domenica 31 maggio 2009

L'ELEGANZA DEL RICCIO/ovvero cosa è la letteratura


Ho terminato di leggere 'L'eleganza del riccio' di Muriel Barbery, caso letterario francese del 2007.
Parigi.
Due voci narranti:una portinaia cinqantaquattrenne ,grassa, bassa,sgraziata,l'incarnazione fisiognomica della portinaia-nullita' e un'adolescente antagonista, che,mentre parla del mondo che la circonda prepara un'orribile vendetta:il proprio suicidio programmato per un'ora e una data esatte.
Esilarante e raffinata, la narrazione si dipana in un tempo ordinario ,tra le pareti di un palazzo abitato da personaggi dell'alta borghesia parigina,disseminata di citazioni dottissime,permeata dall'aria di Parigi.
I due personaggi pagina dopo pagina si rivelano al lettore:coltissima,raffinatissima d'animo la portinaia, sensibile anche se disincantata la tredicenne.
Il finale a sorpresa,introdotto con arguzia e tocco sapiente gia' da cento pagine prima dell'ultima, è drammatico ma non tragico:orizzonti culturali 'altri',insinuati nell''esprit-de -finesse' raziocinante del pensiero parigino 'doc', creano allusioni di possibilità,di continuazioni, di peregrinazioni dell'anima che non finiscono.
Piacevole lettura, e poi....Parigi!!!!.
Eppure c'è qualcosa per cui non posso dire che questo libro sia letteratura vera.
Lo considero piuttosto un equilibratissimo esercizio di stile.
Non vorrei spararla troppo grossa, ma credo che tra l'esercizio e la letteratura ci stia il dolore reale, qualcosa con cui non si gioca.
Penso questa cosa dell'esercizio che non è letteratura anche per i romanzi di Umberto Eco, per esempio, che non mi hanno mai convinto.
Oppure per tutta una produzione che nasce dalla torinese Scuola Holden di Baricco.
Anche se ne sostengo la freschezza , la simpatia giovanile e la serieta',ho questa impressione anche della nostra ultima gloria locale, il giovanissimo Marco Missiroli.
Questo mio è un pensiero in liberta',va a parare contro il vento,nessuno me ne voglia.

sabato 30 maggio 2009

BONONIA DOCET


Non ci ho guardato per il sottile, a volte basta un'occhiata per intuire se va bene o male.
Ivano Dionigi, neo-rettore dell'Ateneo di Bologna mi pare la persona per cui basti un'occhiata per capire che va bene.
Congratulazioni a lui e auguri.
Che Bologna ritorni ad essere un centro internazionale di cultura .
Che il merito e la limpidezza trionfino.
Che tutto il meglio accada ai giovani che passano sotto le due torri a disegnare piattaforme per un futuro che vogliamo tutti migliore.
Non ci deluda, professor Dionigi,ora Magnifico Rettore dell'Alma mater.
Lei ha la faccia giusta.

venerdì 29 maggio 2009

CATASTROFISMI ACQUATICI


Una macchia di meduse scarsamente urticanti, lunga pero' dieci chilometri, sta viaggiando nelle acque tra la Corsica e la Liguria.
Al largo della Spagna tempo fa altre colonie di meduse-killer avanzavano a distanze pericolosamente umane.
Catastrofi e bizzarrie delle acque,stranezze metaboliche del sistema, per il risaldamento della temperatura, per l'eccesso di pesca, per tutti i vocaboli che si possono attaccare al prefisso 'eco' uniti al altri che indichino squilibrio.
L'ultima favola degli abissi recita che anche nelle acque di fiume ne stanno avvenendo delle belle,per l'eccesso di nutrienti eutrofizzanti :deviazioni endocrine, che vorrebbe dire in soldoni che ai pesci-maschio sta scomparendo almeno un testicolo.
I pesci maschi si stanno pericolosamente femminilizzando, a danno della specie tutta.
Ahime',povere pescioline!
Posto che la caterva di notizie abbia validità scientifica certa-ma pare di si',i cronisti delle acque sono per natura intrinseca infinitamente piu' credibili di quelli di terra- pare che il cosiddetto mondo terracqueo stia tutto quanto gridando che ci dobbiamo fermare.
Ma questo sicuramente non accadra' e tanto vale prepararsi a scenari futuribili senza perdere il senno e il sonno.
Oppure iscriversi al Partito del bagnino Medio, quello che ti assicura che il mondo tutto si ferma li',davanti alla sua 'zona'parola d'onore sua.
Basta poi crederci e ,almeno per una stagione, il gioco è fatto.
,

