venerdì 30 novembre 2007

BOLOGNA LA DOTTA


A Bologna io e la mia famiglia siamo legati forse piu' che a Rimini, dove abbiamo residenza . Bologna la dotta, Bologna la grassa, Bologna la turrita.Bologna come voglio che sia.

A Bologna io e Enzo, mio marito,abbiamo abitato la prima casa,tra la fine degli anni settanta e i primi anni ottanta, in via Centotrecento 13.
A Bologna ho legato la mia giovinezza, mia figlia e la scoperta della città.
A Bologna ritorno, e ogni volta che scendo alla stazione ricordo quella mattina,il 2 Agosto del 1980.
Ero al mare , e qualcuno mi disse che alla stazione di Bologna era successo qualcosa. Fu una corsa forsennata, mio marito doveva essere li', non ci fu per puro caso.
Dopo, rimasi incollata ore e ore, a vedere quella città meravigliosa che reagiva con una dignità che solo quella città sa avere. In fila, a lenire i resti di quella immane ferita.
Con compostezza, ragion veduta, orgoglio di città.
Ogni volta che scendo in stazione ,un pensiero si immobilizza, come una preghiera silente.
E nella stazione di Bologna sono a casa,il via-vai di gente è sempre composto, non c'è nulla di alieno.
Bologna nasconde gioielli preziosi tra i suoi mattoni rossi,un illuminismo sapiente ed umano, una saggezza previdente e leggermente oscena, piacevole e accogliente,gioielli di pensiero e di azzardo scientifico.Dietro i sistemi di potere, ovviamente, quelli noti,dietro ai privilegi e a tutti gli eccetera. La storia la attraversa, ma viene governata,il degrado c'è, ma esiste anche un esercito di dipendenti seri, civilmente motivati, che ogni mattina la ripulisce,mattone dopo mattone, come se ogni mattone fosse una reliquia, oppure un pezzo prezioso di un libro di storia.

Bologna, e da una terrazza davanti a Piazza Maggiore, il futuro non fa paura.