giovedì 30 aprile 2009

PA-RA-DA







'Pa-ra-da' è un film sfortunato, a detta dell'operatore della Cineteca Comunale di Rimini.
Applauditissimo a Venezia,ma con un percorso di pubblico stentato.
E' bellissimo.
Esordio del figlio di Gillo Pontecorvo, Marco,un piccolo ricostituente per il cuore e per l'anima,nonche' un ottimo oggetto artistico, nella fotografia, nella discreta narrazione ,mai moralista ne' calcata,nonostante il materiale 'forte'.
Narra del clown franco-algerino Miloud Oukili,oggi trentaseienne, protagonista di un piccolo 'miracolo' sociale accaduto tra i 'boskettari', i bambini delle fogne di Bucarest del dopo-Ceausescu ( 1992).
Un'miracolo' di cui le sequenze tracciano le tappe, con fedelta' documentaristica e priva di retorica,anzi con naturale leggerezza.
Ti convince che i miracoli accadone, e si reggono su mille fili preesistenti, occasioni,contingenze.
Il cuore dell'uomo è grande e il cuore dei bambini e dei giovanissimi è un pozzo profondo di energia,di comandi profondi che vengono dalla notte dei tempi,dalle storie passate,stanno in bilico sul crinale del futuro,tra vita e morte.
Dalle fogne di Bucarest alle piazze d'Europa,ma non è fatalismo:è il trionfo della volontà,di una professionalità attenta e seria giocata sull'arte del ridere.
L'arte è di strada,ma è praticata con rischiosa,quasi tranquilla,profetica pedanteria.

PA-RA-DA: ma anche noi ce la possiamo fare.

martedì 28 aprile 2009

VOCABOLARI


Se per qualche percorso strampalato passasse per caso da questo blog,sappia che lo ricordo come 'il Preside del Vocabolario'.
P.B., ex-dirigente scolastico facciamo degli ultimi anni novanta,di formazione direttore didattico della scuola primaria, ex-maestro elementare.
Gli avevo detto:-Abbiamo necessita' di almeno due vocabolari, nuovi, pero',non residui della prima guerra mondiale-
Gli brillarono gli occhietti e dopo una settimana, come in una novella di Calvino, il bidello ci recapito,gia' opportunamente schedati, due vocabolari nuovi fiammanti,nella custodia di cartone, una meraviglia.
Poi quell'anno ci furono nell'istituto delle ristrutturazioni edili,a settembre uno dei due vocabolari era sparito.
Stento ad immaginare il manovale che con le mani sporche di calcina si insaccava il vocabolario nella borsa degli attrezzi,ma quella fu la versione ufficiale.
Uno rimase, ai posteri.
Grazie ancora, Preside del Vocabolario, e buona fortuna .
-Ebbe poi un grave problema di salute dal quale gli auguro una uscita felice ,e non pochi intralci professionali.
Roba da provincia,roba che capita.-

Sta di fatto che quella del vocabolario è una questione che somiglia ormai ad un indistricabile,difficile 'gliuommero'(v.C .E.Gadda,'Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana).
Quelli che ci sono, in giro, perdono pezzi e colpi.
Secretati e criptati negli anfratti reconditi delle Biblioteche d'istituto,oggetti inanimati e ammuffiti.
Di contro, le grammatiche, rivisitate, raffazzonate, patinate, mediatizzate,accessoriate,lucide od opache,esondanti apparati didattici e forbitamente presentate da agguerriti rappresentanti aumentano, si moltiplicano,lievitano,ostruiscono il passaggio, incastrano la lingua in una mimesi retorica e superficiale.
-Dunque,Mario Rossi, dimmi il significato della parola: 'mamma'

Panico,vuoto.
Ma a che pagina sta?