giovedì 28 maggio 2009

IL PRIMO AMORE


Nella sintassi sghemba e violenta delle emozioni giovanili ci sta ormai di tutto.
Coordinate assenti di congiunzioni,ipotassi prive di verbi reggenti,periodare tronco di senso,ellissi pindariche di significati forzati e meccanici.
Il fidanzato di mamma cha alzava le mani su dime,no, non una volta perche' gli è scappato, ma con sistema.
E lei, la mamma,che lo ha difeso, cosi' che il babbo lo ha denunciato.
L'ultima compagna del babbo che pretende molto da me,non le basta un sei piu',vuole il sette.
L'ottava nonna che se la spassa con lo zio.
Si arrabbiano tutti perche' quest'anno sono bocciato,che noia.

-Ma le giornate, le lunghe giornate della giovinezza, i lunghi pomeriggi d'estate,dove li mettiamo?-

E' l'unica obiezione che ho, davanti all'intreccio iperrealistico di parentele improbe,impicci legali,contorcimenti di budella da famiglia non ancora allargata ma semplicemente sfatta di tanti ragazzi, cosi' come me la raccontano.

Hai voglia cinguettare di premi di poesia, di gare di lettura,di festivaletteratura e di sacramenti vari.
L'ermo colle e i cocci aguzzi di bottiglia,la legalità e il diritto delle minoranze,la polis e la democrazia.
Balle.

Ma c'è un adulto che senta empatia per lo struggimento che un giovane prova prima,durante e dopo il primo amore?
Non dico che ne rida,non dico che induca a soprassedere perche' il posto da ragioniere o da geometra ridimensionera' il tutto.
Dico, semplicemnte, che sia contagiato da uno struggimento.
Perche' il mondo puo' crollare,un'era geologia finire, ma una verita' rimane:il primo amore non si scorda mai.

Purche' sia i protagonisti sia il pubblico si accorgano che questo miracolo puo' ancora esistere.


domenica 24 maggio 2009

NOI SIAM COME LE LUCCIOLE.ovvero BORDELLO ITALIA




Non si sta bene in un bordello cosi'.
Si ha voglia di scappare,di proteggersi e nascondersi .
I nostri cuori 'alternativi' sono in affanno.
Credo sia salubre raccogliere le energie rimaste e creare qualcosa di mirato, ognuno a casa sua,secondo la sua onesta'.
Non vedo terra all'orizzonte.

sabato 23 maggio 2009

O DOSTOEVSKIJ O IL PASTAIO




Toglietemi di torno gli 'scrittori,' per favore.
Neutro generico che comprende anche le scrittrici.
Preferisco parlare di letteratura con chi mi capita a tiro ,magari alla cassa del market, luogo di tutto lo scibile popolare.
Oppure con qualche anima eccelsa che ,siccome lo spirito soffia dove vuole, si trova veramente 'soffiata'.
Per esempio un negoziante dietro casa mia, che l'altro giorno mi ha dato un consiglio di lettura da brivido e me lo sono dimenticato,bisognera' che torni per un paio d'etti di pasta fresca con il notes.
Ma gli 'scrittori' no.
Dunque.
Ho della cosa due idee:una democraticissima e una terribilmente elitaria:credo che carta e penna siano un bene di tutti, ma proprio di tutti e credo che il patentino di 'scrittori' sia un oggetto terribilmente serio.
Invece:
miriadi di piccole case editrici spennano polli a pagamento,ci sono ormai piu' autori che lettori, il mercato decide a priori chi vale e chi no,non ci si capisce un'acca e tutto fa brodo.
Gli 'scrittori' poveretti starnazzano a destra e a manca dietro alle occasioni che capitano per dimostrare di esistere.
Autoreferenziati, si parlano addosso,brillano di luce propria e vanno avanti indefessi.
Bisogna creare un cordone sanitario, una piccola elite' di professionisti serissimi, che giudichino e lavorino sodo, correre il rischio di essere consigliatie in onesta' di darsi ad altro-c'è tanto da fare al mondo-altroche' scintillio di 'glamour'!.
Altroche' notti colorate ed 'eventi'!
SI', sono una bacchettona insopportabile.
Ma per favore, tenetemi lontani gli 'scrittori', a meno che non abbiano una parentela anche lontana con Dostoevskij.

