martedì 31 agosto 2010

RICORDANDO FEDOR






Da due occasioni di riflessione-il recente 'Meeting' ciellino a Rimini e le sempre piu' assurde efferatezze ,vuote di senso che la cronaca ci offre -arrivo a ricordare Fedor Dostoevskij
Dal primo spunto: ricordo un 'Meeting'il diciottesimo,nel 1997,interamente dedicato al grande narratore russo :rimasi basita quando capii che nella percezione popolare,divulgativa,il grande,maledetto Fedor veniva recepito come un sant'uomo.
Non che i curatori delle mostre,ecc. non sapessero la lezione,ci mancherebbe,parlo di 'ricezione'.Mi ero detta: 'Hanno beccato Fedor Dostoevskij e gli hanno fatto fare la parte del convertito/santo:perche' lui forse è piu'affiliabile-nell'ambito dei grandi dell'Ottocento russo-di Tolstoj,che invece,con le sue proposizioni collettivistiche,socialisteggianti,pone altri interrogativi,meno camuffabili.
Ora ripenso ad alcune pagine dannate di Fedor Dostoevskij-che ahime' ho quasi dimenticato,e pensare che l'avevo letto tutto-per esempio a quelle dedicate a Raskolnikov,lo studente che uccide 'per noia'il vecchio in ' Delitto e castigo'.
Le proietto sulla nostra cronaca,trovo delle terribili coincidenze.
Febbricitanti ,privi di bussola, anime vaganti insaccate in cappottacci intrisi dell'umidita' pietroburghese,nihilisti estremisti,coscienze antagoniste,i personaggi dostoevskiani girovagano di pagina in pagina creando uno scenario che tocca i vertici dell'inquietudine assoluta.
E di pagine Fedor abbondava, dovendosi coi manoscritti pagare l'affitto e i soldi gli mancavano, perche' puntualmente se li giocava d'azzardo.