lunedì 27 aprile 2009

CI SONO DEI GIARDINI





Ci sono dei giardini che alla sera si riempiono di umori che vagano, di pensieri perduti da chi è passato per strada,si chiudono in un'intimità densa e protettiva.
Il gioco dei fiori, diversi nelle stagioni, turgidi quando la pioggia esagera e rinverdisce le erbe selvatiche, insieme ai germogli delle ciotole dimenticate,richiama lo sguardo e dona riposo.
E' passato un altro giorno.
Ognuno passa e lancia il sasso dei suoi pensieri.
Si muore e si nasce cosi' in fretta,non c'è tempo per curare bene i giardini.
Sarebbe bello guardarli a lungo, durante le giornate,in riposo, e chiacchierare di piu'.
Di questo e di quello,dei fili d'erba e dei germogli,costruendo cattedrali di pensieri, divagazioni ampie ,voli d'aquiloni .
Ritrovarsi, come quando tra vecchi amici si rivive un ricordo.
Il gorgogliare delle complicità scorre,si sgrana come una collana di perle che ha perduto il filo.
Il prepotente,brutta statua deforme, sta in un angolo finalmente dimenticato.
Fili leggeri ribaltano prospettive,nuove intelligenze,trame in trasparenza si evidenziano contro il pulviscolo dorato di luci e ombre.
La parola è fluida,come la vita che scorre in un divenire continuo,muta di forma e di contenuto,si adegua alle tante facce che passano.

In alcuni giardini, prima che faccia sera.

domenica 26 aprile 2009

VITACCIA DA VIP




Che faticaccia quando si nasce VIP.


Meta' del tempo libero a contare,su e giu' per registri, e consigli di anmministrazione, e cantieri,se va bene quando si è ibridi, di quel tipo cioè di Vip che viene dalla gavetta,che sa il sapore del sale e ha qualche calletto sui pollici.Alla Mastro don Gesualdo, per intenderci.
Che quel 'don' lo aveva guadagnato dalla povera, tisica,nobile Bianca Trao.
Ma se si è Vip di prima linea, venuti da cielo in terra a miracol mostrare,cioe' a dimostrare che è possibile tutto cio', la vita si fa veramente una vitaccia.
Punto primo, quando un VIP ha,poniamo un bel mal di pancia, o un'indisposizione di stomaco, come se la racconta?
Tanto,volenti o nolenti, è li' che si finisce tutti,non volevo dirla,ma....diciamola gentilmente, al WC.
E come si innamora, un VIP?
Non ho mai sentito di uno che possedesse una quantità di bilioni oltre un certo limite che sapesse innamorarsi.
In genere ,nella casta, si ibridano per sposalizi osmotici.
Cioe', clonano antichi affetti per parità di conto in banca e ci ricamano un po' su,finche' va..
( ecco come sono nate le favole dei principi che ,rospi per amore, sposavano la donzelletta)
E se per caso un VIP avesse il senso della giustizia, che fa?
Come San Francesco? Ma va!
Si dialettizza,si cerca dei buoni 'personal trainer' che gli curino l'immagine,perbacco.
Un colpo al cerchio e uno alla botte,dicevano gli scalpellini del re.
Ma,e qui viene il bello...
Soprattutto...come danno l'addio al mondo, questi VIP?
Dev'essere un bel problema,perche' si racconta che verso quell'ora li', l'ora fatale,per tutti identica, te le vedi tutte davanti,marachelle e cose buone.
Faticaccia, faticaccia,un gran guaio davvero, nascere VIP.

