martedì 26 agosto 2008

IL SOLE ALTO,A CESENA



A Cesena, gironzolando per arrivare alla sede della Società editrice il Ponte Vecchio, mi sono un po' perduta tra i vicoli del rione San Rocco.
Il sole a picco,la luce,la memoria un po' offuscata,cosi' ho chiesto informazioni ad una signora,che ho visto seduta su una sedia in un cortile.
Appena iniziato il dialogo, è spuntata dalla casa di detto cortile una piccola truppa di bellissimi bambini di colore, i maschietti fieri e ribelli, le bambine che girovagavano su improbabili tricicoli, con delle pettinature da brivido, delle codine ricciutissime, con nastri e occhioni ridenti.
Tutti in perfetta salute e tranquillita'.
Sara' stato il sole che mi ha abbagliato?
Ma che, erano vivi e vegeti e ridevano e trafficavano come i matti in quel cortile.Due adulti, sempre di colore, stavano di spalle e parlavano tra di loro.
La signora mi ha spiegato con grazia la strada.
Non so che situazione di piccola collettivita' fosse quella.
Mi ha fatto bene al cuore,era un'immagine a se stante, come un medaglione.
Fuori dai giochi di risciacquatura di coscienze di tutti noi, che andiamo a cercare nel cuore dell'antico continente africano motivi per sentirci buoni.
Fuori dalle storture pietistiche,dagli scaricabarile,dai tir di medicinali scaduti e di ipocrisie .Fuori dallo straniamento e dalla paralisi di quegli ufficiosi cinquecentomila profughi somali nello Yemen recitati dalla tivu' ieri sera in tarda serata.
Fuori dall'ultima scenetta di infimo ordine dell'estate adriatica,da quello che sentiremo domattina, appena accesa la radio.
A volte i medaglioni sono lucciole , ricuciture di un tempo perduto,profezie di un futuro vicino..
Era un medaglione, in un cortile,in un pomeriggio assolato della provincia italiana.
No, non era mercoledi' e non pioveva,se proprio vogliamo ricordare Marino Moretti.