domenica 11 gennaio 2009

L'OBBEDIENZA NON E' UNA VIRTU'


Ricordo, di Don Lorenzo Milani, 'L'obbedienza non è piu' una virtu''(Lettera ai cappellani militari,1965)*

Alcuni passi.

'.non discutero' qui l'idea di Patria in se'.
Non mi piacciono queste divisioni.
Se voi pero' avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi diro' che,nel vostro senso, io non ho Patria..'

'..le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente:lo sciopero e il voto.'

'Abbiamo idee molto diverse.Posso rispettare le vostre se le giustificherete alla luce del Vangelo e della Costituzione.'


'Certo ammetterete che la parola patria è stata usata male molte volte...Spesso essa non è che una scusa per credersi dispensati dal pensare, dallo studiare la storia,dallo scegliere,quando occorre ,tra la Patria e valori bel piu' alti di lei.'


'Era nel '22 che bisognava difendere la patria aggredita.
Ma l'esercito non la difese.
Stette ad aspettare gli ordini che non vennero.
Se i suoi preti l'avessero educato a guidarsi con la COSCIENZA invece che con l'OBBEDIENZA cieca, pronta,assoluta, quanti mali sarebbero stati evitati alla Patria e al mondo?
..Cosi' la Patria ando' in mano ad un pugno di criminali che violo' ogni legge umana e divina e riempiendosi la bocca della parola Patria condusse la Patria allo sfacelo...'

'Se volete diciamo:preghiamo per quegli infelici che ,avvelenati senza loro colpa da una propaganda d'odio,si son sacrificati per il solo malinteso ideale di Patria.... '



*L'episodio dei cappellani militari costerà a don Lorenzo Milani
(Firenze 1923/1967, prete ed educatore di origine ebraica per parte di madre)
un processo per apologia di reato

martedì 6 gennaio 2009

TERRA IMPAZZITA/IL GHETTO DI GAZA


Nel ghetto di Gaza avanza inesorabile la morte.
Quanti bambini dovranno ancora morire di terrore perche' cessi il fuoco?
La Storia del Novecento perde,se non si innesca in quella che la tradizione chiama Terra Santa almeno uno spiraglio di dialogo.
IL kamikaze è un nero spettro di morte ,un fantasma ineludibile che nessun carrarmato puo' sconfiggere.
Solo il tempo, la storia che lenta lenisce e programma e avanza e assolve puo' consolidare forme di vita parallele, diverse, amateodiate ma conviventi.
Basta massacri.
Che nel ghetto di Gaza nasca una resistenza ideale, che qualche giovane vi riconosca l'inutilità del martirio sacro,,che finalmente quell'etnia masssacrata impari a costruire..
Che l'Europa fermi Israele,che la politica mediocre e consunta si risvegli e trovi il suo compito di mediazione.
Basta massacri.





lunedì 5 gennaio 2009

TERRA IMPAZZITA/LETTURE


Ho evidenziato due modi di 'lettura' della storia, mentre sfogliavo vari articoli sulla questione di Gaza.
Una la riconduco ad un articolo di Adriano Sofri,'Le vittime che servono per dire basta'; l'altra ad un articolo di Lucio Caracciolo,.'Perche' la guerra di Gaza è una tragedia domestica' ,entrambi sul quotidiano 'La Repubblica'.
Cito .
Adriano Sofri:'..Io resto affezionato a Israele come a quella che potrebbe essere 'per un pelo' la miglior madrepatria di un cittadino della terra di oggi,cosi' come lo sarebbe stata l'Atene del V secolo-'per un pelo',la questione degli schiavi *.... diro' cosi' come è andato incupendo in questi giorni il mio stato d'animo..'
ancora:''C'è un argomento in favore di Israele.Israele fa tesoro della vita dei suoi figli.Guarda con orrore il fanatismo islamico che addestra i figli al suicidio e si inebria del loro martirio ....ma gli invasati non rendono un popolo correo del loro fanatismo..'
e ancora:'Israele sembra aver smesso da tempo di badare alle opinioni del mondo.E' vero che il mondo,quando gli ebrei andarono al macello,appaludi' o si volto' dall'altra parte.....'
la chiusa :'I carri armati dovranno decidere cosa fare quando si troveranno davanti una folla di bambini.Poi, comunque vada, dovranno chiedersi ancora una volta come tornare indietro...'

Lucio Caracciolo:'..nel giro di pochi anni fra Mediterraneo e Giordano gli Arabi saranno la maggiornaza...non esiste un campo palestinese unitario,ne' Israele ha interesse a che si formi,nella prospettiva demografica sopraindicata'
'La battaglia di Gaza è uno scontro indiretto fra Gerusalemme e Teheran.
..Le organizzazioni palestinesi, Hamas inclusa, sono delle mini-galassie in cui interessi particolari (spesso criminali)piccoli clan e bande di disperati si contendono le scarse risorse disponibili.Strette nella morsa di Israele.
Vista da Israele la guerra di Gaza non è dunque una crisi internazionale ma una partita domestica...
..la tragedia e' che nessuna delle parti in causa,nemmeno la piu' potente(Israele) puo' raggiungere i suoi obiettivi strategici .E nessuna è abbastanza forte e sicura di se' per accettare un compromesso con le altre.'