sabato 25 aprile 2009

25 APRILE MINI E MAXI




Un venticinque Aprile riminese minimalista -il rito del corteo e quel pochino di banda cittadina,qualche sermone, le intenzioni dei bambini di una scuola media -si è sciolto nella mattinata in centro.I negozi tutti aperti, i berretti rossi dei simpatizzanti dell'ANMPI, qualche new-entry ex fascista tra i delegati dell'Amministrazione,a buon rendere.
Tutto molto soft,quasi di striscio, quello che contava era un sole finalmente presente, dopo le piogge e le piogge, e l'invernata cruenta ,la peggiore del secolo.
Invece piu' in la', alla Marina di Rimini, presenze metafisiche di emiri arabi e miliardari russi,smaterializzati ai piu',animavano l'iniziativa 'White and blue', la Fiera delle imbarcazioni extra-lusso.
Loro, i VIP, non si son visti tanto.
Solo nottetempo, nello spazio rigidamente transennato , andavano due limousine, una color panna, targata San Marino e una polacca,un bel carrofunebre lungo quindici metri, che lasciavano scendere una piccola folla di operatori del settore .
Il massimo del 'glamour',cioe' belle ragazzotte in tacchi a spillo e bei ragazzotti col fare sciolto,roba da fiera,ma niente di piu'.Oggi dovrebbe arrivare Belem Rodriguez,nota esperta di economia globalizzata.Che almeno porti un po' di allegria, finora non se ne è vista tanta.
Ma loro, gli emiri, dove saranno?
A giudicare dalla lunghezza dei cabinati esistono:si arriva anche a trentacinque metri, una meraviglia di yacht,roba da sogno.
Se qualcuno pensava che dopo la Rivoluzione francese il vero Vip fosse quello che con fare distratto si mischia in ciabatte al popolo, sulle banchine dei porti, cambi pure idea .
Il vero VIP è segregato ,criptato,smagnetizzato,forse già clonato,non si sa dove,non si sa come.
Un murato vivo,qualcosa come un ergastolano dorato.
-Sei tu il mio VIP-gridava ridendo una attempata signora in vena di satira-ecco, il mio Gianni, guardate che bel VIP !-
Lui, il Gianni, il marito,abbozzava in tuta ginnica blulucido,dal buco della passeggiata dove era concesso infilarsi per guardare giu',tutto quel bendidio.

giovedì 23 aprile 2009

EVVIVA I NOVANTENNI




Non arrivano alla Rita Levi Montalcini, non sia mai, ma i novantenni che conosco e sono rimasti lucidi sono uno splendore di allegria, una guida per il futuro, delle vere promesse.
Intanto,mi tirano su il morale perche' capiscono sempre al volo, prima che parli, addirittura le intenzioni, e vanno avanti, proseguono tenendo diritto il filo.
Guardano lontano e interpretano con ottimismo.
Neanche uno depresso,semmai leggermente inc....
Siccome sono gli altri che ci rivelano a noi stessi,ecco, i novantenni mi rivelano a me stessa proprio bene.
Senso della storia, intatto.
Individuazione dei meccanismi del vivere,lucida.
Creatività e fantasia,alla grande.
Coraggio, da vendere.
Per esempio, i vecchi ex-insegnanti novantenni o giu' di li':
Dici:'Libertà di pensiero' e gli si illuminano gli occhietti.
Dici:'Rischio creativo, anche per gli adolescenti', e sono tutti un battere di ciglia.
Dici: 'Futuro' e ti organizzano una trama perfetta di splendidi progetti.
Dici:'Autostima' e ti fanno sentire una principessa
Dici:' Memoria', e partono con la potenza dei ricordi
Dici:''Paura del nuovo' e ti arriva uno scappellotto.


Non fatemi dire che dai novanta in giu', invece...








mercoledì 22 aprile 2009

DAGHERROTIPI URBANI /3,GIUSEPPE MAIOLI ,geometra e umanista


Giuseppe Maioli (1899-1972),geometra e umanista riminese, aveva sposato una cugina di mio padre, Anna.
Anna Maioli, una donnina attiva e coraggiosa, che aveva messo in fila otto figli, quasi tutti poi cresciuti all'ombra del campanile, come si diceva con scanzonata simpatia a casa mia.
In questo momento in cui a Rimini si discorre alla grande di progetti urbani e si chiamano in campo le migliori 'archistar' del sistema, ricordo questo genio del Novecento, discreto e schivo, che non ho personalmente conosciuto.
Portai per quattro volte le classi un po' scalcagnate di un istituto per geometri riminese a vedere una mostra che la Biblioteca Gambalunghiana gli aveva dedicato tre anni fa.
Una mostra raffinata e prestigiosa, che evidenziava un profilo professionale alto, sospeso tra modernità e rimandi classici.
Dalla 'lettura' dei suoi progetti si evinceva un'immagine di città ariosa, lineare, sospesa tra la marina e l'entroterra.
Rimandi architettonici alle costruzioni di alta qualità storica ripresi in forma creativa, con prospettive di rivisitazioni moderne ma sempre equilibrate e rispettose degli spazi e del territorio.
Una Rimini ampia, luminosa, con una geometria aperta e intuitiva.
Di lui, anche fotografo, era comparsa per alcune settimane nella città l'immagine in bicicletta, con una fascio di fogli sottobraccio.
Forse avrebbe dovuto crescere una 'scuola',da quelle sue intuizioni di equilibri tra spazi aperti/chiusi, di luci e ombre, di abitato/ deserto urbano.
Giuseppe Maioli, geometra e umanista riminese del secolo ventesimo.

martedì 21 aprile 2009

DAGHERROTIPI / 2


Vittorio Novara(1897-1972) e Virginia Bianchi(1901-1965) erano i miei nonni materni.

