domenica 31 gennaio 2010

SOTTO LE DUE TORRI/CHIACCHIERE




La signora Cinzia Cracchi si sara' trovata in mezzo a quel bel sistema di favori 'minimi' che permettono, per esempio, ai medici di portare in vacanza la famiglia a spese delle case farmaceutiche,et 'similia'. Robetta.
Quello che è assai piu' grave, nella Regione Rossa-e figurarsi se fosse stata 'bianca',non osiamo neppure fantasticarlo- è la pratica avviatissima delle assunzioni per 'spezzoni' partitici.
Questo è tuo e va qua,questo è mio e va qua.
Ex-militanti a sinistra del vecchio Partito comunista,quasi tutti ben sistemati in Enti locali, con famiglia a carico e non si sa con quali competenze, ormai sessantenni, hanno sfangato un quarantennio senza colpo ferire,rappresentando se stessi.
Mentre noi idealisti senza coperture andavamo a raccogliere due denari in giro per il mondo, lavorando come cittadini qualunque.
Sempre la signora Cracchi ,è niente di piu' niente di meno di quello che circola.
A casa mia il concetto di cortigianeria si credeva bandito con la corte del Re sole, ma forse erano fantasie popolari.
Lui, il Flavio Delbono, ,ora ex-sindaco di Bologna,il volto da bolognese machiavellico non ce l'ha.
Piuttosto da mantovano,uno di quelli che,freqentando la parrocchia, sono riusciti a mantenere saldo il desiderio della donna.
Degno della penna del conte Nuvoletti(v.'Adulterio mantovano'),piuttosto che di quella di Sciascia.
E poi non ditemi che a 'sinistra' va di moda il libertino.
A sinistra ,ma anche al centro e figurarsi quanto tra i 'nostalgici ' neri,sotto ai cinquant'anni, monta l'onda lunga omosessuale maschile,questo si'.
Quindi un 'libertino' una vena di sagrestia la deve aver mantenuta,credetemi.
Si dice, ormai come luogo comune:le donne diventano aggressive e sole e gli uomini si proteggono in conventicole omosessuali.
Con tutto il rispetto, ovviamente.

Dopo di che,rimane la nostra Bologna.
Sto con Flavia Prodi, quando dice che è inutile denigrare.
Credo che il modello-Bologna esista ancora, e non solo come retrogusto.
Ci voglio credere.