lunedì 28 marzo 2011

PRIMO,GUAI NOMINARLA



Negli anni ottanta si parlava di scuola con energica allegria,magari troppo,sui treni dei pendolari,nelle latterie,quando si portavano i bambini all'asilo, al mattino nelle nebbie della bassa.

Il diritto allo studio era neppure un problema,semplicemente un dato storico acquisito.

I talenti si pensavano ricchezza.

Il fervore delle idee e la capacita' individuale ancora osservabile e giudicabile.

L'autorevolezza riconosciuta.

O forse,è il ricordo che rende benevolo il gia' vissuto,e lo sbatte in faccia al presente.

Di fatto,pero',di scuola ora nessuno parla piu'.

Si parla di precariato.

Di 'tenere' le belve.

Di 'mobbing'.

Di genitori .

Di accorpamenti.

Di tagli.

Di disgusti.

Di predicato nominale .

Di qualche progettucolo che galleggia qua e la'.


Si è chiusa un'epoca e non se ne vede una nuova.

Forse solo fuori dalle mura, in luoghi diversi,sara' possibile ridisegnare mappe.

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