte politica tout-court.
Si fanno giochini di squadra su temi delicati e popolari, che entrano di sottecchi nelle vene e sottopelle,laddove basterebbe garantire due o tre cose elementari,in una convivenza civile.
Intanto un assoluto sulla violenza:NO senza attenuanti.
Poi un compromesso lucido sulle ragioni della tolleranza, e cioe' individuare i sistemi per vivere meglio,convivere ancor di piu', e che nessuno si permettesse di sindacare su quanti baci si danno e a chi a suon di botte.
Se poi, in propri canali, con le proprie parole, si vuole anche continuare a sostenere la nostalgia dell'amore etero, la romanticheria di una individuazione di vita,una ipotesi relativa di affettività,chi lo impedisce a chi?