giovedì 21 agosto 2008
ONORE E MISERIE
Onore e commozione, applausi e merito a non finire all'ultimo miracolo accaduto al vecchio glorioso S.Orsola- Malpighi, clinica universitaria bolognese:un trapianto cuore-reni-fegato , il primo in Europa,uno dei primi nel mondo.
Vecchia gloria di casa nostra, la docenza medica bolognese.
Capace di ricreare il mito prometeico del camice bianco che sfida la Natura maligna.
Una di quelle notizie che riconducono ai miti e ai sogni dei sussidiari delle scuole elementari di cinquant'anni fa,quando la moderna medicina si apriva alle sfide del futuro, promettendo benessere e una vita di qualità a chiunque le si affidasse.
Un inno alla vita.
Miseria e disappunto, per i lunghi elenchi di malati terminali ordinari di casa nostra ,nei quartieri, quelli della porta accanto, un'alunna di sedici anni,il fratello dell'amica d'infanzia, il marito della signora che abita li',il ragazzo di ventritre' anni per cui in banca hanno fatto una colletta, il nipotino di quel signore,la figlia della tale,ogni minuto ce n'è uno nuovo.
E l'elenco è troppo lungo per essere contrabbandato come normalità.
E' l'elenco dei caduti sul campo delle nostre battaglie,nelle nostre città,nei nostri litorali.
La salute è un bene troppo grande perche' i signori della guerra la devastino in questo modo.
Colpe ambientali, scelte di territorio sbagliate,il coro corposo delle ubbie del vivere che prende corpo nei malesseri individuali.
Ieri accennavo, tra il lusco e il brusco, a tanti 'guaritori'.
Venditori di fumo prolificano ,come direbbe Ernesto de Martino, 'in assenza di presenza'
Il fatto è che siamo tutti un poco smarriti,perche' altri fanno per noi scelte letali, e noi giochiamo ai soldatini con le nostre malinconie.
Si è parlato in questi giorni di centrali nucleari da ripristinare.
Dopo Chernobyl, dopo un referendum popolare che si era espresso chiaramente.
Si fanno scelte nelle città che travalicano il buon vivere della gente comune.
Cemento, traffico,inquinanti nel mare, nell'aria, nei cibi.
Quel bel miracolo, per favore, scenda in strada a misurarsi e i camici bianchi vengano ogni tanto a prendere un caffe' ad un incrocio all'ora di punta , facciano una capatina dentro un'aula,nel chiuso di un ambiente saturo di plastiche e di colle.Controllino cosa butta in acqua una bomboletta per la manutenzione di uno scafo, o quanti chili di anticrittogamici sparge di sera il buon villano perche' l'insalata il giorno dopo sia smerciabile.
Cose normali, che si dicevano vent'anni fa.
Quelli che potrebbero dirle ancora dove sono scappati?
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3 commenti:
Ci sarebbe anche da dire che Giorgio Arpesella, il cardiochirurgo che ha coordinato l'équipe, è riminese/riccionese (penso proprio figlio dell'Arpesella ex propprietario del mitico Grand Hotel). Leggo su un giornale di oggi che il professore è restio ad appparire: si è trattato di un fantastico lavoro di squadra, merito di tutti e di ciascuno.
Di fronte agli episodi di malasanità, sempre drammatici, è giusto e doveroso dare risalto a questi miracoli di efficienza e scienza... E che Dio ce la mandi buona, semmai la nostra macchina avesse bisogno di qualche "tagliando"!!! (Ci mandi, inteso, una buona dottoressa o un buon dottore...)
Ciao!
Io gioisco dei risultati "miracolosi" ma ho sempre un senso di disagio e di tristezza addosso perchè il clamore di un caso non può cancellare l'orrore del male che non trova rimedio, mai, a nessuna latitudine.
La medicina talvolta prodigiosa e spesso latitante o perversa è un terno al lotto, o quasi.
Irene
CRISTELLA.
Si', ci sono moltissimi casi di ottima sanità,ne ho presente proprio uno, in questi giorni, di cui sono protagonisti un mio parente e il Policlinico 'Morgagni' di Forli'.
IRENE.
La vita in genere è un terno al lotto.
Vorrei dirti un'altra frase bella sulla medicina, ma non mi viene.
E' un affar serio, questo si'.Serio ed articolato, ora troppo distante dal suo statuto originario , pensa alle Case farmaceutiche, quanto giocano in questo gioco. Un mondo complicato dall'ingegneria genetica, dalla diagnostica sofisticata, il futuro corre.Poi magari si muore di appendicite ugualmente.
Saluti.
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