venerdì 11 gennaio 2008

CI SARA' UNA RAGIONE


Ci sara' una ragione, se le badanti che accudiscono i nostri vecchi sono cosi' sveglie, sanno tutto di noi, registrano i nostri movimenti, i nostri pensieri, i palpiti delle nostre sopracciglia.
Un mondo di donne che sanno la loro e raccolgono i residui di una civilta' che finisce.
Noi glieli affidiamo, perche' dei nostri vecchi ce ne stiamo liberando.
Non ci sono colpe, non ci sono mai colpe, quando le cose accadono piano piano, e quasi nessuno se ne accorge.
Nei parchi, quando c'è un filo di sole, dietro le tendine delle finestre, quando la stagione è inclemente, aggrappati al braccio di queste donne che, comunque siano, sono loro vicine.
E li guardano, parlano con loro, raccolgono le loro fantasie, i loro piccoli deliri,i tremiti delle loro membra rinsecchite.
C'e' un'intesa , un codice muto,una situazione,un lembo di vita circoscritta,di qua ci siamo noi che corriamo, che andiamo al lavoro o passiamo di fretta.Di la', c'è quella zona d'ombra, quell'attesa, quel guardare attraverso una fessura di realtà che sta fuggendo.
Non ci sono bambini attorno,a scherzare , a raccontar frottole, a mostrare l'irrealtà dei giochi virtuali,in una alfabetizzazione reciproca-quella di cui parlava Tullio DeMauro, uno degli ultimi grandi vecchi fortunati-
No, i bambini scalpitano nei loro recinti,negli hangar dei centri commerciali, nei doposcuola, nelle palestre,nei corsi di-tutto-un-po' studiati a protezione dal mondo .
A scuola c'è chi insegna loro la storia, la memoria, e quante volte Romolo ha detto a Remo di farsi piu' in la' e di non oltrepassare il famoso tracciato.
La storia fugge, negli occhi un po' vuoti dei nostri vecchi.