lunedì 10 marzo 2008

RIMINI IN BLU




Mio babbo Guido amava il blu.
Intanto perche' gli ricordava la sua giovinezza in marina,cinque anni sulle navi militari.
Marinai, donne e guai e lui,bel marinaio, di guai di quel tipo deve averne avuti parecchi.
Alcuni continuava a raccontarceli, insieme alle avventure di guerra.
'La vita è stare sul pontile di una nave. Devi essere pronto a tutto'
Questa era la sua visione della vita.
Era del venti,come Fellini.Era dell'undici di marzo.
Annata d'autore.
Lui amava il blu perche' il blu è elegante.
E di eleganza Guido se ne intendeva, anche se veniva da quel popolo di poveri che erano vivi per miracolo. Orfano a due anni,-il padre morto a trenta per le ferite della prima, grande guerra-in un ospedale militare a Bari a ventidue, con la pleurite e tutti i compagni intorno che morivano di tisi .
Elegante , in blu, a guidare la macchina di un ammiraglio a Roma,quando la seconda grande guerra stava finendo.
'Alla fine sei andato a fare il marinaio a Roma,confessa!!!-Gli dicevamo per scherzo.
Il blu era il colore preferito di loro, poveri ma belli, che dalla Piazza poi diventata dei Tre martiri salivano sui Colli, alla domenica pomeriggio,in sella a vere DEI, biciclette di gran marca.
Bei panni, addosso, bei tagli delle giacche, un foulard di seta al collo.
Del resto erano proprio alcuni, tra i poveri, che nelle case coltivavano con cura l'idea della decorosa eleganza.
Con un istinto innato sapevano scegliere gli abiti, i pochi oggetti,sempre di grande qualità.

La scorsa estate avevo spedito un testo al 'Corriere', giornale locale,uno dei pochi testi che mi hanno cestinato, dedicato alla Rimini elegante, ricordando il blu che mio babbo Guido amava.
Sara' perche' qua ora va di moda un'accozzaglia di colori ibridi, le notti rosa, le abbronzature forzate,sotto i solleone d'agosto,le tinte flou e discotecare,i lucidi delle plasticacce , i falsi art-deco'..
Un patchwork di colori indistinti,una paccottiglia di ibridi ,il regno del pessimo gusto,dei plexiglass e dei capanni condonati..
La stagione delle grandi opere non ne ha mutata la natura.
Cosi', tra la paccottiglia e le grandi opere sono stati saltati a pie' pari i riminesi eleganti, quelli in blu.

Mio babbo Guido amava il blu anche quando era rimasto vecchio e solo.
Si portava i panni in lavanderia, prima di acquattarsi in casa, malinconico.
Si vestiva spesso in blu anche d'estate, e durante il primo anno di vedovanza si metteva per un'oretta a sedere al tavolino di un caffe', in un angolo,in solitudine, ad ascoltare il piano-bar ,voleva che passassimo di li' e ci offriva il gelato .
Non amava molto le riunioni dei suoi coetanei.
'Poveri vecchi',diceva.

Rimini in blu,come sarebbe larga, bella ,ariosa.
Blu è il colore del mare, del cielo,dell'aria, nei pomeriggi di primavera.
E' la tinta che separa la terra dall'acqua, nella linea decisa dell'orizzonte.
Contro la sabbia, color ocra chiaro, crea un contrasto di colori che ricorda le tele di Morandi.
Gia', proprio cosi':Rimini ha un cuore blu.