lunedì 30 novembre 2009

TRA L' UNO E IL DUE,ovvero ALLARME SCUOLA


Gli stranieri -ne ho di amici e di parenti-con cui parlo di scuola mi risollevano sempre il morale.
Ci intendiamo benissimo.
Dopo un abbozzo di dialogo mi pare di avere vent'anni di meno,loro capiscono esattamente il mio intendimento,dicono che mi porterebbero via in una valigia e mi piazzerebbero dalle loro parti,che' almeno starei bene.
Non capiscono perche' mi sono ridotta cosi' angustiata nella scuola del mio paese.
Cerco di soprassedere,non la voglio fare lunga e l'energia la impegno in altro.
Pero' è una fortuna poter parlare liberamente con queste persone e vedere in controluce quanto asfittica e povera sia ridotta la scuola in Italia.
Prendiamo un percorso tipo di un Istuto tecnico qualunque.
Sei ore incastrati nei banchi, a 'tenere' il passo di una sarabanda di adulti-ognuno con i propri 'tic' -che si alternano e pontificano.
Parole, parole,nozioni .
Caracalla e l'inerzia,la secante e l'ermo colle,il predicato nominale e l'acca del verbo avere.
Siamo ai primi dell'Ottocento, e fuori il mondo furoreggia.
Dentro ,poi, cioe' dentro i giovani intendo, c'è il caos.
I maschi a quindici anni sono pupazzetti sconnessi, le femmine torve e disorientate.
A venti non si sa.
Sotto ai banchi cresce la gramigna di emozioni incontrollate,non governate.
La turbolenza caotica dei pensieri va a parare contro le immagini che dal mondo vengono sempre piu' oscene.
Gli adulti non sono modelli ne' maestri.
I modelli sono dati dal mercato e di questo la scuola non si cura.
Di storia contemporanea si parla poco e niente, a tirar su due ore di storia della propria citta' -parlando di un periodo o di un evento, per esempio dell'ultimo terremoto-pare di recitar stranezze.
Il conflitto israelo-palestinese è roba da mangiare con burro e marmellata.
L'Africa?
Non ci riguarda.
Le litanie sul futuro recitano scenari privi di riferimenti,ma non abbiamo in mano l'abbecedario per balbettii, se pur minimi .
Qualcuno per farla breve arriva a dare voti che vanno dallo zero all'uno meno meno.

-Balducci Anna Rosa!!!!!!!-
-Presente!!!
-Dimmi subito le condizioni della Pace di Nicia!!! -

Sono sicura di una cosa:sarei bocciata,con infamia, se ora fossi studentessa in questa scuola.

2 commenti:

narda ha detto...

La scuola è un'istituzione marcescente come questa società . La salvano il senso di responsabilità residuale di pochi ( o molti), la passione vera per i giovani, per la loro "formazione" che non sia totalmente affidata al gruppo, al video-gioco- al mercato.
Le colpe ricadano su tutti i ministri che in questi anni si sono succeduti aggiungendo adanno a danno.A cominciare da L. Berlinguere che ha aperto uno spiraglio poi i venti sibilando hanno spalancato la porta e "sgarruppato" cose, persone, rappoti.
Narda

Anna Rosa Balducci ha detto...

Narda.
Credo che noi, classe '52 e limitrofe, siamo le ultime parvenze di educatori.
Con tutti i nostri limiti e i nostri caratteri quasi sempre difficili, ma almeno avevamo dei presupposti e degli obiettivi.
Magari velleitari o sbagliati, ma era una carica di umanita' ricca.
Adesso c'è il vuoto,un monotono ripetitivo schema che recita se stesso e boccheggia.