martedì 22 settembre 2009

MARE NOSTRUM




Cosa non hanno buttato nel mare.
Follie omicide senza attenuanti,hanno scaricato nel Mediterraneo il residuo di quello che non sono riusciti a scaricare nel Continente Africano,pena la contaminazione di un bacino splendido di storia e di natura.
Non so quale sara' il futuro, mi allontano da ogni visione catastrofista ma sono convinta che sulla questione ambientale questo stesso futuro si giochera'.
Assistiamo in questi giorni alla riesumazione del caso giornalistico di Ilaria Alpi, arrivata presumibilmente ad uno dei punti nevralgici del problema dello smaltimento dei rifiuti tossici gestito da intere holding del crimine.
E insieme, assistiamo alla solita novità dell'ultima ora.
Ci voleva un pentito per capire che al largo delle coste calabre ci sono trenta relitti 'misteriosamente' affondati con il loro carico mortale.
Ma non siamo in un filmetto della sera, siamo in una realtà tangibile,mentre attorno a noi il tam-tam degli amici malati cresce.
Scenario globalizzato per cui è qui, ora,ma potrebbe essere ovunque,visto che il pianeta terra ed acqua, respira dello stesso respiro in ogni suo punto.
Cosi' è, e non resta che sperare di cavarsela.
Si va avanti, convinti che il nostro corpo possieda indicazioni positive per vincere su tutto questo, e il coraggio di guardare al futuro deriva non da questi quttro cialtroni che agitano il nostro presente,ma dal ricordo di un un passato recente,dalla memoria di chi se ne è andato con dignità.

In un buco del mondo come Rimini la percentuale dei malati di cancro è altissima.
In assenza di industrie, in assenza di attivita' 'sospette'.
Mentre una stranissima classifica segnala Rimini nella top-ten delle citta'/benessere, i reparti oncologici sovraffollati sono indicatori di tutt'altra natura.
Guardo il mare, il mio mare, e mi illudo che una sua salubrità esista,una sua capacità di rigenerarsi, di spurgarsi.
Alla faccia degli uomini.