mercoledì 27 ottobre 2010

RIMINI MILIONARIA,ovvero delle CORTI DEI MIRACOLI CRESCENTI


Bivaccano tra i 'discount'.
A tratti hanno lavorato, un po' qua e un po' la'.
Spuntano come funghi sulle panchine dei parchi.
Le ultime due le ho viste stamattina,all'apparenza due tranquille signore di mezza eta'.
Hanno la loro roba personale dentro qualche sacchetto di plastica.
Non visti, talvolta rovistano nei cassonetti delle raccolte degli abiti.
Sono tanti,ogni giorno ne compare uno nuovo.
E' il popolo in crescita dei nuovi senzatutela.
Stranieri,italiani,occhi lucidi,troppi giovani.
Qualche uscito di testa.
Ti imbarazzano con il loro sguardo,con quella presenza ingombrante e discreta.
Ti chiedi dove andranno a dormire,stanotte.
Corri a casa,tra le tue cose che ti rassicurano, e vorresti non averli visti.

martedì 26 ottobre 2010

RIMINI SMEMORATA,ovvero dei 'DESAPARECIDOS' di PROVINCIA


Discorsi da anziani.
Di quelli che sulla panchina,attorno ad un filo di luce,se la dicono su tutto quanto potrebbe essere e non è.
Di una citta' senza memoria,che perde i suoi figli migliori e li macera nella betoniera(termine estrapolato da vocabolario di natura cementizia,uguale macchina che impasta miscugli adatti all'attività edilizia,con preponderanza di cemento,sic.miscela,ecc...) della dimenticanza.
La fretta e il relativismo etico,il tutto subito,lo stare al passo,l'immagine necessaria fanno il loro buon mestiere.
'Glocal',cioe' metafora locale di un universo dilatabile in proiezione ad interpretazioni d'epoca..
Locale ma non troppo,per i piu'.
Se non esiste storia che non poggi sulle fondamenta di un passato,qui la storia è fuggita.
La gente crepa e dopo due minuti è dimenticata.
Fa cose eccelse o abominevoli e nessuno se ne accorge davvero.
Sta chiusa in casa perche' ha paura di uscire e non c'è un cane che si chieda perche'.
Nei luoghi che producono 'cultura'(casse dei market,negozi da parrucchiera,consigli di classe,anticamere dei medici di famiglia)si parla solo di come salvarsi la pelle.
Meccanismo difficile da sostenere,se non riparati in anfratti protettivi e personali.
Ho un elenco lungo di nomi di 'desaparecidos'dalla scena cittadina.
Chiedono urgentemente una memoria,un riconoscimento reale.
Perche' di realta' si parli, e non di fandonie.

domenica 24 ottobre 2010

CONDOGLIANZE

Esprimo su questo blog le mie personali condoglianze al poeta e scrittore teatrale dialettale riminese GUIDO LUCCHINI per la perdita del caro figlio MASSIMO,di anni cinquantanove.

Riporto qui di seguito una delle poesie piu' visionarie di Guido,'La Sprea',dedicata ai morti in mare.

'La Sprea

I dis che sia
una zona maledeta
I dis
che i fundell
i sia molt sporch
e pin ad t-nudi....
...i dis...
ma la verità l'è un'enta.
E per che st'al t-nudi
un sia elt che al meni
ad tott i mariner mort afughed,
meni langhi,scheli,
meni che pu
li s'agrapa al redi.
E che dal volti
non sol i s-centa al redi,
ma i tira zo enca al berchi'

(La Sprea.
Dicono che sia/una zona maledetta/.Dicono che i fondali/siano molto sporchi/e pieni di relitti...../...Dicono.../Ma la verita' è un'altra./Sembra che questi relitti/non siano altro che le mani/di tutti i marinai morti affogati/mani lunghe,scheletriche,/mani che poi/s'aggrappano alle reti/.E che a volte/non solo schiantano le reti/ma tirano giu' anche le barche.)

giovedì 21 ottobre 2010

LINGUAGGI.ovvero CAOS NON CALMO

Il linguaggio è un problema fondamentale.
Inquinato da pre-giudizi e interpretazioni subliminali,crea distonie e 'gliuommeri'di gaddiana memoria(V.'Carlo Emilio Gadda,'Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana')
Problema storico per i sinceri, abituati a vendere pane al pane e vino al vino.
Carente di fonti autorevoli e di supporti onesti.
Perimetro entro cui si di-vertono(=separano) amicizie e collaborazioni.
Il fatto è molto semplice:se esiste una volonta' di ricerca del vero,dovrebbe negli ambienti scattare meccanicamente un supporto di complicita' e collaborazione.
Invece,gli 'a-priori'(= interessucci e fobie individuali,spesso legati al fatto non nobile ma neppure ignobile della pagnotta) fanno scattare sequele di fraintendimenti e fumosita'.
Non vedo via d'uscita,se non soitudini individuali che prima o poi si chiariranno e incontreranno,magari casualmente.
Ho molta fiducia nella verita' ,delle interpretazioni e degli individui che poveretti arrancano.
Il Tempo è maestro,basta solo aspettare.