Di Vittorio conservo ancora un ritratto a olio che gli feci in seconda liceo, mentre se ne stava tranquillo sul dondolo,con quel suo strano profilo da gatto:la prima Grande Guerra gli aveva tolto lo stomaco,da militare ;con la seconda, per una granata, aveva,da civile, perduto la parte inferiore del mento.
Durante la prima Guerra,poco piu' che bambino, lo avevano insaccato in una divisa e mandato in prima linea, si era fatto due anni di trincea e Caporetto,cosa per cui si merito' poi l'onoreficenza di Cavaliere di Vittorio Veneto.
Il 'Cavaliere', lo chiamavamo per ridere.
Lui invece era un mite,un 'filosofo', con un'intelligenza matematica, una memoria di ferro e il gusto per le sciarade.
L'unica volta che in vita sua fece il 'duro' fu quando si ostino' a non firmare l'adesione al Fascio, nonostante le dosi abbondanti di olio di ricino, cosi' che l'Amministrazione delle Ferrovie lo 'consiglio'' di andarsene al confino in un paesello dell'Abruzzo, con i tre bambini e la moglie che tossicchiava.
Del resto anche Virginia non aveva voluto dare la sua fede d'oro perche' fosse fusa per la gloria dell'Impero, come avevano fatto quasi tutte le donne della borgata.
Lei aveva forti nostalgie di signorilità, che mal governava, minata nel fisico per gli stenti.
Della cucina sapeva l'arte squisita e delicata, niente di romagnolo di tradizione, magari qualcosa di vagamente francese.
Di lei ricordo la sera di un Sabato di Pasqua, con le campane della chiesa del borgo sciolte,dopo le undici,e quel suono sopraffatto dai gorgheggi di Tosca,mentre uccideva Scarpia, che andavano e andavano, nel disordine dei cibi,sui fili di un impianto domestico.
La sua vita era stata piena di slanci,pur nella miseria dei giorni.

domenica 19 aprile 2009

DAGHERROTIPI


Luigi Balducci (1890-1922) e Sanmarini Pia(1894-1977) erano i miei nonni paterni .
ll nonno Luigi non l'ho conosciuto.
Morto a trentadue anni per le ferite riportate dalla Prima grande Guerra,aveva lasciato due figli maschi,di due e sette anni e una giovane vedova di ventisette anni.
La nonna Pia,che era sopravvissuta al terremoto che colpi' Rimini nel 1916, all'epidemia di spagnola del 1918,,alla solitudine, alla fame e alla vedovanza ,sopravvisse anche alla 'bonta'' dei parenti e dei parrocchiani che volevano,giovane,bella e sola, toglierle i figli.
Non li aveva dati a nessuno e aveva combattuto la sua battaglia lavando i panni ai signori di Rimini, lungo il canale,finche' lo Stato le riconobbe la pensione del nonno, ferroviere.
Bella , selvatica e fedele,raccontava a me, bambina, che ogni sera chiedeva al nonno dove se ne fosse andato.
Ricordo il senso di sicurezza e di pulizia che mi comunicava.
Ricordo i suoi lunghi racconti, come libri pieni di meraviglie.
Ricordo il suo acquattarsi,come un gatto selvatico, fuori dal mondo,che intanto le scorreva davanti,anno dopo anno.
Ricordo quando mi chiese di portare a ritoccare due vecchie fotografie di lei e del nonno nello studio fotograffico Villani, in Piazza Santo Stefano a Bologna,erano i primi anni settanta.
A Bologna avevano curato per qualche anno il nonno,permettendogli di vivere fino a dopo i trenta.

