giovedì 1 maggio 2008

PRIMO MAGGIO




Da 'La chiave a stella' di Primo Levi,Einaudi editore,pag.63-64:

'....gli dovevo dare atto che lavorare stando seduti,al caldo e al livello del pavimento,è un bel vantaggio;ma che,a parte questo, e supponendo che mi fosse lecito parlare a nome degli scrittori propriamente detti,le giornate balorde capitano anche a noi.Anzi:ci capitano piu' sovente, perche'è piu' facile accertarsi se è'in bolla d'aria'una carpentiera metallica che non una pagina scritta,cosi' puo' capitare che uno scriva con entusiasmo una pagina,o anche un libro intero,e poi si accorga che non va bene,che è pasticciato,sciocco,già scritto, mancante,eccessivo, inutile;e allora si rattristi,e gli vengano delle idee sul genere di quelle che aveva lui quella sera,e cioè mediti di cambiar mestiere,aria, pelle,e magari di mettersi a fare il montatore.Ma puo' anche capitare che uno scriva delle cose,appunto, pasticciate e inutili(e questo accade sovente) e non se ne accorga o non se ne voglia accorgere,il che è ben possibile,perche' la carta è un materiale troppo tollerante.Le puoi scrivere sopra qualunque enormità, e non protesta mai:non fa come il legname delle armature nelle gallerie di miniera,che scricchiola quando è sovraccarico e sta per venire un crollo.Nel mestiere di scrivere la strumentazione e i segnali d'allarme sono rudimentali: non c'è neppure un equivalente affidabile della squadra e del filo a piombo.Ma se una pagina non va se ne accorge chi legge,quando ormai è troppo tardi, e allora si mette male:anche perche' quella pagina è opera tua e solo tua,non ha scuse ne' pretesti,ne rispondi appieno'