venerdì 27 giugno 2008

DIO RIDE


Non mi risulta che questi quattro grezzi siano un novello manipolo di Kulturkampf di casa nostra.
Calderoli come Goebbels non ce lo vedo, Maroni forse non è cosi' cattivo come sembra, quando suona nella sua orchestrina.
Credono di far bene, stanno dalla parte della loro gente, perbacco.
E ne sono cosi' convinti che con quel pragmatismo tutto 'lumbard' non stentano a dimostrare che questa volta non si tratterebbe di persecuzione razziale, ma solo di tutela.
Inutile, i ragionamenti solo un pizzico piu' lungimiranti e appena appena piu' elaborati non li afferrano,neanche provarci.
Non mi stupisco di questa deriva semplicistica e folle,era nelle cose, da almeno quindici anni.
Nasce dal tessuto delle mamme, degli zii di casa nostra, dall'inedia delle situazioni educative, dalle aggregazioni agli angoli dei bar, davanti ai market e dalle parrucchiere,sotto gli ombrelloni e nei giardini di casa.
I delitti peggiori si consumano qua, in questo tessuto perbenista e ostico, egoista e ottuso.Niente di nuovo sotto al sole.I germi erano gia' attivi da tempo.
Un sistema sociale autoimmune, incapace di guarirsi, si 'mangia' i suoi corpi piu' deboli.
L'anno scorso, verso agosto, scrissi ad un giornale locale una lunga lettera,'Tempi duri per i bambini'.
Ribadisco, tempi duri, e adesso ci si mettono anche antichi fantasmi razziali.
Questa delle schedature dei piccoli rom ,in un'Italia collusa per tre quarti con sistemi mafiosi, è una di quelle cose che forse,lassu' nel cielo, fa ridere Dio.