sabato 18 aprile 2009

VIVA LE MARGHERITE




Se cerco un'immagine di speranza, immediata e sensibile,un'idea positiva che navighi su questo tempo scassato,mi si para davanti un grande campo di margherite.
Alla larga gli ideologi/contrabbandieri della new-age, che adesso mi direbbero che sotto di me scorre energia positiva.
Alla fine del valzer si sopportano quasi meglio i cattolici falsetti e opportunisti,almeno un sorriso riscaldato te lo offrono sempre e con due barzellette li sistemi.
I 'nuovi' ideologi,tutti messi insieme in un bel mazzo,in un lunghissimo elenco, arrivando alla nostrana, ruspantissima Wanna Marchi ,personaggi di un'età di decadenza, riempiono non solo le salette delle estetiste, ma anche i corridoi di scuola, gli pseudo ambulatori,le palestre,le pizzerie.
Lievitano,in un pullulare forsennato di balle.
Dicevo delle margherite.
Caparbie, piccole gemme lucenti,oro e madreperla,popolari e regine.
-M'ama,non m'ama-dicevamo da bambine, sfogliandole,per ore e ore,con gli occhi lucidi e fantasie di amori possibili,intrecci e reti del cuore che andavano dipanandosi verso il futuro.
Loro, le piccole stelle dei prati di città, reggono agli urti del cemento e dei gas,si insinuano nelle crepe della terra e la smaltano di meraviglia.
Vincono coraggiose,riescono a non ingrigire delle polveri che tutto invadono.
Ad una certa ora del giorno chiudono i piccoli petali sottili,si assopiscono,per poi riaprirsi smaglianti appena i primi raggi del mattino stiepidiscono l'aria.
Stanno bene sulla terra,libere e al massimo nei mazzetti che fanno per gioco i bambini.
Ecco,l'immagine dei bambini con i cestini di margherite è proprio nostalgia pura,consideriamola solo per un breve attimo.
Viva comunque le margherite,e non mi si dica che faccio propaganda politica, a quei signori li' proprio non pensavo,accidenti ai possibili fraintendimenti.


giovedì 16 aprile 2009

DIVERSAMENTE ABILI


Nella moria della mia generazione,ringrazio il cielo di essere sana-per ora-e ancora in piedi.Ho sempre avuto un po' il mito salutista,lo confesso, ma per ora non ne sono stata punita,anzi.
Sono qua con le mie ubbie, ma in piedi.
Eppure,anche nella piena giovinezza,chiunque fosse diversamente abile mi commuoveva.
Ho nascosto lacrime,sulla spiaggia,al mattino presto, al passaggio di quei genitori che accompagnavano figli in qualche modo'diversi',li pensavo subito come doverosamante in prima fila,con assoluta precedenza, di un qualche futuro riscatto.
Tanto altro, ancora,che qui non dico.
Credo che nei diversamente abili che si inseriscano in qualche modo tra i 'normali' ci sia una forza e una speranza fuori dal comune, non è retorica. Naturalmente la cosa deve avvenire al di fuori di una mistica,anzi,con leale spregiudicatezza.
E con ironia, ma ridere di se' è un'arte che pochi sanno davvero, quando c'è da giocare nel vivo delle cose.
Cosi', guardo con pena alla decadenza che questo motivo sta subendo in questi ultimi anni.
E considero che la debolezza,l'incidente di percorso, stanno diventando motivo di esclusione,sempre di piu'.
Gli ormeggi si stanno mollando malamente.
Alla scuola si chiedono insegnanti con i muscoli,un piccolo esercito di potenziali'diversamente abili' sta mollando, si rinchiude nel suo bunker,avanza chi urla di piu', chi sa dire due robacce non giustificate,chi resiste.Anche l'intelligenza rischia di essere una disabilita'.
Ai ragazzi si chiede una monotona mediocrità,purche' non disturbi.
La delicatezza del sentire è un pericoloso elemento spurio.
Quando poi il problema nei ragazzi è 'certificato',cioè oggettivamente misurato,
la macchina di dubbio gusto dei cosiddetti' servizi sociali' manda avanti personaggi poco qualificati,che in genere fanno solo un granpolverone .
Nessuno me ne voglia ;anzi,magari qualcuno si offendesse davvero .
Sono necessarie piccole trame di curiosità e allegria,che avanzino e imbriglino il meccanismo,un po' di vitale confusione,un protagonismo reale di detti soggetti.
Ma anche una ecologia degli ambienti,perche'non tutti coloro cui manca un arto possono essere Pistorius,per correre in libertà.