venerdì 22 maggio 2009

IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI


Dopo la prima denuncia del primo bambino,
i seminari per chierici e compagnia , gli istituti religiosi a sbarre 'et similia' avrebbero potuto essere cancellati seduta stante ,come in una pessima novella di Ian Mc Ewan, uno scrittore anglosassone che non amo particolarmente, sconcertante e fastidioso.
Come in quella novella in cui il fratellino 'buono' cancellava con la scolorina la sorellina di cui era geloso.
Se non facessero del male a nessuno,potrebbero moltiplicarsi all'infinito,in fondo esistono luoghi di segregazione dal mondo e di meditazione e di formazione 'particolare' in tutte le salse e in tutte le civilta'.
Ma dopo il primo bambino,vittima indifesa ed inerme-siamo nella sola Irlanda cattolica a quota 2500 accertata- il problema non si dovrebbe piu' porre.
Ma non andiamo lontano, e proviamo a cercare testimonianze nei luoghi vicini.
Nella sola Romagna solatia ne conto diversi , voci narranti viventi.
Bastava un bambino,uno solo ,aggiunto al lungo esercito degli altri che subiscono abusi-evitiamo qui l'elenco per odio di retorica-per dichiarare annullati tutti i seminari del mondo.

Ma tutti i signori che si 'muovono per la vita' perche' invece,davanti a questo, se ne stanno zitti?






mercoledì 20 maggio 2009

ALLARME ROSSO


Un giovane DEVE avere dei punti di riferimento autorevoli.

Mai generazione al pari di questa-degli ultimi 'giovani',15-30- è stata cosi' priva di punti di riferimento adulti in cui credere.
Non li trovano in famiglia,e lasciamo perdere.
Non li trovano a scuola, dove la frustrazione e lo scoramento e la stanchezza degli adulti ha raggiunto livelli di stratificazione geologica.
Una istituzione che non sa stare al passo del suo tempo,quasi totalmente perdente, dove quello che accade di positivo è casuale, oppure opera di volontariato generico.
Non li trovano in figure esterne:come protrebbero,assorbono sottopelle i tam-tam che recitano di un Ministro della Difesa che dice dell'ONU che è una idiozia, un Presidente del Consiglio disinvolto, ma cosi' disinvolto che da lui si potrebbero aspettare di tutto e non si stupirebbero,chiacchiere e chiacchiere,non una presenza certa, il gossip della cronaca che si compiace di mostrare le malefatte e lascia li', inerti,a subire,parole e parole, che sarebbero pesantissime se avessero sostanza reale e cosi' sono barattoli vuoti.
Per esempio la parola 'mafia':come si puo' pensare che un ragazzo ne senta parlare in modo ormai quasi normalizzato e dia credito a chi ne parla?
I piu' bravi, i piu' fortunati-quelli piu' ricchi, quelli nelle cui case si legge un po', quelli bravi di loro,quelli nati per caso-hanno davanti il vuoto del futuro.
Non c'è un filo di terra, per il barcone dei giovani che girovaga nel pelago della precarietà e dello sbattimento generazionale.
La situazione è gravissima.
Se solo qualcuno se ne accorgesse.

lunedì 18 maggio 2009

L'OMINO DELLE ALICI








Sul numero di maggio della rivista bolognese di letteratura online ' Lo scrittore inesistente' un mio racconto,'L'omino delle alici'


