domenica 16 dicembre 2007

ORFANI


Siamo tutti un po' orfani.
Ci manca una casa .
Ce la costruiamo attorno, la casa,in quei due o tre rapporti certi,forti di quello che abbbiamo imparato , giorno dopo giorno.
Ma non basta, ci vorrebbe un po' di allegria,ma dov'è finita l'allegria?

Nei quartieri residenziali si sono tutti rinchiusi , la gente esce solo per fare shopping,o per qualche 'evento'.
Questa moda degli 'eventi', poi.
Si vive di eventi, come se la vita non potesse esserlo già di per se', minuto dopo minuto.
Ci bombardano di meraviglia, e non riusciamo piu' a stupirci di un gran che'.
Ci sbrodolano il mondo in diretta, ma rimaniamo inerti, a fare niente.
Tutto corre a precipizio, ma rimane anche pericolosamente uguale.
Se vediamo davanti ad un portone un fiocco azzurro o rosa, dopo l'attimo di gioia ci percorre un brivido di insicurezza.
Ci fidiamo poco, questa è la verita', e sentiamo che sta finendo un tempo, ma non riesce a nascerne un altro.

E' freddo, in giro, ma non è questione di meteo.
Eppure, è ancora possibile uscire di casa e discorrere con affetto con la prima persona qualunque,ne sono sicura.


Una generazione di vecchi, abusati politici, arranca e non trova soluzioni, una generazione di giovani, alle porte, non trova la chiave di accesso.
Quando ero bambina sono cresciuta senza pormi il problema dell'uguaglianza, della pace,dei diritti.
Gialli,neri, bianchi ?Erano 'ovviamente'uguali .
La guerra? Era finita,un'esperienza da cui i vecchi erano usciti vivi,quelli che ne erano usciti.
Con il vicino di casa si litigava e si faceva pace.
Ora occorre ridare il nome alle cose, perdere tempo prezioso per puntualizzare, stare attenti per non far cadere il mondo con un respiro sbagliato
Il cuore bisogna tenerlo al riparo, prima di esporlo vedere che tempo fa.


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