mercoledì 15 aprile 2009

MOSTRI DEL XXI SECOLO


Uno dei mostri piu' terribili del XXI secolo è l'adolescente con il 'sano' senso del realismo.
Vecchio anzitempo,ripete vecchi luoghi comuni che ormai neppure piu' i genitori, scafatissimi o disorientati, sanno dire.
-la vita?-
-l'importante è il proprio tornaconto-
-aiutare un amico?-
-purche' non ci rimetti del tuo-
-l'amore?-
-tutte balle, non esiste-
-i migranti e chi bussa alla tua porta?-
-che stiano a casa loro-
-i professori?-
-basta che sappiano farsi valere-
-gli ideali(solidarieta',rispetto dei deboli,collaborazione )?-
-sogni di chi ha del tempo da perdere -
-la legalità?
-frottole, si sa come va-
Eccetera.
L'adolescente con il 'sano' realismo addosso ha la terzana dell'opportunismo,coglie del mondo gli spizzichi e i bocconi del tirare a campare,ha l'incedere del cinquantenne frustrato e l'occhio del capomastro che 'copre' l'imprenditore perche' gli conviene e perche' cosi' si fa.
Mia madre, donna di intelligenza raffinata, diceva sempre che questi soggetti, prima o poi, avrebbero combinato guai irreparabili per se' e per gli altri.
E tutto sommato non conosceva quelli dal novantaquatto(1994) in qua.
Ora avrebbe ottantatre anni, e sarebbe una vecchia lucida,di coraggiosa intelligenza,curiosa e leggera.
Anche spietata, a modo suo,cioè inerme davanti alla realta', e costretta alla difesa.

venerdì 10 aprile 2009

BUONA PASQUA




'Io potrei con altri molti esempi spiegar la ricchezza della natura nel produr suoi effetti con maniere inescogitabili da noi,quando il senso e l'esperienza non lo ci mostrasse,la quale anco talvolta non basta a supplire alla nostra incapacità;onde, se io non sapro' precisamente determinar la maniera della produzione della cometa,non mi dovra' essere negata la scusa,e tanto piu' quant'io non mi son mai arrogato di poter cio' fare,conoscendo potere ch'ella si faccia in alcun modo lontano da ogni nostra immaginazione; e la difficoltà dell'intendere come si formi il canto della cicala,mentr'ella ci canta in mano,scusa di soverchio il non saper come in tanta lontananza si generi la cometa'

(Galileo Galilei,dal'Saggiatore','l'Osservatore')

mercoledì 8 aprile 2009

ALLA LARGA GLI SCIACALLI


Alla larga gli sciacalli .
Alla larga gli sciacalli, soprattutto quelli del'anima,i piu' pericolosi,quelli che si insinuano dove trovano terreno debole per comperarti per un piatto di lenticchie andate a male.
Alla larga.
Si' ad un esercito di giovani tecnici qualificati che sappiano 'leggere' il libro della terra.
Alla larga parole roboanti e lacrime di coccodrillo.
Si' ad una civile mappatura del territorio,con l'utilizzo delle conoscenze e delle genialità,delle interpretazioni e della creatività .
Quello italiano è il popolo di Leonardo da Vinci e di Galileo, non solo degli Azzeccagarbugli e della mafia, perche'il mondo va avanti e qua si rimane al medioevo ?.
Alla larga l'orgia del cemento a tutti i costi,della costruzione beota e sconsiderata.
Si' al recupero prezioso dei nostri tesori d'arte urbana, con tutti i sistemi tecnici possibili.
Si' ad ospedali che non crollino e a giovani medici capaci nella gestione limpida delle emergenze.