Leggibile all'indirizzo: http://www.loscrittoreinesistente.it/

venerdì 15 maggio 2009

SPIEGATEMI COSA E' IL 'WELLNESS'




Mi parevano d'impiccio anche i pedalo',fantozziani, con quelle famigliole del norditalia dagli accenti gutturali e un po' mangiapatate che ondeggiavano pericolosamente in mezzometro d'acqua.
Ridicoli e pericolosetti, quando una folata di garbino ne rovesciava qualcuno e i bagnanti li' a starnazzare come anatre pronte per il salmi'.
Il corrispondente, in strada, dei 'riscio'':arnesi infernali a quattro,sei, otto posti con ruote, ,allegramente guidati contromano da frotte di avvinazzati ,beotamente' ridens'.
Non parliamo delle moto d'acqua, versione 'soft' dei motoscafi, macchine infernali anch'esse che riempivano il mare, a largo raggio, di gas di scarico fetidi e di rumori assordanti,impietosamente lanciati tra cuffiette di plastica e palloncini a pelo d'acqua.
Poi fu la stagione dell''aqua-gym',finalmente eserciti di celluliti e di pancette che ondeggiavano sulla riva a ritmi da copacabana,simpatici, con le tardone in libera uscita che facevano l'occhiolino ai venditori abusivi, tra un ancheggio e l'altro.
Il problema del 'wellness', che sta scoppiando a Rimini è:cosa vorra' dire?
Che c'entri qualcosa con il nuovo sistema di balneazione, cioe' la mitica notte rosa?
Perche' non capisco come possa produrre benessere starsene in acqua a ballare la samba,stare seduti dieci ore su una sedia autodimagrante,torturarsi sotto il solleone con l'armamentario del body-building simil- Guantanamo e tutto il corredo delle varie astruserie.

POVERO MARE.
Forse, per fare una nuotata, ci vorra' un 'pass' dalla Farnesina.
Pena il reato di immersione clandestina.


giovedì 14 maggio 2009

I QUESITI DELLA STORIA




E' la quarta volta che vado a visitare la 'domus del chirurgo', a Rimini, in Piazza Ferrari e mi pare di non aver ancora capito nulla.
E pensare che le spiegazioni sono ottime, il sito tangibilissimo.
Il fatto è che la storia,cioe' il tentativo di comprendere il passato e di appropriarcene per vincere la nullita' del tempo, nella sua parte 'costruens',ti mette davanti a frammenti, ipotesi, tentativi che nulla hanno mai di compiuto.
Ci vuole una gran fantasia, tutto sommato,anche se il rigore del documento e della fonte ti fa stare sull'attenti, come un soldatino, ti fa sentire sempre la tua imprecisione e il tuo arrancare.
Mi chiedo come sia possibile vendere a fanciullini del terzo millennio l'idea che la storia sia un dato, fisso ed immobile,codificato e mortificato una volta per tutte.
Mi pare il criterio piu' antistorico di conoscenza storica, ecco.
Infatti, un espediente stupendo i ragazzi l' hanno inventato, da che mondo è mondo:imparano quattro balle a memoria che il giorno dopo hanno dimenticato.

E,tutto sommato, è meglio cosi'.

mercoledì 13 maggio 2009

CHE VOTO MI DAI?




Un figlio è un miracolo.
Ma pare che il particolare sfugga ai genitori 'moderni'
-Che voto hai preso oggi?-
Questa sembra la domanda di sintesi finale dell'attuale rapporto genitori-figli.
Non ne vedo altre poste con uguale intensita'.
Ci fosse un genitore-madre o padre-che dicesse al figlio:-Sei la cosa piu' bella del mondo-
Oppure:-Sei il mio bene piu' prezioso, comunque tu sia-
Oppure:-Si fa quel che si puo', nel barcone della vita-
O anche:- Parliamo un po', di quella bella cosa che hai letto due minuti fa-
Macche'
-Hai preso cinque piu' o cinque meno?-
Qui i puntini sulle 'i' diventano di un sadismo che rasenta la necessità dell'interpellanza psichiatrica.
Mica:-Questa cosa l' hai fatta bene, tranquillo, parti da questa cosa che sai fare bene,poi si vedra'-
Mai.
Spero solo che quando accadra' la ribellione-naturale, fisiologica- di questi figli a questi genitori il botto non sia troppo forte.
Perche' c'è un peccato capitale dal quale un genitore non puo' essere perdonato:di non fare coraggio ad un figlio.
Questo no,non conosce attenuanti.

