domenica 31 gennaio 2010

SOTTO LE DUE TORRI/CHIACCHIERE




La signora Cinzia Cracchi si sara' trovata in mezzo a quel bel sistema di favori 'minimi' che permettono, per esempio, ai medici di portare in vacanza la famiglia a spese delle case farmaceutiche,et 'similia'. Robetta.
Quello che è assai piu' grave, nella Regione Rossa-e figurarsi se fosse stata 'bianca',non osiamo neppure fantasticarlo- è la pratica avviatissima delle assunzioni per 'spezzoni' partitici.
Questo è tuo e va qua,questo è mio e va qua.
Ex-militanti a sinistra del vecchio Partito comunista,quasi tutti ben sistemati in Enti locali, con famiglia a carico e non si sa con quali competenze, ormai sessantenni, hanno sfangato un quarantennio senza colpo ferire,rappresentando se stessi.
Mentre noi idealisti senza coperture andavamo a raccogliere due denari in giro per il mondo, lavorando come cittadini qualunque.
Sempre la signora Cracchi ,è niente di piu' niente di meno di quello che circola.
A casa mia il concetto di cortigianeria si credeva bandito con la corte del Re sole, ma forse erano fantasie popolari.
Lui, il Flavio Delbono, ,ora ex-sindaco di Bologna,il volto da bolognese machiavellico non ce l'ha.
Piuttosto da mantovano,uno di quelli che,freqentando la parrocchia, sono riusciti a mantenere saldo il desiderio della donna.
Degno della penna del conte Nuvoletti(v.'Adulterio mantovano'),piuttosto che di quella di Sciascia.
E poi non ditemi che a 'sinistra' va di moda il libertino.
A sinistra ,ma anche al centro e figurarsi quanto tra i 'nostalgici ' neri,sotto ai cinquant'anni, monta l'onda lunga omosessuale maschile,questo si'.
Quindi un 'libertino' una vena di sagrestia la deve aver mantenuta,credetemi.
Si dice, ormai come luogo comune:le donne diventano aggressive e sole e gli uomini si proteggono in conventicole omosessuali.
Con tutto il rispetto, ovviamente.

Dopo di che,rimane la nostra Bologna.
Sto con Flavia Prodi, quando dice che è inutile denigrare.
Credo che il modello-Bologna esista ancora, e non solo come retrogusto.
Ci voglio credere.

venerdì 29 gennaio 2010

VERI NON PER CASO


Necessaria come il Welfare del nostro Occidente ottenuto con la fatica della Storia che ha accavallato gli uni sugli altri destini e corpi,la pratica della Verita' andrebbe ripresa come un'emergenza,quasi protetta da un coprifuoco.
Le balle,le balle che si sentono e si risentono agli angoli di strada.
Quando è possibile affrontare un germe di dialogo, un approccio qualunque alla luce di un'intenzione chiara,leale,sembra di sognare.
Da beota,ho sempre praticato l'esposizione della verita' insaccandomi in 'gaffes' che una volta,quando ero circondata da molti amici affettuosi, erano motivo di cordiale ironia.
Come quando...
E giu' a ricordare le volte in cui venivo presa da ingenue pulsioni al dire,anche poco accorte.
Che guaio, scapparci fuori indenni.
Nessuno forse pero' si accorge se uno è sincero per caso.
Molto di piu' se lo è con sistematico,pratico raziocinio.
Chi ha il dono di una ragione forte dovrebbe considerare la pignola pratica della verita' come un benessere irrinunciabile.
Nelle situazioni esatte,mai lasciare che le approssimazioni si intorpidiscano e creino risacche malevole, torbide.
La verita' è davvero gustosa,volendo anche divertente,quasi facile in fondo.
Istituzioni costruite per secoli sulla pratica del nascondimento,dell'occultamento,dovrebbero essere invase intanto da una tempesta di salubre ironia.
La verità non è solo degli artisti, o dei professionisti della satira.
E' di ognuno che passa per strada e cerca la sua aria per respirare:ci sono persone semplici capaci di individuazioni iluminanti,di sguardi sinceri :ne saprei elencare molte.
Ognuno di noi ha un tesoro nelle mani: basta individuare il bagaglio di parole adatto.
Credo che questa sia l'ultima rivoluzione che valga la pena di tentare, quella degli individui soli con se stessi alla ricerca della verita'.