Dove puo' stare un senso, nel boato della terra, se non nel costringerci a ridisegnare mappe ?
A guardare le stelle,per qualche attimo, ad essere eroi, anche se non vorremmo,identici a tutti gli altri,migranti del mondo , a vivere il nostro tempo lungo come un brindisi nella notte ostile?


lunedì 6 aprile 2009

PIANO/CASA




Piano/casa, aprile 2009.

domenica 5 aprile 2009

L'ELEMENTO ACQUEO/3,ovvero NOI VECCHI SNOB




Sono salita su faro del porto di Rimini * in un primo pomeriggio di cinque anni fa.
Primavera con nubi bianche e dense, lunghe e irregolari,piatti appena lavati, desiderio di riposo,e invece una telefonata di due colleghi, cari amici.
-Anna Rosa, ti aspettiamo, qua, al faro,sono appena arrivati da Venezia, con le chiavi , quelli del Ministero della Marina,possiamo salire.
Era partito un progetto di costruzione di due 'corti',che a scuola stavano adattando ad un mio testo,' Venezia',era lavoro d'altri, ma mi dicevano ospite gradita e non potevo rifiutare.Mi sono accodata, erano una decina in tutto, tra ragazzi, i due colleghi e l'operatore .
Ogni volta che passo sotto al faro ricordo l'emozione di quel piccolo 'viaggio'.
Era la citta' dal punto di vista del mare,era spazio largo,apertura al tempo passato,viavai di genti che erano approdate su quel lembo di costa,era una fratellanza con l'alto Adriatico e le sue aperture all' Oriente,al nuovo, che si insinuava nel ritmo placido e domestico del canale,era memoria di genti ,vita e morte di individui coraggiosi e fieri.
Perche' da lassu', dalla cima del faro, sprizza una nobiltà d'intenti irripetibile che mi ricorda le fole che sentivo da bambina sull'aristocrazia del mare.
Ora, che questa città è teatro di tutto, invasa da 'ronde' e percossa da spiriti territoriali e quattrineschi,ora che circolano quelle due o tre semplificazioni ridicole contrabbandate per 'regole',verrebbe voglia di tornarsene ogni tanto lassu', a dare un'occhiata,a rimettere ordine alle cose,come si fa con i cassetti di casa.
Un raduno di vecchi snob,al faro.
Ma solo quelli che pagano tutte le tasse, per favore.


*Consiglio indagine nel web su detto faro e sull'apporto dell'architetto settecentesco Vanvitelli






sabato 4 aprile 2009

L'ELEMENTO ACQUEO /2




'....Ogni volta che sento la bocca prendere una piega torva e il calendario della mia anima è fermo a novembre umido e piovviginoso,ogni volta che mi sorprendo fermo davanti alle imprese di pompe funebri e a seguire tutti i funerali che incontro, e specialmente quando le paturnie prendono il sopravvento al punto che devo fare appello ai miei piu' forti principi morali per impedirmi di scendere in istrada e scaraventare il terra il cappello del malcapitato di turno,so che è giunta l'ora di andare in mare, appena possibile.........'
(da 'Moby Dick, di Herman Melville')

Chiunque 'senta ' dentro le sue vene scorrere un po' di acqua salata, sa che il mare non perdona.
Chiunque ,vestito di boria e di sicurezze,agghindato dei suoi stracci e dei suoi bottini, si trovasse per pochi minuti immerso nell'acqua, in alto mare,avrebbe una visione diversa della terra.
L'acqua,degli oceani e delle risacche basse, è'amnios' primigenio,liquido che tutti accomuna,libertà,ma anche pericolo .
Provate ad immergere un corpo in alto mare,lasciatelo alle onde,vedete come se la cava.
Quando non se la cava piu',desidera solo aggrapparsi a qualcuno che gli allunghi una mano, per respirare.
L'acqua è madre che genera e uccide,è democrazia totale ed è padrone.
C'è un linguaggio piu' spiccio e solidale, tra chi pratica il mare.
C'è un moto lucido degli occhi,una intelligenza irrequieta,una insopportabile, frenetica allegria,una tracotanza e un'umilta insieme,un desiderio di andare, e un'ansia del ritorno.
Anche gli'stanziali' del mare, quelli che stanno una vita alla finestra, o sullo scoglio dietro casa hanno quel brillio negli occhi.
Ti puoi sempre fidare, di uno sconosciuto che abbia un po' di acqua salata nelle vene,anche se pare che, nella fretta,non ti ascolti.

venerdì 3 aprile 2009

L'ELEMENTO ACQUEO


NAUFRAGI
Si favoleggiava che in un punto al largo dell'Adriatico il fondale si trasformasse da sabbioso in roccioso, creando gorghi e improvvisi naufragi,questo punto era detto 'La sprea'.