N.B.Questo post non ha immagini,non ne ho trovate di consone.

sabato 16 ottobre 2010

PER FORTUNA CI SONO LE BALENE


Non sara' un peccato mortale il desiderio di evasione.
Che meraviglia le mie amiche balene.
Ogni tanto si fanno sentire,sull'onda della cronaca,tra le voci impazzite di questo tempo che nessuno governa.
L'altro giorno si leggeva di una che non so quanti chilometri ha fatto per amore.
Che meraviglia.

Dovendo rispondere,poi, alla domanda:'perche' si scrive?'
Risponderei volentieri:'Per scappare via,come le balene'
Ma anche:'Per mettere ordine al caos.

E per fortuna c'è anche la scrittura.
Dici niente.
Elenchiamo le fortune che ci sono capitate:
le balene,ovvero,l'evasione;
la scrittura,ovvero l'evasione.
Ma non ci stiamo ripetendo un po'.
Ah,dimenticavo:qualche buon 'serial',ovvero l'evasione.

domenica 10 ottobre 2010

SCUOLAMARKET


Frotte,anzi folle di mamme invadevano i corridoi degli IKEA il primo giorno di scuola,erano quasi tutte di prima elementare(i figli).
Le maestre avevano comandato il Primo comandamento,cioe' che i quaderni dovevano essere cosi' e cosi',modello Ikea,un colore diverso per ogni disciplina.
A furor di popolo,perche' si puo' discutere di tutto ma non dell'avvenire dei figli,come sciami di api operose,le signore ripulivano gli scaffali,fino ad esaurimento merce.
E cosi' il rituale scuola-mercato ,gia' potentemente avviato,ha avuto un'ulteriore conferma.
Nessun bambino che sia come dio comandi accetterebbe di essere 'diverso',cioe' aver un quaderno color rosso prugna invece che rosso acceso per i compiti di grammatica.
Che poi vorra' dire,nei secoli saeculorum,la riproposizione degli antichi schemi a mo' di lobotomie linguistiche,pena la gogna.
E via.
Gli sponsor stanno per avere libero accesso nelle aule asfittiche,tra docenti infelici,guidati da capi disorientati.
Per un rotolo di carta igienica si contrattera' sui tagli alla 'Ginestra' leopardiana e Montale sara' supportato da uno spot sulle biciclette elettriche.
Che pulendo l'aria,puliscono anche te e non è vera quella storia che non dobbiamo chiedere la parola che squadri da ogni lato l'animo nostro informe.
Non ce l'ho con i bottegai,anzi,purche' sia chiaro ad ognuno che 'est modus in rebus', che nella mia testa confusa significa:'a tutto c'è un limite,grazie'

venerdì 1 ottobre 2010

CI ABBIAMO CREDUTO


La verita' è che,pur nelle diverse biografie,ci abbiamo creduto:nella scuola pubblica,nel diritto allo studio, nel valore di quel luogo sacrosanto di aggregazione e di formazione.

La mia generazione-annata cinquantadue- ci ha creduto davvero,anche scalpitando di irrequietezza.
Se penso ai tempi delle progettualita'-mi basta andare non lontano ,l'ultimo bagliore lo colloco nel 2003- e lo confronto con questo tempo arido e traballante,inadeguato e privo di bussole reali-mi viene naturale l'accettazione di una sconfitta.
Ultimo caso,fresco di stampa e grondante realta':il Consiglio di Stato ha bocciato un ricorso fatto dal Ministro dell' Istruzione(sic.M.Gelmini) nel merito dell'illegalita' del riordino dei secondi,terzi e quarti anni degli istituti professionali e tecnici.
Che significa che la fatica quotidiana,in termini di rimpinguamento delle classi,di tagli del personale, di potenziamento degli orari subordinati a fantomatici 'recuperi',poggia su un'incongruenza istituzionale,su di un pateracchio senz'arte ne' parte.
La questione è scottante,la materia bollente.
Noi, che abbiamo vissuto la stagione bella di un innamoramento,che come tutti gli innamoramenti deve contenere in se' anche conflitti e rimbrotti e passioni irrisolte-stiamo a guardare,pronti ad andarcene.
Siamo in apnea,cioe' dosiamo il respiro, per riuscire a dare l'ultimo guizzo, quello salvifico.

Quello della fuga.