Rivoluzione benefica e duratura perche',si sa, le balle hanno sempre vita breve.

martedì 26 gennaio 2010

MOTIVI DIDATTICI


MOTIVI DIDATTICI

Il venditore di pasta fresca dietro casa mia,acculturato 'fan' del gruppo musicale 'I Nomadi', mi ha infilato tra un pacchetto di 'passatelli' e un altro di tortellini un bel consiglio di lettura:
'La partita dell'addio', di Nello Governato, Mondadori.
Per la giornata della Memoria.
Narra del campione di calcio austriaco Matthias Sindelar che rifiuto' di giocare nella squadra nazionale austriaca dopo l'annessione del suo paese alla Germania nazista.
Con conseguenze immaginabili.

La signora che mi aiuta nelle faccende domestiche una volta a settimana sostiene che ,se un insegnante si accorge che un ragazzo ha 'marinato' la scuola, non è tenuto 'ope legis' ad avvisare la famiglia.
Che prima c'è tutta una serie di passaggi, di considerazioni, non ultima quella delicatezza necessaria nei confronti del ragazzo.

Il mio medico di base,piu' colpito dalle mie vicende di scrittura che dal mio colesterolo,mi ha chiesto quale sara' la mia prossima fatica:lui non disdegna, anzi apprezza, le mie fughe per le tangenti del fantastico, pur a partire da realta' al lettore palesi.
Gli danno un senso di liberta'.

Cioe':la vita è una tranquilla,fertile,produttrice di cultura.
Basta uscire dalla scuola e dai luoghi 'benzinati' a produrla .

lunedì 25 gennaio 2010

DEL PESCE TRISTE E DI ALTRI











Assai piu' seri e perbene degli umani,ma non immuni dal globale stralunamento,gli animali stanno perdendo un po' la proverbiale bussola.
Le mitiche balene la perdono ormai in branco,spiaggiando tragicamente, biblicamente, a segnare con i loro corpi enormi un richiamo di muta intelligenza dei mari.
Ma anche specie meno bibliche,anche se ugualmente espressive nella loro fisiognomica animale, danno segni di malcelata insofferenza,di bussole mancanti.
Magari con glamour.
La fedelta' romantica dei due cigni da tempo coppia di fatto,Saruni e Sarindi, si è fatalmente spezzata:lui ha trovato una compagna in Russia, lei un nuovo 'amico'.
Forse quella dell'amore romantico è una vicenda che va davvero storicizzata,anche tra i cigni?
Mentre in Australia il pesce triste, il curioso Blobfish, si sta estinguendo.
Come a dire:ci vogliono togliere anche quella, la nostra libera, splendida,irrefrenabile voglia di essere tristi,aiuto!
Vanita' delle vanita'.
A Pescasseroli,nel Parco Nazionale d'Abruzzo, il lupo solitario non ha resistito al narcisimo e si è fatto fotografare.
Maschi deboli, accipicchia,che si innamorano di se',che abbiano copiato dagli umani ?
Siamo in attesa di news dal mondo animale.

Che comincia ad assomigliar troppo al nostro, ma almeno non parla.

martedì 19 gennaio 2010

QUALE FUTURO/3


La scuola del nostro immediato futuro-gia' presente nel sangue dei suoi protagonisti, i ragazzi-dovra' tener conto della realta'.
Se vogliamo credere che tra i diritti fondamentali ci sia quello dell'educazione-inteso come possibilita' di 'leggere' se' e la realta', di 'ri-conoscere' il passato come autorevolezza primaria,di 'scrivere' il proprio futuro in liberta'- dobbiamo pensare che questo modello di scuola è finito.
Obsoleto il rapporto cattedratico, il censimento delle abilita',la mappa delle intenzioni educative primarie.
Ci si arrivera',la storia va avanti nonostante i quattro tromboni autoreferenziati cerchino di appropriarsene.
Ci sono stati una Montessori, un Collodi, un Don Milani.
Ci sara' una strada anche per questo allucinato inizio di terzo millennio.

Vedo nel meticciato una strada.
L'autorevole, robusta, lucida costruzione di una democrazia educativa meticcia puo' essere una buona base di partenza per il nostro futuro immediato.
Perche' non tutto è andato al macero, ci sono ancora trasmigrazioni di idee, pulsioni e passioni che possono ridisegnare mappe.

Vedo nell'educazione alla pace un'altra strada.
I ragazzi sono impauriti e insicuri, si sentono sull'orlo di un baratro,hanno bisogno di parole ovvie e chiare di buonsenso.
'Pace' è una di queste,naturalmente individuata in laboratori cognitivi,in riflessioni organizzate.

