giovedì 15 ottobre 2009

L'OCEANO DEGLI AFFETTI


Propongo un passo dal mio 'Pane a colazione',pag. 111


'Eppure lei non riusciva mai a dimenticare il suo corpo,anche nei momenti piu' convulsi della giornata,quando correva carica di impegni e di oggetti da sistemare,quando incontrava una persona,poi un'altra.Il corpo di lui le restava attaccato addosso con i suoi odori,le pieghe della pelle,i movimenti delle braccia,ogni parte che la invadeva senza remissione,su fino al midollo,fino all'ultimo pensiero,con una coincidenza sulla sua superficie perfetta e identificabile..
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Le ferite si erano sempre ricomposte,ma le avevano lasciato una grossa cicatrice,un indurimento,aveva paura che qualcosa tra loro si frapponesse,all'improvviso,in modo irrimediabile,magari anche una persona piu' semplice,che lasciasse intravedere a lui o a lei la possibilità di un riposo solido e di un futuro senza incrinature,un altro amore piu' comodo,un'occasione di tranquillità.
Ancora mille e una volta lei lo aveva sentito lontano,ostile, eppure indispensabile.Non c'erano patti certi tra di loro,eppure il loro legame li avvinceva senza requie,vincendo anche il muro di razionalità che lei si stava allenando ad edificare nelle sue giornate.'
Insomma, leggiamolo cosi', anche come un romanzetto d'amore.
In una giornata di pioggia e vento,perche' no?
Anche dopo pranzo,puo' essere digestivo.
E poi, non finisce davvero, e qui sta il bello.