martedì 12 maggio 2009

IL LUNGO VIAGGIO







L'affare è serissimo, ci giochiamo il profilo del futuro, di quel mondo nuovo che pulsa e batte come un cuore vivo sotto la scorza di questo.
Come puo' il governo di un paese colluso con sistemi mafiosi fare la mammoletta di fronte alla criminalita' frammista all'immigrazione clandestina che batte paurosamente alle sue porte?.
Non lo so.
So che la pieta',quando è pietismo ideologico manomesso per ottundimento della propria dignità fa del male innanzitutto agli ultimi.
Credo che un severo discernimento, accompagnato a quella cosa strana che è sempre piu' strana che è la parola 'educazione' sarebbe la soluzione della faccenda.
Quindi una accettazione regolare dei migranti,organizzata e razionale sarebbe la soluzione migliore.
Ma vai a parlare di 'educazione' alla legalita' a chi fugge da carestie e guerre e ha bambini affamati tra le braccia e davanti a se' solo la morte, oppure un canale di mare lungo come un tunnel buio, notti di stenti e di salsedine e di disagi e di paure che sono sempre meglio della morte stessa .
L'istinto vitale, che accomuna tutti gli esseri viventi, è il principio primo della prosecuzione del mondo.
Il diritto al rifugio di chi chiede solo protezione per poter vivere è uno di quegli assiomi irrinunciabili, pena la discesa verso una china di non ritorno di una civilta' morente.
Ma anche l'intelligenza e il discernimento.
A partire da casa propria.



lunedì 11 maggio 2009

DIMENTICATI


L'Italietta in mondovisione ha dato ad intendere che le nuovissime leve, scintillanti di glamour e appoggi potenti, si apprestano a dare con disinvoltura la scalata a tutto. Che, finalmente liberate dai complessi e dalle pesantezze dei padri, forti di salute e di bellezza, si accingono ad essere i nuovi ricambi generazionali come se stessero per andare ad una partita di calcetto o a fare due salti in discoteca.
Mai bufala fu piu' potente e piu' sapientemente orchestrata.
La verità e' che i giovani-quelli reali,quelliche vivono, studiano,amano, pensano, camminano e viaggiano e ritornano e ripartono-sono completamente abbandonati a loro stessi.
Forse, tutto sommato, meglio cosi'.
Speriamo che da questo abbandono nasca il profilo del mondo nuovo.
Ma di fatto, tutto quello che appare nei talk-show , nelle riviste patinate e nelle cronache gossippare non è che un millesimo,un' insignificante particella della piu' complessa realta' di esseri umani in carne ed ossa,che si accingono-o dovrebbero-a vivere la loro vita adulta e non trovano piattaforme,ganci,salvagenti, travicelli cui aggrapparsi.
E' una vergogna.
I vecchi marpioni intanto si parlano addosso, autoreferenziati e con il sistema arterio-venoso otturato,mentre il tempo passa inesorabile e i ventenni di ieri si avviano ai trenta avendo tra le mani da decenni carta straccia e un microfono spento.
Cosi' non va.


domenica 10 maggio 2009

ALTROCHE' PAPI E MAMI




Altroche' 'papi' e 'mami', i giovani fanno una faticaccia da non credere.
Cercano di orientarsi, ce la mettono quasi sempre tutta, almeno la maggior parte, vorrebbero essere migliori dei padri.
Arrancano.
Fanno fatica.
Sono molto soli.
Magari in comitiva,magari in gran compagnia, ma sbrindellati in una precarietà che è come un pelago da cui non si intravede il filo di terra.
Hanno dalla loro la giovinezza-che bella tautologia!-ma contro di loro un mondo in transizione privo di autorevolezze consistenti, di sistemi certi di riferimento,pieno al contrario di chiacchiere vuote e di vecchi meccanismi con vecchi marpioni alla cabina di guida.
Prendono grandi abbagli e pagano di persona.
Alcuni si fanno piccole capanne di paglia contro le tempeste del deserto.

