giovedì 24 febbraio 2011

LE MANI SULLA CITTA'


Con riferimento alla ormai popolare conoscenza su appalti,rituali,clan,mafie et similia di casa mia(cioe' Rimini e paeselli limitrofi, V. anche titoli di prima pagina della stampa locale odierna ),mi chiedo stralunata:

-Ma quante volte avro' preso un caffe' in un bar di Rivazzurra,luogo-clou di incontri di clan,avendo lavorato a Marebello per circa quindici anni,gomito a gomito con un boss?
-Ma quanta piccola malavita organizzata avro' incrociato all'angolo di strada,a scuola,nel tal negozio del centro ?
-Quante saponette avro' comperato senza sapere che andavo ad ingrassare il Padrino?
- Forse quel tal disagio che prende nella vita cittadina,e si tramuta in malinconia,non è poi una ubbia cosi' individuale?
La verita' è che un po' mi vergogno che la mia citta' sia ridotta cosi'.
E' per me un non-luogo,ambigua collocazione dove tutto accade e niente accade.
Un piccolo deserto dei tartari in versione adriatica.


martedì 22 febbraio 2011

UN PELLEGRINO CHE RINCUORA







Urge scrivere ancora del Mediterraneo in fiamme,come gia' ho fatto.



Ma urge anche scacciare la malinconia.
Per esempio nominando in questo blog un principe dell'arte del vivere,eroe italico a tutto tondo,signore di provincia e curatore d'anime e di palati fini.
Pellegrino Artusi,nel centenario della morte, eroe di Forlimpopoli,Romagna solatia.
Dell'arte del mangiar bene non sono edotta,anarcoide anche in questo,mi oriento a naso.Bruciacchiando e cuocendo in fretta,sospirando davanti a splendide distese di pasticceria,ahi il colesterolo,facendo a volte cose di cucina cosi' cosi' e altre,piu' difficili, in fretta e bene.
Si va.
Ma lui, l'eroe dei due mondi,della cucina e della vita,era veramente celebrato nella mia infanzia, e qui lo voglio ricordare.
Di una nonna materna,artista 'ante-litteram' della 'nouvelle-couisine',talmente idealista degli intingoli e dei battutini che sopra ad alcuni ci stava giorni.
Niente a che vedere con le romagnolone tutto ragu', ovviamente.
E del libro del Pellegrino che campeggiava,sospirato e declamato, sui ruggenti anni sessanta,a temperarne i vizi di passioni ricostruttive e di superbe fole.
Si va.
E di quel di Forlimpopoli,dove capitai una prima volta trascinata in una serata buia e tempestosa, con il marito stralunato ma curioso e una gragnuola fredda e fitta che batteva sul cofano dell'auto.
A prendere non so quale premio, per un testo sul Passator cortese,e ritrovai nella 'kermesse' un giornalista amico d'infanzia che riconobbi solo alla fine.

'....Comincia una storia curiosa,signori e signore,una storia di vendette e di atroci delitti, ma anche di passioni e di giustizia temeraria.
Questa è la storia di un Passator Cortese,udite,udite,genti,donne e cavalieri amabili, questa è la canzone di quel signor brigante,che in molti,nonsisachi,hanno voluto eroe.
.....'

(dal mio 'Re della strada e re della foresta',in 'Pupazzi,ecc..')















venerdì 18 febbraio 2011

ALLERGIE STAGIONALI


'......
Nicolo',quando sapeva che uno di costoro era nei paraggi,si barricava ben bene nella sua casetta di legno marrone scuro,metteva i paletti alle porticine e alle finestrelle,si rincantucciava in un angolo,dimodoche' nessuno,dall'esterno,riusciva a vederlo.
Altrimenti,al solo incontro con ognuno di costoro,gli sarebbe scoppiata quella terribile allergia che gia' una volta lo aveva colpito,quando tutto il suo corpo di pupazzo si era riempito di macchioline verdastre,a forma di tanti serpentelli, e le orecchie gli erano diventate gialle e calde,e i capelli di stoppa cosi' diritti che sembravano tanti stoppini,li',sul suo capo rotondo e smarrito.
..............'
( da'Come è Nicolo',pupazzo del parco',dal mio 'Pupazzi,nonni,re e anche un tre' Societa' editrice Il Ponte vecchio, Cesena,2004)

giovedì 10 febbraio 2011

GIRASOLE E ALTRE STORIE





'GIRASOLE E ALTRE STORIE', Societa' editrice Il Ponte vecchio, Cesena,2010

sara' ospite

SABATO 12 FEBBRAIO alle ORE 17 nella

LIBRERIA BETTINI

in Piazza Vescovado,5 a Cesena









martedì 8 febbraio 2011

POVERE BELLE LETTERE




Che massacro Dante letto cosi'.
Lo dice una che si considera un'analfabeta dantesca,qualcosa di poco piu' del droghiere dell'angolo.Ma cosi' non si puo'.
La potenza della lingua ingrigita in due caselle da fine quadrimestre.
La costruzione immaginifica risolta in quattro pagine di sunto ripetiticcio e arido.
L'arduo imperativo della ragione messo giu' come regoletta.
Per non parlare di come vedo trattati gli Autori in genere.
Piuttosto che cosi' sarebbe meglio quasi niente.
Ci facciamo su due chiacchiere sul mondo,magari con un costrutto, e lasciamo la letteratura ad altri luoghi piu' ariosi e sicuri.