Vedo un'altra strada in una 'rivoluzione' linguistica coraggiosa.
Cosa ce ne facciamo del ripetiticcio rituale di vecchie regole semantiche stantie?
Si devono trovare nuovi sistemi per dare un senso ai vocaboli.
A partire da uno zero assoluto, da un silenzio virtuale e virtuoso.

Dopodiche',possiamo anche gustarci in pace un caffe'.

lunedì 18 gennaio 2010

QUALE FUTURO/2


Famiglie allargate al profilo del nostro futuro.
Vediamo che il modello mononucleare, ordine e sostegno obiettivo e caposaldo dell'eta' romantica e di quella post-decadente, conclamato da papi e re, è finito.
Pulsa all'orizzonte un sistema di tutele che partano da necessita' e bisogni reali.
Non piu' lunghe teorie di amori romantici/infranti,ma il riconoscimento dell'utile anche nella sfera affettiva.
Utile cioe' indispensabile a vivere,che poi significa farsi compagnia e procreare,nei limiti del possibile.
Vediamo saltati gli schemi morali del 'per sempre'.
I giovani sono talmente indifesi e traballanti che ,mirando all'autoprotezione, pensano in termini di eterno presente, eterna gioventu',eterno precariato.
Quello che spuntera' dal futuro non lontano sara' presumibilmente una formula tipo 'famiglia-allargata', tipo 'kibbutz',dove momenti collettivi saranno garantiti da patti di tutela dignitosi e necessari sul territorio.
Penso ai tanti vecchi dell'immediato futuro-anche noi quasi sessantenni i primi vecchi 'nuovi' del terzo millennio-:ci faremo compagnia in modi e tempi adatti, e andra' come andra'.
Ma chi si appresta a iniziare una vita adulta dovra' tener conto dell'impossibilità di una costruzione familiare ormai obsoleta.
E' inutile avere rimpianti,questa è la realta':ce lo diciamo quasi sempre,appena riusciamo a parlarcene con lealta'.
Chi dice cose diverse canta una litania ideologica o retorica a suo uso e consumo .
Coraggio comunque, domani è sempre un altro giorno.

domenica 17 gennaio 2010

QUALE FUTURO




Litanie incomprensibili e azioni incongrue sulla pelle dei giovani.
Non vedo il futuro,che pure deve esserci.
Chi ci spiega, a noi quasi vecchi e agli adolescenti-nessuno di noi sta capendo-dove stiamo andando a finire?
La tragedia di Haiti ha aperto uno squarcio nel pianeta, ha evidenziato una apocalisse,ci ha fatto percepire il nulla di fatto delle vecchie organizzazioni di tutela.
Buco nero del mondo, indicatore di un disfarsi di criteri comuni di cittadinanza.
C'è un senso di globale precarieta' che aleggia nell'etere.
Non venitemi a raccontare che con la pia solidarieta' si rimediera' qualcosa.
E' gia' accaduto quello che doveva accadere ,occorre interpretarlo, vederne indicazioni storiche,
segni profetici ed operativi.

Generazioni precarie intanto si incrociano per le strade del mondo,non possono fare di meglio, si sfiorano e non si toccano,si perdono nell'etere, potrebbero e non possono.
I vecchi orizzonti familiari sono finiti e non se ne vedono di nuovi.
La scuola ,dove va, è per caso.
Il web è uno strumento utilissimo,ma parziale.
Si fa quel che si puo'.
Pero' pensare in liberta' non è male.
Solo, come i musicanti di Brema ,ce la cantiamo e ce la balliamo.

venerdì 15 gennaio 2010

LA CURA DELLE VESPE




Ad inverno avanzato, la brava gente , magari con qualche anno sulle spalle, si trova con le articolazioni scricchiolanti, con le giunture talvolta gonfie, con qualche centimetro di curva sbagliata nella postura.
Chi puo' ,denaro permettendo, va sulle spiagge caraibiche salve dalla crudelta' della Natura matrigna.
Oppure prenota qualche stiracchiato week-end all'inseguimento di benesseri termali,rapidi ed effimeri.
Gli altri vivacchiano scricchiolando, aspettando la Primavera e maledicendo il governo ladro,gli altri cattivi,i pericoli delle citta', il mal vivere .
Inclini alla sublimazione, noi che pratichiamo carta,penna e tastiera, ci alleniamo a commentare il mondo e le nostre personali ubbie.
Eroi in giro niente.
Sono scomparsi tutti, e quelli che ne hanno vagamente la stoffa,indossano di volta in volta l'abito del cinico, dell'autarchico, del fannullone,oppure si mascherano di passioni fasulle e di chiacchiere vane.
In una delle piu' esilaranti novelle dal 'Marcovaldo ' di Calvino, il povero popolo dei reumatici si illude che con una improbabile cura delle vespe-cioe' farsi pungere- si possa guarire.
Naturalmente finisce male e l'illusione è sfatata da orribili gonfiori, reali e tumefatti.