Coraggio ,la vita è bella.



sabato 9 maggio 2009

POSTI IN PIEDI




Solo posti in piedi, per noi.
Accidenti.
Il viaggio, anche quando non si presenta lunghissimo, necessita le sue comodità.
A stare in piedi ti si gonfiano le caviglie,come minimo.
Posti riservati a categorie privilegiate:
tamarri,residenti autoctoni da almeno venti generazioni,strombazzoni,faccetoste,chihaloziochelohainfilatodaqualche parte,veline e velone,qualche cariatide,chi ha un fisico bestiale,chi si è rifatto solo un po',chi scrive da dio, chi pubblica con l'incappucciato di turno.
Ci tocca stare in piedi.
Accidenti.
Forse gliela possiamo fare in barba,magari ricreando una posizione yoga.
La figura dell'albero rivisitata ,per esempio.
Ti credi un albero, una bella quercia secolare,nel bel mezzo degli stromabazzamenti urbani, dalla fermata centodue alla fermata duecento.
Quando sei a destinazione hai la faccia serafica,sorridi a tutti dici:'Piccinini miei, ma che simpaticoni'.

Anche all'autista.

venerdì 8 maggio 2009

LOLITE,MELISSE,LETTERINE ,VELINE,ETC:




Melissa P., ex porno-talento della scrittura italiana under diciotto ora fa la predicatrice.
Magari fara' la commessa nel negozio 'alternativo'di cibi giapponesi dello zio,mangiare si deve tutti.
Della ormai attempatella Santacroce, gia' delizia e 'rivelazione' delle notti folli riccionesi del mitico 'Cocco' (in arte la discoteca 'Cocorico', il 'top' della trasgressione di Riviera,di tutto e di piu)' nessuno parla piu'.
Via via, compaiono e scompaiono.
Chi non entra nel recinto di un qualche 'drago' poi, è destinata a diventare merce avariata nel giro di neanche un lustro.
Dopo i venticinque, ahime' incombe la cellulite e si fa dura trovare uno straccio di posto da cubista anche nelle balere di periferia.
Il fatto è che i sacri fuochi non esistono,anzi, è roba di cui diffidare,in tutti i campi, dalla scrittura alla politica,alla recitazione e mettiamoci pure il karaoke.
Quando il talento,in campi diversi, esiste,-sempre piu' raro, in verità-devono esistere verifiche severe,ambienti salubri di riferimento.
Il mercato dopo.
I 'draghi' alla larga.
Ma quelle mamme di quelle 'rivelazioni' quindicenni,cosa pensavano tra se' e se' quando portavano all'asilo la bambina?
Forse:'chissa' quanto ci posso ricavare?'

giovedì 7 maggio 2009

LETTURE DI MIA MADRE/3-MARCOVALDO




A sessant'anni ben compiuti le era capitato di leggere 'Marcovaldo' di Italo Calvino.
Si era divertita tanto,ne apprezzava le gag,le avventure surreali , lo straniamento da piccolo antieroe della modernità.
Se,'costretta', dovessi trovare una ragione del fatto che considero 'Marcovaldo' una pietra miliare della lingua italiana ,direi per quell'equilibrio perfetto tra suoni e silenzi.
Il silenzio, cosi' sapientemente dosato,ne fa un testo 'classico',il lettore che lo segue prova insomma una sorta di quiete,di tranquilla sensazione di compostezza.
Del resto il quadro torna ,se penso che mia madre amava la danza classica.
Forse lei aveva anche raccontato alcune delle storielle a qualche bambino,la ripenso in un rapporto di tutto privilegio con i bambini:aveva con loro delle complicità incredibili, ma da una certa distanza.
Mi accorgo che 'Marcovaldo' è poco conosciuto-dopo montagne di Junior Mondadori, di piccoli brividi, di Harry Potter e dopo tanti metri sopra il cielo, è quasi un altro ' desaparecido'
Eppure,anche ad una lettura sociologica, ,rimane:basti pensare al cemento che tutto invade, nelle nostre città,ora,molto piu' di allora.
Non cerchiamo forse ogni giorno, come lui,un filo d'erba,una foglia, uno squarcio di azzurro?


