giovedì 4 dicembre 2008

LETTURE/RAGAZZI


Leggo con una prima classe di un istituto tecnico un secondo libro di Luisa Mattia-dopo la felice esperienza con 'La scelta' dello scorso anno-:
'Ti chiami Lupo gentile',Rizzoli.
I ragazzi seguono con una certa attenzione le avventure del piccolo gruppo di teppistelli del litorale romano e le incrinature di coscienza che uno di loro ha.
Con queste incrinature, chiamato all'onesta' innanzitutto dal suo intimo, oltreche' da alcuni affetti che gli intralciano la carriera promettente di piccolo boss,avanza nel difficile percorso della responabilita'.
Buona lettura ,efficacissima.
Avremmo alcune domande da porre all'autrice, che le invieremo intanto nel suo blog,(http://www.luisamattia.com/) in attesa di incontrarla a Giugno, quando,come già lo scorso anno, fu invitata dalle libraie della Libreria 'Il viale dei ciliegi 17' di Rimini al festivaletteratura per ragazzi promosso dalle stesse.
Ecco, per ora ,le domande:
- vorremmo ci chiarisse la ragione del diverso utilizzo della sintassi, ora breve, patratattica,elittica spesso addirittura delle parti fondamentali della frase.
(Avverbi, allusioni, brevi cenni:ci sono passaggi in cui tutto decorre in pennellate velocissime,che paiono seguire il ritmo affannoso di un respiro )
Ora piu' allargata, piu' ragionata,piu' classica,piu' ricca di pause e di attributi.
-vorremmo chiarisse anche l'utilizzo delle due grafie,visto che a tratti, nel racconto, si inserisce ,sottolineata dal corsivo, una riflessione 'esterna'
-vorremmo anche capire bene se abbiamo inteso con correttezza i momenti di 'incrinatura' della coscienza del protagonista-
Io le chiederei anche,personalmente, che rapporto ha avuto con l'editing -visto che parliamo di Rizzoli-e se questo ha pesato sul suo lavoro
Cordiali saluti a Luisa Mattia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Annarosa,
ho risposto sul mio sito alle domande che mi poni. Però, mi pare giusto trascrivere qui, sul blog, ciò che ho detto, con l'aggiunta della risposta alla questione che poni tu, sull'editing.
Allora...

Sul ritmo dei dialoghi e della narrazione: non ho pensato più di tanto. Come
spesso accade, la voce dei personaggi fa la sintassi e il ritmo.
Questi ragazzi sono giovani abituati a un parlare secco, pratico, spesso
superficiale. Non conoscono il parlare lento dei sentimenti nè sanno dare voce
all'introspezione, dimensione che è ben poco praticata.
La loro è una vita che si snoda sulle cose e che dalle cose, dai gesti
ripetuti, dagli incontri abituali prende identità e di questa identità secca
si nutre. Si nutre male, ovviamente. Il mondo a cui fanno riferimento è molto
limitato, ha proiezioni temporali ridotte e si snoda soprattutto sul presente e
sul futuro prossimo. Solo Claudio sa guardare verso l'orizzonte. Il mare lo
aiuta, in questo.

Ed ecco il punto di vista che cambia. E' Rocco-Puzzetta che guarda e
racconta. usa, per commentare e capire i fatti che accadono, la metafora dei
pesci. Quelli pericolosi, certo, perché Claudio, Rocco, Ragno, Sorcio sono
pericolosi a causa del mondo anaffettivo e fuori dalle regole in cui vivono. I
pesci, seppur pericolosi, hanno un'identità semplice, netta, che gli
somiglia e che può funzionare da specchio. Rocco-Puzzetta, pensando ai pesci,
riesce a capire meglio ciò che è accaduto. Lo fa dopo un po' di tempo
(...Disse Rocco, dopo che il tempo era passato ma non la memoria...)...


Sull'editing: non credo di aver compreso fino in fondo la tua domanda. Ti dico la mia esperienza, dunque, che è stata lineare.
Come dico alla fine del libro, nei "ringraziamenti", l'idea del romanzo è nata a Catania, durante Minimodi. C'era, lì a Catania, parte attiva degli incontri, la editor RCS (oltre che affermata scrittrice) Beatrice Masini. Ascoltando quel che dicevo a proposito delle contraddittorie declinazioni del tema "infamità" tra i ragazzi che incontravo, mi ha detto semplicemente "Se decidi di scrivere un romanzo su questo tema, hai già un editore". RCS Rizzoli, appunto. Dopo di che, ho scritto il mio romanzo che è stato letto sia da Beatrcie che da alcuni redattori. Non sono intervenuti né sulla struttura, nè sulla forma, nè sulle intenzioni. Hanno lavorato di cesello, insieme a me, sull'ortografia romanesca...Direi che il Lupo gentile che leggete oggi è identico al Lupo gentile consegnato nel giugno scorso alla casa editrice, fatte "le pulci" a virgole e "a capo".

Anna Rosa Balducci ha detto...

Ti ringrazio tanto
Anna Rosa