Non la scuola, a questo punto?
Il dubbio viene.
Perche' se alla buona letteratura( e chi si chiede come e se è possibile ancora definirla? ormai è tutto scontato,meccanico e quantitativo,tendente al minimalista cosi' cosi') togli l'emozione,
il gusto della ricezione, e alla fine del gioco la liberta',cosa rimane?
Quattro parole sporche su pagine stantie.

Tutta la progettualita' degli anni migliori è smarrita ormai,ma almeno la bufera avesse lasciato
intatti i testi,macche'.
Sono scomparsi i testi e rimasti asurdi apparati didattici.

Lo dico chiaro e tondo:toglietimi di torno le mappe concettuali e lasciatemi in pace a gustare le parole originarie,quelle almeno,dette dalla viva voce degli Autori

lunedì 7 febbraio 2011

CON QUALI OCCHI/ 2


Con quali occhi i quattro bambini rom morti bruciati nel rogo della capanna nel campo nomade abusivo di Roma avranno guardato le fiamme che li toglievano dalla vita.

Forse non hanno capito che il destino li aveva collocati li',mentre nel loro codice esisteva solo il diritto al proprio futuro.
Uguale e diverso ,identico a quello di tutti gli altri bambini.


Ci avevano raccontato le favole sugli angeli,anni fa.
Che se un bambino se ne va,per qualunque ragione,insita nella Storia e in fondo a noi ignota,sarebbe diventato un angelo.
Non ho mai avuto gran simpatia per gli angeli,preferisco quindi pensarli ancora in carne ed ossa.
Pronti a chiedere di vivere,unico vero diritto assoluto per chiunque respiri,sulla faccia della terra.

domenica 6 febbraio 2011

CON QUALI OCCHI




Con quali occhi i bambini piccoli,piccolissimi,appena sgambettanti guardano questo carnevale di noi adulti,il mondo che tiriamo avanti.
Cosa deve sembrare questa sarabanda agli occhi di un bambino.
Facce.
Rumori.
Oggetti.
Di qua.
Di la'.
Noi e i casi nostri.
Appena appena grigi quando riusciamo a non fare guai.

I bambini cercano giganti buoni.
Magari immobili.
Cercano canzoni e sogni,occhi grandi in cui tuffarsi e perdersi.
Covano nel cuore progetti grandiosi.
Parlano alle stelle e all'acqua.
Ridono di noi,poveri Arlecchini sgambettanti tra cento padroni.

sabato 5 febbraio 2011

LO AVEVO INTUITO




Lo avevo intuito circa vent'anni fa che negli occhi di tanti adolescenti campeggiava il vuoto.
Dedicavo loro il mio primo testo poi pubblicato,nel libro'La balena e altri racconti',Societa' Editrice il Ponte Vecchio, Cesena 2002
pag.8
'....Intanto, ci sono gli occhi di questi bambini cattivi che mi impongono di scrivere di storia.
Ne ho incontrati anche oggi,circa una decina. Lo sguardo basso,i desideri cosi' corposi ed evidenti,mirati ad oggetti di mercato,i sentimenti sapientemente calibrati in una giostra infernale tra le cose.Mi facevano paura,cosi' meccanici ed assoluti.Le bambine con visi truccati e contraffatti da donne di esperienza,ridacchiavano del loro mondo di plexiglas e piccoli impulsi elettronici.I maschi,un poco piu' curvi,con le ossa appena piu' fragili,erano pronti a giocare alla guerra,senza distinguere tra realta' e finzione.
Volevano che anche io fossi lì,pronta a servirli come faceva loro comodo.Esattamente a loro servizio.
Senza Storia.
........................'


Non so se ora basti parlare a questi occhi vuoti di storie degli uomini.
Ora,forse,sarebbe piu' efficace il silenzio.

venerdì 4 febbraio 2011

CON CHI NE PARLIAMO




A parte in casa,ne ho parlato solo con l'edicolante,di straforo ,stamattina,ed è stato lui ad interloquire per primo.
L'Egitto in fiamme,come gran parte del Mediterraneo,catino infuocato.
Ma tutti qua attorno hanno altro di cui discorrere.
Se ne vanno a testa bassa,nelle loro faccende affaccendati.
Neppure una scintilla di passione schizzata da quel crogiuolo di fuoco ne infiamma l'andirivieni grigio.