'Marcovaldo', di Italo Calvino


mercoledì 6 maggio 2009

LETTURE DI MIA MADRE/2-ODORI MEDITERRANEI DELLA DELEDDA




Mia madre era incantata dalla limpidezza della scrittura di Maria Grazia Deledda.
Aveva tra le mani la trilogia 'Canne al vento', 'Elias Portolu' e 'L'incendio nell'oliveto'.
Eravamo a meta' anni settanta,le serate estive erano lunghe e anche l'Adriatico partecipava ancora al coro di incanti del Mediterraneo tutto.
Vorrei ricordare con la chiarezza di mia madre quegli odori del Mediterraneo, le erbe selvatiche su cui passa il vento che percuote l'isola, l'odore salato della pioggia che viene dal mare,l'odore secco,leggermente estenuante della pietra percossa dal sole.
E quei personaggi dai sentimenti intagliati nella pietra , ancestrali e mitici.
Il fuoco del sentire che forgia i vocaboli e rende le trame ricami splendidi di destini, di passioni,di insanabili ferite.
Maria Grazia Deledda è uno di quegli autori dimenticati dalla contemporaneità,come Cassola, Parise, la Manzini e altri.
Gioielli della nostra storia letteraria e belle persone.
Rileggevo la trilogia di cui sopra a Cagliari, nel 1975, insieme a 'Cosima', l'opera piui' autobiografica dell'autrice.
Vorrei ricordare gli antri di quelle abitazioni isolane, dove la parola pian piano faceva della piccola autodidatta la vincitrice del Premio Nobel nel 1926.


Maria Grazia Deledda, tutte le opere.

martedì 5 maggio 2009

LETTURE DI MIA MADRE/MARTIN EDEN


'Martin Eden' di Jack London, era il libro prediletto di mia madre.
Lo aveva letto da adolescente, forse ancora bambina:nata nel 1926 a dieci anni si trovava sul baratro del regime e delle imminenti leggi razziali.
A scuola vestiva, come tutte le sue coetanee, da figlia della lupa.
Eppure era riuscita ad immergersi in quella lettura che io ricordo-ma dovrei rileggerla-come un inno dell'individualismo pionieristico americano.
L'inno dell'individuo che si eleva, da ignorante marinaio a scrittore,entrando in dialettica con quel sistema americano che si avviava a celebrare i riti dell'edonismo capitalistico, del possedere per essere e dello 'status' come raggingimento del piccolo paradiso in terra.
Di Martin Eden -personaggio ricordo la fisicità e quelle lunghe solitudini, l'impeto della scrittura come bisogno del corpo prima che dell'anima.
Lo lessi la prima volta in montagna, in val Pusteria, seduta davanti ad una cresta di piccolo rilievo scuro di boschi,pensando che mia madre lo aveva prediletto.
Lo dovro' rileggere.
In fondo credo anch'io nella solitudine dell'individuo, in quel limite invalicabile della propria stanza,chiamala coscienza, chiamala destino individuale.


