giovedì 15 gennaio 2009

IL MONDO DA SCRIVERE A QUINDICI ANNI


Scrivere per un ragazzo di quindici anni è un'esperienza fondamentale.
Faccio da sempre, inseriti quando è possibile, laboratori di scrittura con i ragazzi e sempre hanno lasciato tracce ,cambiato facce,risolto piccoli risvolti,aperto spiragli.
I sistemi possono essere tanti, una quindicina e passa di anni fa avevo presentato un elaborato progetto che ha avuto tanti complimenti da un fantomatico Ufficio Scolastico Regionale,qualche timbro, due o tre passaggi da una scrivania all'altra ed è finito in fondo ad un cassetto di una credenza di casa mia.
Gli anni novanta se ne sono andati, è rimasta la risacca di questa scuola di sopravvivenza, ma qualche laboratorio di scrittura ci scappa ancora, in qualsivoglia condizione come direbbe un romanziere nostrano.
I ragazzi non se l'aspettano,ci credono poco all'inizio, poi la cosa va avanti, i testi compaiono, il clima si crea.Le occasioni aumentano,si partecipa al tal Premio,ci si convince che scrivere è naturale come camminare,molto piu' naturale che dar di calcio ai muri.
Non sempre, ma talvolta accade.
Se poi si tenta di scrivere del mondo e le cose si complicano, occorre chiedere aiuto agli autori,che di parole se ne intendono.
Di guerra,di giustizia, di amore, di speranza, di rabbia e di dolcezza ,ma anche di nulla, anzi, quasi sempre di nulla.
Le parole sono farina che si dissolve al vento ma sgorgano dall'anima,liberano il cuore,alleggeriscono.
Chi l'avrebbe mai detto che C.,abulico e allampanato, autostima zero,motivazione sotto le scarpe, famiglia nonsisacome,avesse potuto scrivere quelle belle frasi sul suo quaderno?
Eppure...
Bravo C., e ricordati: è cosi' che ci si riappropria del mondo,pezzo dopo pezzo, parola dopo parola.
In qualsivoglia condizione.