venerdì 12 dicembre 2008

ARGINI FLUVIALI


Un paesaggio è antropomorfico,cioè umanizzato, quando nella narrazione che se ne fa campeggia l'umano.
Un sole allo zenit è la proiezione di un amore nella sua fase alta,una foresta ingarbugliata la simbologia di un 'gliuommero'gaddiano indistricabile.
Ma meglio,il paesaggio è antropocentrico quando dice l'animo di chi lo abita,ne respira il respiro, alita nella stessa direzione.
Guardo qua attorno,a questo paesaggio italiano inondato d'acqua, esondato dai fiumi in piena,travolto da maree gonfie e rumoreggianti.
In fondo è solo arrivato l'inverno,ma nello spezzettamento costiero, nella devastazione di strade e città ad opera dell'acqua leggo un'immagine del nostro vivere.
Argini fragili, puntellature e cordoli di sabbia,barricate e barriere,volonta' buone e meno buone che tentano di frenare le maree.
Passioni civili ed umane contratte,regole e carte bollate come segnaletica di un reticolo che vorrebbe un ordine al caos sono una infarinata fragile, sotto rumoreggiano le tempeste.
Destini che si intrecciano, storie che si evidenziano, tempi che stringono,vecchi segnali e segni antiquati non sono sufficienti a contenere la realtà che avanza.
Slogan sindacali,trattative politiche ,riforme e riformette,tutto un risicare di argini e puntelli traballanti e miopi.
Piccole felicità individuali in scatola,dove sfoceranno i rivoli delle passioncelle,quando verranno in superficie con urgenza?
Argini traballanti,mentre i fiumi ,sotto,sono in piena.

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