Jack London, 'Martin Eden '

domenica 3 maggio 2009

QUELLI CHE 'NON STANNO BENE'


Come si farebbe, con tutte queste persone che ahime' 'non stanno bene',se solo si potesse...
Ce lo insegna la signora Lario, lei puo'.
Il fatto è che di persone che 'non stanno bene' ce ne sono in giro tante, ma tante, ma cosi' tante che alla fine è lecito chiedersi:-Ma io, che ho sempre pensato che lo 'stare bene' fosse una meta da raggiungere,staro' bene,poi?-
Un bel dilemma.
Il fatto è che nella vulgata colloquiale, dire di uno 'non sta bene' è un bel programma .
E' una frase che ne nasconde tante altre, come quel gioco delle matrjoske, che porta al cuoricino della bambola.
Chi gestisce il potere dovrebbe,comunque,'stare bene', per forza o per amore.
Essere capace di equilibrio e di tolleranza, essere colto e lungimirante,poco incline al narcisismo e tanto di piu' al bene collettivo.
Conosco piccoli 'capetti 'che non 'stanno tanto bene'.
Ahinoi, quelli che conosco sarebbero degni di profili gogoliani.
Il potere fa del male a chi non ce l'ha, ma chi se lo arraffa poi spesso non ci fa delle gran figure.
E finche ' di potere vero si tratta, passi.
I 'capetti' di cui sopra sono piccoli'travet' di provincia,esistenze grame.
Poveretti.
No, non 'stanno bene'.
Pero' posso offrire sempre un caffe', se passano di qua.
Fronte mare.

sabato 2 maggio 2009

LA VOLPE E L'UVA




Noi 'scrittori' di provincia siamo belli e puri,giochiamo il gioco delle menti libere,non ci pieghiamo ai poteri in qulasiasi veste ci si presentino.
Eppure...
Il grillo parlante mi dice che c'è qualcosa che andrebbe verificato.
Se pubblichi un libro e te lo leggono in cinquanta se va bene, ti affanni a fare presentazioni tra le zie e le cugine delle amiche, telefoni ai vecchi conoscenti per chiedere un parere, fai poi presto a dire:'Che schifezza il mercato,tutta roba precotta.E i critici? Puah! Servetti di quelle due o tre 'lobbies' di venditori'
Gia'.
Non la vedo chiara.
Il mercato c'è,l'ideale sarebbe una dialettica sana,entrarci e rimanere se stessi, avere l'opportunità di migliorare e di rendere fruibile il proprio lavoro.
Se vale va,altrimenti resta.
Nella demonizzazione del mercato ci puo' stare una forma di falso pauperismo,il senso di colpa del falso povero che non ha coraggio.


Mi hanno detto almeno in tre:'Dovresti fare una scuola di scrittura americana,per imparare i ritmi narrativi, le cesure, le sintesi'.Varrebbe la pena andare al cuore dell'Impero e misurarsi'(Come se il cuore dell'Impero fosse dietro l'angolo!)
Mi hanno detto in due :'In quello che scrivi c'è una forte pulsione anarchica,una congenita antipatia verso ogni forma di potere,un forte ideale libertario
Mi hanno detto diversi:'Non è credibile l'assenza di realta' , una scrittura priva di riferimenti certi'
Mi hanno detto altri:'Il bello di quello che scrivi è la sospensione tra il sogno e la realta', i riferimenti vaghi'.
Ringrazio di cuore tutti quelli che,persone squisite e referenziatissime, hanno fatto la fatica di leggere quello che scrivevo.
Consigli preziosi,non so come,ma ne faro' tesoro .Questo è un bellissimo gioco.


Accidentaccio, ma questa uva non è ancora matura per me,pero'!!!!


venerdì 1 maggio 2009

LA CHIAVE A STELLA






In 'AcciugheI' e 'Acciughe II', racconti tra i quattordici de 'La chiave a stella 'di Primo Levi il protagonista è l'autore stesso,che raccontandosi all'operaio specializzato Tino Faussone, protagonista degli altri racconti,dice:
'..il mio mestiere vero è il mestiere del chimico.
Non so se lei ne ha idea chiara,ma assomiglia un poco al suo: solo ,noi montiamo e smontiamo delle costruzioni molto piccole'
Ancora, sulla corrispondenza tra il mestiere di chimico e quello di scrittore:
'L'abitudine a penetrare la materia,a volerne sapere la composizione e la struttura,a prevederne le proprieta' ed il comportamento,conduce ad un'insight', ad un abito mentale di concretezza e di concisione,al desiderio costante di non fermarsi alla superficie delle cose'

Primo Levi, 'La chiave a stella'

E buon Primo Maggio