giovedì 26 giugno 2008

SEBBEN CHE SIAMO DONNE


Non so se siano donne vere tutte queste pseudo-siliconate della tivu' e dintorni, tette e culi ad arte, magari qualcuna ce li avra' a posto e la mia è tutta invidia.
Il fatto è che l'invidia è un peccato capitale che non conosco e ho sempre compensata la mia struttura minuta dicendomi-cioe' mi hanno detto, mia madre in primis -che sarei stata eccellente nella danza classica.
Liliana Cosi avrebbe potuto essere il mio alter ego fisiognomico, quella che volteggiava con quel bel tipo di Marinel Stefanescu, in 'Giulietta e Romeo' e affini, per intenderci.
Cosi', non credo di parlare per invidia, e alla mia età, poi!.
Dicevo, ma siamo sicuri che le donne debbano essere cosi', come questo esercito di siliconate?Stereotipate,lucidate,esibite?
Siamo sicuri che la 'rivoluzione rosa' preveda di mimare gli uomini,a partire da un buon taglio di tailleur? Nell'efficienza ostentata,nei ritmi,nei giochi di ruolo?
Non ne sono sicura.
Il fatto è che per le donne, quelle vere intendo, quelle che 'sentono' la propria diversità, che si arrabattono in un codice sociale che rimane maschile, velleitario,artificioso, è una gara dura andare avanti.
Cosi', proporrei un logo:'cerco protezione'.
Non protettori,santo cielo,cosa avete capito ,voi riminesi?
Protezione, accoglienza, riparo, riposo,requie,dolcezza,dolci intendimenti,sussurri e non grida.
Acquerelli e non bitume ritinto, per cortesia.
Perche', sebben che siamo donne, potremmo ,un giorno o l'altro, salire sul nostro Aventino ed incrociare le braccia.
Dopodiche', auguri, a tutti quanti!

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