Sono due metodi di lettura della storia:l'uno(Sofri) visionario e 'religioso', con vocaboli come 'affezione','utopia', 'senno', 'creature';l'altro(Caracciolo) freddamente analitico, filologico, consequenziale.
Entrambi arrivano,sull'argomento',alla definizione di un via cieca,al momento priva di uscite di sicurezza.


*aggiungo anche per l'imperialismo,v.lo sterminio che la democratica Atene fece degli abitanti dell'isola di Melo.

domenica 4 gennaio 2009

SE UNA TERRA IMPAZZISCE







Se una terra impazzisce, il mondo tutto deve chiedere interventi adeguati.
Credo che nella striscia di Gaza sia giunta l'ora di imporre osservatorii internazionali che riportino almeno un tentativo di pace. Con la forza, senza se e senza ma,la carneficina va fermata.
Non puo' esistere alle porte dell'Europa una zona in cui il diritto impazzisce,la follia integralista è legge, il sangue fratricida che cola l'unico flusso vitale.
Che intervengano forze internazionali, che l'Europa imponga alta la sua voce.
Se quel dio che vorremmo ci fosse padre diventa il dio degli eserciti armati di ferocia territoriale, se diventa capace di mettere in bocca ad una madre l'idea del suicidio santo, quel dio puo' tranquillamente morire.
Cosa ce ne facciamo, di una religione che impone e giustifica la morte?
E lo stesso Stato di Israele, cuneo -si presupponeva-di democrazia nel mondo arabo, come sopravvivera' alla sua stessa ferocia?

Alcuni punti fermi di un pensiero confuso:

-nessuno risarcira' mai il popolo ebraico e la sua memoria di otto milioni di innocenti sterminati dalla follia nazista. Non ci potra' mai essere risarcimento storico adeguato, 'quella cosa' rimarra' un buco nero della storia.E la storia ha suoi disegni tragici,sue vendette ingiuste.
-una cultura che crea il kamikaze, che cioè insegna ai sui figli ad uccidersi non offre possibilità di dialogo.
Non ce la farei a far entrare a casa mia una madre di cui sapessi che insegna ai suoi figli ad uccidersi per un dio
-gli ostacoli insormontabili al processo di pace vanno raggirati con l'utilizzo mediocre della politica.
Oggi il vecchio movimento per la liberazione della Palestina non è piu' quello che vagheggiano i nostri giovani studenti-dovrebbero studiare meglio la storia- nelle piazze.
E' un'altra cosa, dietro ci sono gli Stati arabi integralisti, l'Iran.
Il tutto confuso da corruttele, panorami antropologici in mutazione, tutto quello che uno puo' immaginare,insieme all'incapacità palese di autogovernarsi.

E' difficile appellarsi all'idea della pace,alla forza dell'educazione e del dialogo, ma è in queste situazioni che occorre misurare la capacità di speranza,con intelligenza, con fermezza.
Anche se tutto quello che si dice, detto da qua, dal caldo nelle nostre case, suona anche di ipocrisia.






sabato 3 gennaio 2009

di MARINO MORETTI 'I PURI DI CUORE'




Esiste a Cesenatico 'Casa Moretti', con tanto di calendario di eventi,aperta i festivi , 15,30/18,30,ma trovare in libreria, qua in Romagna, un'edizione delle prose di Marino Moretti è impresa non da poco.
Si vende di tutto, si stravende ancora di piu',ma tra i 'desaparecidos' dell'industria editoriale ne mettiamo un altro, questo grande del Novecento italiano.
Marino Moretti.
Ho riletto il romanzo giovanile 'I puri di cuore' con grande emozione.
Cesenatico, anni venti del ventesimo secolo.
Esce nel 1923 e ricordiamo che nel ventidue ci fu la marcia fascista su Roma.
La storia 'grande' entra di straforo in questa narrazione densa, pesante, sorella della prosa tozziana di 'Le tre croci','Il podere '...',ma entra nelle vene dei personaggi, che non ne sono esenti, macinano un andare fatale degli eventi che li travolge, da cui tentano di proteggersi.Pur di straforo,la incastra, non lascia spazio ad orpelli, a vezzi fantasticheggianti, a deviazioni.E' la cruda realta della vita che avanza.
L'ambiente una famiglia un tempo mediamente benestante,con una madre, due sorelle,di cui una gia' emigrante in America .L'altra la raggiungera', con il marito, un bell'avventuriero.
Due fratelli maschi :Matteo, caricato dalla natura di eccessi mentali-schizoidi, diremmo oggi-, Luca, il prediletto,il dolce, la vittima, il puro di cuore.
C'e' poca speranza nel dipanarsi di questa narrazione, piuttosto la percezione della fatalita' incombente, per sfuggire la quale l'appiglio fittizio, esorcistico, magico della religione ha piu' la parvenza di un dato antropologico debole.
Quello che resta forte è la religione della casa, il culto dei nomi degli oggetti, curati con forza di affetto e con precisione filologica.
Una comunità di vinti, come gia' i personaggi verghiani de 'I Malavoglia', alla quale la storia fatta dai grandi non regala,non apre varchi. Solo un povero sagrestano, accolto dal prete per pietà nonostante un passato di mazziniano combattente, ricorda che altrove qualcuno macina idee di libertà,le introduce nel solco ripetitivo e plumbeo di questi destini.
Per lui i veri santi rimarranno in eterno Saffi, Armellini e Mazzini.
Anime vaganti, sentimenti forti,maschere tragiche.
Si stenta a credere che il Moretti contrabbandato a scuola per poeta di serie B,sconosciuto ai piu',abbia questo genio potente nella prosa.
Forse, lui stesso commenterebbe cosi' questa mancanza:

'..Io non ho nulla da dire.


Aver qualcosa da dire
nel mondo a se stessi alla gente.
Che cosa? Non so veramente
perche' io non ho nulla da dire.

Che cosa?Io non so veramente
Ma ci sono quelli che sanno
Io no-lo confesso a mio danno-
non ho da dir nulla ossia niente.

.......

( da 'Il giardino dei frutti', 1915)

venerdì 2 gennaio 2009

HYDE PARK CORNER


Immagino di essere una vecchia visionaria,al freddo londinese di Hyde Park Corner, a battere i denti di domenica mattina e a chiedere al mondo:
Pace, intanto,per favore.
Senza condizioni :nel 2003 ragionammo tra alcuni amici, sul tema della guerra.
Ineluttabile meccanismo dell'umano,tutto quello che ti pare, d'accordo,ma prima dell'Olocausto. Storicamente non si puo' piu' parlare di guerra cercandone giustificazioni,nello stesso modo di prima, dopo le riflessioni e i patti del Novecento.
E' un tornare indietro,una rinuncia,un assurdo storico.
Senza se e senza ma.
E neppure il piu' infido dei nemici, il fanatismo diabolico, si sconfigge uccidendo innocenti.
No ai traffici immondi di armi, no alle mafie,no ai poteri incappucciati.
Avanti con la retorica .
Poi liberta', per favore.
Il fatto è che mi pare non siamo liberi.
Teleguidati, si', povericristi nei nostri buchi, si', a rischio anossia, si'.
Ma non liberi.
Anche in queste feste siamo stati bene,tra parenti ,tra amici,a salutarci da un capo all'altro del mondo,a cercare tutto il positivo possibile.
Anche nei blog si notava il desiderio di positività,dietro le situazioni diverse.
Ma gira ovunque come un'aria da rifugio antiatomico.
Ci proteggiamo, ci sentiamo in reti clandestine,ormai,l'impressione che ho è questa.
Diciamo e facciamo la nostra, ma sulla testa abbiamo di tutto, forse anche le bombe atomiche pronte,nonostante la sacralità dei Grandi Patti Novecenteschi.


Cosa rimarra',nel fondo del sacco della vecchietta dell'Epifania, la mitica,bruttissima Befana della nostra tradizione popolare, a meta' tra la strega, la vecchia arguta, il corpo di un desiderio di rivincita, che libero puo' volare tra i tetti la notte, e gettare carbone giu' per i comignoli,oppure, a piacimento, bella frutta secca, dolci e miele e cioccolata?
Lasciamola girare tra i tetti, la vecchia Befana, che ci insegni intanto un poco della sua libertà.
Che ci addestri alla consapevolezza della satira arguta,alla genialità del recupero, nel fondo del sacco,di tutto quello che pareva perduto o addirittura da buttare-


mercoledì 24 dicembre 2008

AUGURI






Occupando con un certo senso del limite questo spazio web,potenzialmente illimitato, mi limito a
ad auguri /web sentiti, anche se formali, di buone feste 2008/2009 a chiunque capitasse qua.
Agli amici fisicamente sconosciuti oppure conosciuti che lo hanno visitato con simpatia, lasciando i loro commenti, a chiunque, anche ai visitatori silenziosi.
A chi mi ha incoraggiato ad aprirlo e a continuarlo,a chi mi ha detto a voce che andava bene.
E,poiche' anche se 'accusata' di malinconia, ho al fondo sempre una dose di speranza,chiederei, per il prossimo anno, pareri operativi,consigli, ragionamenti ,anche indiscreti e scomodi ,sul modo di utilizzarlo .
Che diventi piu' vivace, meno autoreferenziato,piu' interattivo,piu' utile.
Un abbraccio a tutti.