domenica 31 maggio 2009

L'ELEGANZA DEL RICCIO/ovvero cosa è la letteratura


Ho terminato di leggere 'L'eleganza del riccio' di Muriel Barbery, caso letterario francese del 2007.
Parigi.
Due voci narranti:una portinaia cinqantaquattrenne ,grassa, bassa,sgraziata,l'incarnazione fisiognomica della portinaia-nullita' e un'adolescente antagonista, che,mentre parla del mondo che la circonda prepara un'orribile vendetta:il proprio suicidio programmato per un'ora e una data esatte.
Esilarante e raffinata, la narrazione si dipana in un tempo ordinario ,tra le pareti di un palazzo abitato da personaggi dell'alta borghesia parigina,disseminata di citazioni dottissime,permeata dall'aria di Parigi.
I due personaggi pagina dopo pagina si rivelano al lettore:coltissima,raffinatissima d'animo la portinaia, sensibile anche se disincantata la tredicenne.
Il finale a sorpresa,introdotto con arguzia e tocco sapiente gia' da cento pagine prima dell'ultima, è drammatico ma non tragico:orizzonti culturali 'altri',insinuati nell''esprit-de -finesse' raziocinante del pensiero parigino 'doc', creano allusioni di possibilità,di continuazioni, di peregrinazioni dell'anima che non finiscono.
Piacevole lettura, e poi....Parigi!!!!.
Eppure c'è qualcosa per cui non posso dire che questo libro sia letteratura vera.
Lo considero piuttosto un equilibratissimo esercizio di stile.
Non vorrei spararla troppo grossa, ma credo che tra l'esercizio e la letteratura ci stia il dolore reale, qualcosa con cui non si gioca.
Penso questa cosa dell'esercizio che non è letteratura anche per i romanzi di Umberto Eco, per esempio, che non mi hanno mai convinto.
Oppure per tutta una produzione che nasce dalla torinese Scuola Holden di Baricco.
Anche se ne sostengo la freschezza , la simpatia giovanile e la serieta',ho questa impressione anche della nostra ultima gloria locale, il giovanissimo Marco Missiroli.
Questo mio è un pensiero in liberta',va a parare contro il vento,nessuno me ne voglia.