Fare quello che si puo' è concesso,illudersi pure.
Purche', prima o poi, la verita' compaia, comunque.
E con la verita' si scherza poco, in qualsivoglia condizione di spirito e di ossa.

giovedì 14 gennaio 2010

'CODE NOIR'




Luigi XIV impose a Saint Domingue alla fine del Seicento il 'codice nero' voluto dal suo Ministro delle finanze Colbert:il primo editto elaborato ad impedire agli schiavi africani la pratica di religioni diverse da quella cattolica romana,consolidando l'infezione che l'uomo bianco aveva ,con Colombo,gli Spagnoli e i Francesi, portato fatalmente nello splendido paradiso haitiano.
Il resto è manuale di scuola , fino al caotico sistema di 'protezioni' americane che sostenevano di fatto le diverse dittature ,dei vari 'Bebè Doc',macellai e dei loro 'ton ton macoute', i tagliateste,sergenti di quell'ordine infame.


Per quello strano gioco del nostro cervello che in fondo si cautela come primo moto spontaneo,in questi minuti in cui le cronache recitano della tragedia haitiana, ho in mente un'immagine:
seduta a tavola con la mia famiglia d'origine,piu' di quaranta anni fa,parliamo animatamente anche di Haiti e delle sue dittature ,siamo cosi' presi che ognuno mette sul fuoco, a fine pranzo, la sua macchinetta del caffe'.
Ci troviamo con troppo caffe', pieni del mondo che ci sovrasta,pieni di affetto, l'uno per l'altro.
Ma abbiamo dato un pezzo del nostro cuore, per un non ritorno,gettandolo tra le macerie del mondo.

mercoledì 13 gennaio 2010

PADRE NOSTRO




PADRE NOSTRO


la terra trema addosso ai suoi poveri.
La cronaca di ieri recitava qui di caccia all'uomo nero.
Oggi recita di centomila morti ad Haiti,la regione piu' misera del Continente americano.
Questo ed altro.

Eppure ci sara' un senso.

martedì 12 gennaio 2010

LE IMPRONTE DI VINCENZO


Vincenzo Giorgetti è un caro amico, classe 1946,docente a riposo, poeta.
Per la sociologia, un diversamente abile(nella deambulazione, soprattutto).
Esce in questi giorni il suo'IMPRONTE', per Theu edizioni,in collaborazione con l'amico Alfonso Signorotti.
Un libro di piccole dimensioni,con la copertina gialla e una figura geometrica con tratti bianchi sul frontespizio.
Nella prima parte i testi di Vincenzo,una prosa e ventotto testi poetici:l'ultimo'Figura d'amore',dedicato teneramente ad un'amica scomparsa.

Nella seconda parte,cambia il registro che dal lirico si fa surreale:nei testi in prosa di Alfonso, uno di quegli amici di Vincenzo che ho sempre immaginato a giocar a carte con lui al bar,o a tifare per la Iuve,sua squadra del cuore, veniamo tuffati(pardon per l'eufemismo) in una piscina, in cui Alfonso compare come un simpatico e scanzonato, ma anche filosofico istruttore di nuoto.

Ne esce un duetto leggermette cabarettistico, raffinato , che inquadra entrambi i registri in un afflato di immediatezza e sincera umanita'.