'La sprea'
'I dis che sia
una zona maledeta
I dis
che i fundel
i sia molt sporch
e pin ad t-nudi...
....i dis...
ma le verità l'è un'enta.
E per che st'al t-nudi
un sia elt che al meni
ad tott i mariner mort afughed,
meni langhi,scheli,
meni che pu
li s'agrapa m'al redi.
E che dal volti
non sol i s- centa al redi,
ma i tira z0' enca al berchi'
(La Sprea.
Dicono che sia/una zona maledetta./Dicono che i fondali/siano molto sporchi/e pieni di relitti..../Dicono..../Ma la verità è un'altra./Sembra che questi relitti/non siano altro che le mani/di tutti i marinai morti affogati/mani lunghe,scheletriche,/mani che poi/s'aggrappano alle reti./E che a volte/non solo schiantano le reti,/ma tirano giu' anche le barche.)
Guido Lucchini,poeta dialettale riminese.

giovedì 2 aprile 2009

FANNULLONI;ovvero ARRESTI DOMICILIARI




In questo cruento inverno duemilaeotto/nove non mi ha beccata l'Australiana, temutissima da tutti quelli che correvano a farsi il vaccino.
Sara' qualche zuccherino omeopatico(placebo?).
Sara' che mi muovo solo in bicicletta,sara' che il pilota automatico mi va ogni giorno almeno una volta dal cancello alla punta della darsena, a toccare il piccolo faro di latta verde,fronte molo grande, fronte faro di Vanvitelli (meraviglia, saperlo,ma è un argomento a parte)..
Solo qualche fastidio, un gigantesco herpes labiale, un maledetto torcicollo ,un raffreddore omerico....roba che si va in giro ugualmente,si lavora cioè regolarmente.
Finche' mi becca stamattina un po' di maldistomaco(metaforico?) e mi prendo un giorno di malattia.
Emozione di doversene stare per dodici ore agli arresti domiciliari.In un periodo in cui le piu' grandi emozioni lavorative sono : arrivare viva in loco-v. traffico folle- e tirare quattro urlacci,gutturali .
Fattosta' che potrei affacciarmi al cancello per salutare chi passa,ma se mi becca il controllore,'medico' fiscale sono dolori,dicono(?). In teoria potrei usufruire dell'ora d'aria dalle tredici alle quattordici.
L'ideale per rimotivare un' insegnante.
Considerato l'allegro stato della mia finanza personale :part-time per ovvi motivi di oculato calcolo di risorse fisiche ;acquisto in proprio di tutto il materiale didattico necessario;un po' di volontariato sul tema della scrittura dei ragazzi;un paio di scioperi per non perdere l'abitudine,almeno quella;quell'imprenditoria della mia scrittura che non è propriamente 'in avere'........
Dunque:dodici ore di ripensamento potrebbero farmi venire un'idea geniale in materia.
Non è cosi' che funzionano la finanza,le risorse,il tempo,la produzione ,l'utile e il disavanzo?

mercoledì 1 aprile 2009

S.O.S RAZZISMO A SCUOLA


S.O.S.


Gentilissima Ministro,signorina Gelmini,
mi spieghi che voto in condotta si deve dare ad un quindicenne che proclama in classe violenta apologia di odio razziale.
Spero Lei stessa ricordi di aver 'suggerito' anche l'educazione civica come materia fondante.
Se uno piu' uno fa due.....ci aiuti a tirare le somme.
E se dette manifestazioni si fanno sistematiche, la famiglia va avvisata con lettera che indichi l'esistenza di un 'disagio'?
Ma soprattutto:
chi sarebbe il reale 'disagiato', in questa incresciosa ipotesi da Lei forse incautamente sottovalutata?
Ed inoltre:
nel caso detta apologia fosse conclamata da nutriti gruppi,puo' l'evidenza dei fatti lasciar supporre la necessita' di 'richiami' che indichino perseguibilità penali?
Se si', chi perseguirebbe chi?

Cordialmente.