domenica 25 maggio 2008
UNA RIMINESE HA IL CORAGGIO DI........
Maria Grazia Torri,classe 1952,liceo A. Serpieri di Rimini,laurea in estetica con lode all'ateneo bolognese con Luciano Anceschi con una tesi su Marshal McLuhan, insegnante, critica d'arte , collaboratrice delle principali testate del settore,- Flash-Art, Kult,- curatrice di mostre e performance di arte contemporanea in Italia ed Europa con alcune esperienze americane-decide di scrivere un libro sul caso Cogne.
Incredibile, per i vecchi amici rimasti in provincia, che di Maria Grazia commentavano bonariamente l'estro, l'intelligenza e l'insopportabile', travalicante vitalità.
Con la stessa vitalita'Maria Grazia aveva vinto la prima parte della sua malattia, tre mesi di vita dichiarati per un carcinoma gastrico che poi erano diventati nove anni.
Nove anni di coraggio, di fantasia, di dialettica critica con quella medicina allopatica che -forse- l'aveva salvata.
Maria Grazia medico di se stessa, esperta di soluzioni alternative, ispirata all'eccesso dal suo desiderio di vivere.
Le sue storie e la sua professione di critico d'arte.
Noi vecchi amici abbiamo sempre preso con le pinze,con bonomia ed affetto,quel
mondo dell'estetica tout-court, il mondo alla rovescia difficile da digerire, per noi lettori di provincia.
Poi arriva il caso Cogne.
E tutti si rimane un poco allibiti, finche ' non si comincia a capire.
Maria Grazia, che è anche una giornalista di razza, vuole peritarsi in un gioco della verità.
La verità su un caso che scuote ed inquieta le coscienze,un caso mediatico.
Perche'?
Intanto, chi volesse curiosare, puo' accedere a piacimento a tutta la documentazione del Web ,suggerisco il video'Caso Cogne', la terza via,su Alice video,ma anche i blogs di Libero news, e altro.
Purtroppo, questo gioco di Maria Grazia è interrotto violentemente dalla recrudescenza della sua malattia, ,che la mette fuori gioco,che la esclude da un mondo che vuole solo combattenti abili, di prima linea, grintosi e non malati.
Nel libro 'Cogne, un enigma svelato', Giraldi Editore, Bologna Maria Grazia sostiene la tesi che 'niente è piu' ingannevole di un fatto ovvio'.
E da qui, cogliendo l'occasione offertale da un incontro con il neurochirurgo Giovanni Migliaccio, costruisce un'accurata indagine giornalistica, a partire dalla tesi di lui: 'Il delitto di Cogne è un delitto inventato dalla stampa'.
I diciassette colpi inferti sulla testa del povero Samuele, per il professor Migliaccio, non sono necessariamente colpi.
Da questa ipotesi, Maria Grazia parte, in trecento sessanta pagine serrate, dense di dati, ripercorre tutte le tappe della vicenda seguendo questo nuovo filone, a partire dalla perizia del professor Viglino, anatomopatologo del piccolo Samuele.
Quello che chiede Maria Grazia è che siano professionisti seri a fornire i dati dell'indagine e non il balletto delle vallette televisive.
Smantella passo passo obiezioni e grossolanita', voci di gossip e false immagini della protagonista del caso.
Ipotesi credibile? Ipotesi romanzesca, come è stato detto?
Sicuramente è credibile l'impegno, la serieta' della ricerca, e gli inquirenti dovevano aggiungerla ai tasselli dell'enigma.
Ma, inquirenti a parte-lasciamo pure che ognuno faccia il suo mestiere- il mondo dell'informazione doveva mettere in prima linea questo libro,dotato di tutti gli accessori per la precedenza.
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