Di questa ultima prova poetica di Vincenzo noto una pennellata di sublime,quasi il setaccio del tempo lo avesse aiutato a filtrare,nelle parole,l'essenziale delle emozioni.
Ed anche il ritorno evocativo di alcuni verbi di movimento:
'..cammino come dentro un frammento/ naufrago/sul ciglio dell'esistenza';
( Scoramento)

'...non arranco dentro/ il confine deserto/di questi viali';
(Girellare)

'silenziosamente/cammino sulla sabbia/senza lasciare impronte';
(Paesaggio marino)

'Cammino come facevo da ragazzo/accanto agli enormi pini/riempiti di freddo'
( Fine d'anno)


Potenza del vocabolo poetico,leggendo questi versi rivedo Vincenzo che effettivamente cammina ancora,tra le vie della citta', in centro, verso il mare.
Lui, che negli ultimi anni invece non si vede piu' in questa citta' straniata e la sua figura manca,ne avevo gia'parlato anche qui..
Nella poesia,è tornato a dire:'Ci sono ancora'

domenica 10 gennaio 2010

INNANZITUTTO




Ci ho pensato un po' su.
Ritengo negativa ogni retorica e giusta di contro una calma,organizzata riflessione su temi che chiamino operatori sul campo,professionisti preparati e giuste politiche.
Ne parlavamo giusto l'anno scorso,a scuola, con una giovane operatrice nel campo della migrazione legalizzata.

Ma,innanzitutto,la correzione del sestante,quello che sta accadendo in Calabria mi ricorda troppo
la storia dei lager.
Chiederei un censimento anche degli operai/e clandestini nella nostra Romagna solatia,dolce paese.
In odor di cosche, anche qua.
Questo blog aderisce all'iniziativa del web proposta per il 1Marzo, sull'onda francese
'24h sans nous'

venerdì 8 gennaio 2010

BODY-SCANNER











Sarei per la messa a punto razionale di 'body-scanner' in grado di individuare i mafiosi attivi nelle nostre citta',oltre ai terribili ,potenziali terroristi negli aereoporti.



Dalla presenza di entrambi liberateci .




Poi, forse si potra' parlare di legalizzazione degli immigrati,del loro lavoro, della loro dignita' di persone.

giovedì 7 gennaio 2010

TOGLIETEMELI DI TORNO







Toglietemeli di torno, per favore.



Loro,i loro padri rammolliti ed inesistenti, le madri con le permanenti fresche di lacca che vanno a chiedere il voto del proprio bambino,le loro insegnanti accorate di arrivare a finire le interrogazioni in tempi giusti,le loro facce indiavolate, la loro noia e il loro vuoto.

Se se ne vanno a dar fuoco ai povericristi la notte per passare il tempo, se nessun adulto ha mai spiegato loro cosa sia un essere umano, se...



Non disturbatemi,per favore.



Ho altro a cui pensare.



martedì 5 gennaio 2010

RICOMINCIO DA TRE







'Welcome' è un film che mi ha lasciato un leggero mal di stomaco.
Sara' stata anche la pioggia battente e gelida,non era serata per uscire, ma come potevo rifiutare,noi tre insieme(io ,marito e figlia) è ormai cosa rara.
'Welcome' narra dei migranti clandestini a Calais,rigettati dalla civilissima Francia con metodi poco dolci, marchiato pure chi tenta di aiutarli.
Due uomini che diventano amici,anzi quasi ripropongono un modello padre-figlio:un istruttore di nuoto al termine di un matrimonio finito che ancora lo appassiona e un diciassettenne profugo clandestino curdo.
Il ragazzo matura nella disperazione un sogno:raggiungere a nuoto l'amata che vive con la famiglia in Inghilterra.
Finisce tutto male, il ragazzo muore,l'acqua gelida della Manica rigetta il suo corpo freddo insieme alla sua speranza.
Quei due o tre riminesi ben pasciuti e mediamente 'sinistresi ' che se ne stavano in cineteca uscivano a capo basso, dicendo'Che malinconia'.
Si', speranza zero in 'Welcome'.Solo lunghe sequele di Tir contro le luci abbaglianti dei controlli, e facce di poveretti cacciati anche dai negozi.
Lo stesso matrimonio fallito del francese non giocava a favore del buonumore.
Noi tre abbiamo galleggiato, dopo, con due o tre critiche ben piazzate:che l'uomo francese è palesemente succube della donna;che il ragazzo la terra l'aveva quasi raggiunta;che situazioni di integrazione vi comparivano.


Quei tre che invece stamattina mi hanno innaffiata con il solito fuoristrada chissa' cosa si diranno,nel chiuso del loro abitacolo.
Dico innaffiata,ma in realta' mi hanno hanno quasi investito.
La scena,ormai ordinarissima e monotona, si presentava cosi':tento con il cane infagottato di fare qualche passo, neve,pioggia e vento permettendo ,ma per evitare un'enorme pozzanghera rallento e mi sporgo leggermente al centro della strada.
La task-force delle famigliole locali, la quintessenza della generosità e dell'educazione era pronta li', con bimbetta a bordo, strombazzamenti e improperi e acqua che veniva dal cielo e dalla terra.
Se fossi stata una profuga curda mi avrebbero sicuramente messo sotto,ne sono sicura.
Il loro 'welcome' di quali sinistri ingredienti sara' fornito?






lunedì 4 gennaio 2010

DELLE PAROLE,ovvero IL GIUSTO MEZZO







La parola giusta dà senso e criterio al mondo,lo imposta e lo riqualifica,è a meta' strada tra noi e la realta'.
Puo' dire di speranza nell'orrore, di dolore nell'opulenza, di nostalgia soprattutto.
Perche' priva di nostalgia la parola e' muta di senso.
Nell'orgia della comunicazione che si comunica ,la ricerca della parola è intima alla sopravvivenza della stessa.
Ho tanta fiducia nella Storia da credere che il tempo, solo il tempo, sia in grado di ripulire e giudicare, rivelare e premiare.Cosi' il 'bla bla 'mediatico e non che ci circonda ,col tempo, andra' nel dimenticatoio, come la peggior letteratura, che esplode e incassa per un po', poi nessuno la ricorda piu' e diviene carta da riciclaggio.


Pensavo al criterio di surrealta' delle parole.
Occasione mi è data dalla ri-lettura di 'Il paese delle prugne verdi' di Herta Muller, premio Nobel 2009 ,che è carico di una scrittura surreale.
Decido che non mi piace.
Sono incline alla morbidezza affettiva e domestica della terra,non al suo sospetto di galera.
Ma è solo questione di gusti, e l'individuazione di una idiosincrasia non mi esime dal chiedermi come la parola artistica puo' divenire oggetto di surrealta'.
Forse solo da un'allucinazione, da una assenza di via di fuga.
E in effetti 'Il paese..' parla di una terribile dittatura

Dicevo della nostalgia.
Nella nostalgia la parola di contro si fa analogica e trasparente,anche se densa di realta'.
Smarrita la nostalgia,i brandelli rappresentativi di amori, storie, questioni e opinioni si fanno pattume organico.
Puo' piacere, non ne discuto moralisticamente,solo sul filo del gusto.
Vorrei invece imparare a scrivere meglio di Storia,ma sono convinta di non averne l'inclinazione.
Ogni volta che provo,parto da un punto reale e sociologico e mi esce fuori un oggetto fiabesco,che scappa via.
Ci riprovo ed è peggio,le figure si fanno ancora piu' bizzarre ed incongrue,i confini ancora piu' sfumati.
Forse perche' i miei eroi non hanno patria?












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venerdì 1 gennaio 2010

DEL TEMPO,ovvero BENVENUTO 2010


Anno nuovo, si ritorna a scrivere qualcosa.
Diro', ci si abitua anche al silenzio delle proprie parole, non è male, di tanto in tanto.
Quasi quasi si corre il rischio di perdere l'allenamento, pero', e questo non è bene.
Pare che gli astrologi prevedano per il segno dei pesci follie di positivita', fiumane di benessere, amore, denaro e successo.
Bene.
Il mio segno d'acqua sara' la mia stella polare, allora.
Perche' le teorie degli astrologi vanno a pari merito nella scientificita' con le altre, quelle degli economisti, dei politici,dei custodi dei 'tapis-roulant' in diretta con dio(quanti, ahime'!!)dei teorici del vivere, delle voci parlanti del mondo.
Tanto vale credere a chi le spara piu' grosse, almeno per qualche minuto una favola di tanto in tanto abbassa il colesterolo e aiuta a dormir meglio.


2010.
Vedo e prevedo.
Schermaglie sempre piu' elementari nel micro e nel macro sistema.
Scenari di guerra,la voce 'terrorismo'insinuata nel viver civile.
Deboli di mente che,assorbendo ad oltranza i tam-tam mediatici,le distonie quotidiane e le mutazioni della genetica relazionale, usciranno allo scoperto sempre piu' spesso,incongrui,assurdi,povere vittime loro stessi ,campane stonate .

E' gia' un 'day-after'
Chi riesce a riconoscere un amico, un compagno, un amore,lo fa con trepidazione, sapendo che sta navigando a vista.
Piccole isole di salute compaiono, come orti sui balconi di citta'.
Piccole reti di riconoscimenti occasionali, fedelta' nel tempo, fili che si riannodano.
Il tempo è anche buono e domani è gia' un altro giorno.